PAOLO PALLANTE

Farmacista, adora il jazz e suona la chitarra nel modo più naturale del mondo. Ha lavorato come chitarrista e/o cantante con Eric Daniel, Antonello Salis, Antonio Marangolo, Toni Armetta, Orlando Jhonson, Alessandro Haber. Nel 2008 ha aperto (chitarra e voce) i concerti in Germania di Carl Palmer, lo storico batterista e fondatore di uno dei gruppi più importanti della storia del Rock Progressive: Emerson Lake and Palmer. La prima caratteristica che colpisce di Paolo è il suono: un suono caldo, curato, avvolgente. Pensi al "jazz", ma respiri anche il sudamerica, risenti le atmosfere di Conte, Fossati, Testa, ma anche al Capossela ruspante di qualche anno fa.  Paolo Pallante ci propone un percorso che va letto ad episodi, figlio di quella grande scuola cantautorale che riesce in ogni brano a prenderti per mano e portarti nella sua storia può essere paragonato ad una raccolta di racconti: ogni brano è una storia e  Pallante naviga sicuro, spostandosi tra piccole burrasche quotidiane e stati d'animo contrastanti, con addosso una maschera da clown a tratti malinconica, ma più spesso dotata di un'allegria coinvolgente. C'è la scoppiettante "Sotto la sabbia”sguardo su una tragicommedia di amori ed egoismi; c'è "La sposa ha detto sì" che unisce il blues con i colori del Mediterraneo e l’espressività filmica degli archi.La voce di Paolo è ruvida, corposa, recitativa, coinvolgente come  la musica che  trascina anche quando nei testi non arriva il guizzo che li rende unici. Forse quello della scrittura è l'unico punto che a volte sembra non avere la stessa forza delle musiche e che sembra rincorrere piuttosto che affiancarsi.Temprato da una notevole esperienza al fianco di importanti musicisti, senza aver paura di esplicitare il proprio debito agli artisti che riconosce come maestri, Pallante dimostra una maturità artistica che impressiona positivamente, inserendosi in un filone di cantautori che con intelligenza unisce il mondo della canzone italiana alle sonorità jazz, muovendosi a proprio agio anche al di là della tradizionale struttura strofa/ritornello e approcciando la scrittura dei testi come narrazione breve, slegata (o comunque non determinata) da una gabbia metrica. Un talento musicale, che si ascolta e riascolta con piacere, apprezzandone il sound e scoprendone i dettagli, lasciandosi trascinare dai ritmi coinvolgenti , facendo amicizia con i personaggi descritti o prestando attenzione a spunti non banali di riflessione. Quello che resta è comunque una sensazione di energia e vitalità mai dispersive e ben incanalate.

 

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