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Botteghe d’Autore 2011 – Un’oasi di buona musica

Cresce Botteghe d’Autore. Come una piantina verde in un campo spesso trascurato, questa rassegna è giunta alla sua sesta edizione e possiamo dire che ormai non si tratta più di un “fiore nel deserto”, ma bensì di un’oasi. Già, perché andare ad Albanella, piccolo comune a ridosso del Parco del Cilento in provincia di Salerno, vuol dire passare tre giorni immersi nei libri, nella buona musica e nel cinema versione cortometraggio.

Stretto dalle bellezze millenarie di Paestum e l’iper industrializzazione di Eboli e Battipaglia (che hanno trasformato questo territorio, insieme alla zona di Caserta, capitali della mozzarella di Bufala), Albanella stringe i denti e punta tutto sulla qualità della sua proposta. Come dicevamo, Botteghe d’Autore si contraddistingue per mettere in evidenza una rassegna dedicata ai migliori “corti” usciti nell’ultimo anno e per un concorso musicale che anno dopo anno sta inserendo nel suo palmares vincitori di primordine. E così dopo la vittoria dei baresi Spirito Nascosto nel 2006, di Piji l’anno successivo (il 2007, anno magico in cui il talentuoso cantautore romano vinse ben sette festival…), nel 2008 è la volta di Joe Petrosino e Rockammorra band seguito nel 2009 da Erica Boschiero, mentre la scorsa edizione è stata vinta da Simone Avincola (nella foto a fianco), giovane artista romano che quest’anno si è esibito al termine della gara e prima dell’ospite principale, Alberto Fortis, di cui parleremo più avanti insieme all’altro ospite, Mirco Menna che ha suonato la sera prima in chiusura della finale dedicata ai “corti” cinematografici.

Vale la pena sottolineare che anche quest’anno tra i finalisti del concorso musicale c’erano almeno quattro o cinque proposte di ottimo livello, fermo restando una qualità generale più che apprezzabile. Ecco i nomi dei finalisti in ordine alfabetico che si sono esibiti: Alex Bartolo-Animaliquida (Lc); Emanuele Bocci (Gr); Marialuisa De Prisco (Av); Diversamente Rossi (Na); Luigi Farinaccio (Cb); Nico Maraja (Roma); Rebi Rivale (Ud); Sindrome di Peter Pan (Me); VitroneMaltempo (Ce).

La vittoria finale è andata al toscano Emanuele Bocci,  che forte di un brano piacevole ha convinto pubblico e giuria (nella foto qui a fianco mentre riceve il premio da Ivan Rufo, al centro, Gaetano d'Aponte e  la brava Melissa Di Matteo, presentatrice di tutte le serate della rassegna). Un plauso va anche ai musicisti che lo hanno accompagnato (batteria, sax tenore e contrabbasso, guidati da Bocci stesso al piano), capaci di creare un suono e un’atmosfera che molto hanno influito sulla resa finale. La targa al miglior testo è andata invece a Rebi Rivale, cavernosa e particolarissima voce femminile capace di una scrittura asciutta e coinvolgente che ha portato sul palco un brano ispirato a Dino Campana. Miglior arrangiamento è andato a “Non ci sono più parcheggi”, brano vincitore di Emanuele Bocci.

Tra le cose che ci sono piaciute di più, oltre ai due nomi citati, ricordiamo i Diversamente Rossi, gruppo campano di Acerra (qui nella foto) che seppur nato da poco più di un anno, sta crescendo velocemente, grazie alla penna e alla splendida voce di Vincenzo Rossi e ad un gruppo di compagni di viaggio che sanno interpretare al meglio l’arrangiamento di ogni singolo brano, spostando la naturale vocazione cantautorale di Rossi verso suono decisamente più completo e raffinato. Un gruppo certamente in ascesa. Grandi applausi merita anche Marialuisa De Prisco, voce potente e nitida allo stesso tempo, che con il suo brano “Inno al progresso” riesce a catturare anche l’ascoltatore più distratto. Una citazione di merito va a VitroneMaltempo per la loro delicatezza compositiva, a Nico Maraja per la sua bella voce e capacità scenica e Sindrome di Peter Pan, energico gruppo di cui sentiremo certamente parlare.

Come sempre a gestire tutta la parte organizzativa e artistica troviamo Ivan Rufo e suo padre Gino, instancabili anime che sanno amalgamare al meglio le poche risorse (come sempre negli ultimi anni e in ogni parte d’Italia, ma qui al Sud il problema è ancora più sentito….) ma che non impediscono di sapersi inventare ogni anno una rassegna degna di questo nome e che anche nella scelta della Giuria e degli ospiti dimostra di avere più di una carta da giocare.

Per l’edizione 2011, la giuria era composta dal giornalista Rai Pino Nazio (nella foto a fianco, che nella prima serata aveva presentato il suo libro “Il bambino che sognava i cavalli”, incentrato sulla vicenda di Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito di mafia Santino che venne sciolto nell’acido da Brusca), Gaetano d’Aponte (Premio Bianca d’Aponte), Simone Avincola (artista vincitore della scorsa edizione), Francesco Paracchini (direttore de L’Isola), Paolo Talanca (scrittore e studioso della canzone d’autore), Egidio Carbone (Poeta e Drammaturgo), Gigi Rufo (musicista), Oreste Mottola (giornalista), Donato Alfani (giornalista), Mirella Cozzi (musicista) oltre allo stesso Ivan Rufo, direttore artistico dell’evento.

Venendo invece alla voce “ospiti”, dobbiamo evidenziare che per questa edizione 2011 le due scelte sono state di forte spessore, chiamando prima Mirco Menna a chiudere la serata finale dedicata al mondo del cinema e Alberto Fortis, in chiusura del concorso musicale.

Partiamo da Mirco Menna, raffinato cantautore bolognese che in una versione trio (Max Tagliata alla fisarmonica e ai fiati, Max Turone al basso e Mirco alla chitarra e voce) ha regalato un’ora abbondante di spettacolo vero, cantato, suonato, sudato. Ha presentato molti brani tratti dal suo ultimo – e prezioso - lavoro “E l’italiano ride”, una rivisitazione del suo repertorio (oltre a qualche inedito) con la Banda d’Avola, un ensemble di oltre cinquanta elementi che hanno dato ai brani di Menna una colorazione e un’impronta unica nel panorama cantautorale italiano, sfuggendo al concetto stesso di cantautorato classico per approdare a rive meno scontate. L’intesa tra Mirco e i due suoi compagni di viaggio (da oltre dieci anni fidi collaboratori e che nel tempo sono diventati tra i più quotati e apprezzati turnisti dell'area bolognese) è semplicemente perfetta e la sua voce così calda e potente conferisce ai brani una capacità di evocare, portando chi ascolta a seguire per immagini ogni sua parola, ogni sua frase scritta con mano ferma (nei contenuti) e fluida (nella scorrevolezza della metrica).

Chiudiamo infine con Alberto Fortis, che si è esibito invece la sera successiva, pianoforte e voce, davanti ad una piazza che fin dalle prime note ha capito perché un’artista come Fortis riesca a passare indenne dalle mode e dagli anni (anzi dai decenni….). Fisico asciutto, sguardo ammaliante e voce inconfondibile fanno di Alberto un’icona della musica italiana. Quasi un’ora e mezza di spettacolo per mettere in fila oltre trent’anni di carriera (impossibile non ricordare che il suo primo 45 giri del 1978 conteneva due pietre miliari come Il Duomo di Notte e Milano e Vincenzo). Ma Alberto spesso ha cercato vie diverse, a volte parallele, altre smarcatamente più innovative rispetto al cantautorato e alla gabbia in cui produttori e pubblico volevano chiuderlo. Ha girato il mondo e collaborato con i migliori musicisti inglesi e americani, ha condiviso emozioni e feeling artistico con gli Indiani d’America, ha toccato il mondo del cinema e del teatro con colonne sonore, ha messo la sua creatività nella regia di numerosi videoclip, si è divertito prestando la sua immagine per un fumetto, si è cimentato nella scrittura di libri e molto altro ancora. Insomma, un artista a tutto tondo che ad ogni concerto trova un pubblico variegato per età e gusti musicali che sa dimostrare quanto affetto e stima Fortis riesce ad attirare intorno a sé.

Chiudiamo lasciando alla fine l’aspetto che più ci colpisce di questa rassegna e cioè la straordinaria forza dei ragazzi e delle ragazze, tutti volontari, che danno un contributo impagabile per realizzare al meglio questa tre giorni. Stretti intorno alla Pro Loco di Albanella, fanno a gara per rendere ogni singola operazione la più snella e veloce possibile, garantendo sempre un’atmosfera di serenità e di condivisione che spesso non si trova nei grandi festival. E se Ivan Rufo è la punta dell’iceberg, la montagna che lo sorregge vale un plauso ancora più caloroso.

Per altre notizie su Botteghe d’autore, sui film finalisti e le altre iniziative collegate alla sesta edizione, potete consultare il sito ufficiale o contattare Maria Veronica Emanuela Taiani, ufficio stampa della manifestazione ufficiostampa@botteghedautore.it

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