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PalaRavizza, Pavia

Nomadi

Non c’era tantissima folla a Pavia (PalaRavizza), ma l’aria che si respirava era di attesa, un’attesa un po’ di curiosità ma anche di speranza e di conferme. Son passati pochi mesi dall’amaro addio di Danilo Sacco e sul palco salirà la nuova voce Cristiano Turato.

Una sfida difficile ma non come quella che ha dovuto sostenere Danilo nel 1993: una cosa è sostituire Augusto e tutta’altra è farlo dopo Sacco.

Non c’è dubbio che Danilo in tutti questi anni si sia fatto volere bene ed in alcuni casi amare dal Popolo Nomade, ed è per questo che comunque la partita non sarà semplice per il nuovo arrivato.

Eccoli sul palco, Mastro Beppe Carletti, Cico Falzone, Daniele Campani, Massimo Vecchi, Sergio Reggioli e lui, il tanto atteso Cristiano Turato; in un angolo fanno la comparsa anche due coriste: Cristina Montanari e Monica Magnani.

Si parte con Ricordati, e subito si può apprezzare la timbrica del nuovo arrivo: si alza bene e ridiscende senza difficoltà ma la sensazione al palato è come di cibo nuovo, da imparare ad apprezzare, anche se con difficoltà e con tutto il tempo che richiederà.

Cristiano viene dal rock, prima con gli Oradaria di Padova e poi con i Madaleine, una band nata nel 2008 che proponeva pezzi propri. Il genere era un mix di rock ed elettronica, ma anche con cover di Depeche Mode, Peter Gabriel, Muse. Ben lontano, insomma, dai Nomadi..

Non si percepiva una sua particolare emozione, malgrado la ingombrante gigantografia di Augusto posta a lato, quasi ad osservare e bacchettare da grande maestro qual era.

La voce è apparsa da subito più vicina al suo predecessore che non al grande Daolio, con momenti particolarmente caldi e altri nei quali sembrava si sforzasse ad allontanare i suoi precedenti toni elettro-rock, freschi e rudi talvolta.

Scivolano via, senza rinnovate emozioni Dove si va, Trovare Dio, Ad est ad est (anzi in alcuni momenti i toni sono blandi e poco intensi, forse per l’insistente chiacchierio di Cico che continua a presentare tutti gli aspetti, vocali e familiari del nuovo arrivato, dalla capigliatura al figlioletto Francesco che a metà concerto è apparso sul palco improvvisando una simpatica scenetta con il babbo).

È normale che in così poco tempo non sia stato possibile far prendere a Cristiano pieno possesso dell’interminabile produzione dei Nomadi, ma la scaletta non sembra convincere totalmente, tanto che più del solito intervengono gli altri Nomadi a far sfoggio delle loro doti canore, su gradini più bassi indubbiamente, soprattutto Cico, che non é apparso impeccabile in Canzone per un’amica.

Dopo la pausa il clima sembra più adatto alla riflessione intensa e così Cristiano può dare prova di intensità vocale soprattutto in Qui (davvero ben interpretata) e poi ne L’uomo di Monaco.

Da sottolineare l’assordante silenzio di Beppe Carletti che, tacitamente, dirige magistralmente ogni porzione dello spettacolo.

Stiamo per arrivare alla conclusione del concerto e da un momento all’altro ci si aspetta una ringraziamento e un ricordo oltre che per Augusto (ripetuto più volte) e per Dante anche per Danilo, che però non c’è stato.

Il pubblico più affezionato dei Nomadi ormai lo sa, sa che quando il concerto volge al termine il palco si riempie di bigliettini, gadget, striscioni, regali per i componenti del gruppo e subito dopo arriva il gran finale con Io vagabondo, cantato dal pubblico e da alcuni bambini che dalla platea sono stati letteralmente catapultati sul palco dai loro genitori.

Nulla di nuovo sulla grande maestria musicale del gruppo emiliano, mentre per il nuovo ingresso potremmo concludere con qualche verso dei Nomadi stessi: “crescerai, imparerai, crescerai, arriverai ...”.

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In dettaglio

  • Data: 2012-04-21
  • Luogo: PalaRavizza, Pavia
  • Artista: Nomadi

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