Salumeria della Musica, Milano
Bentornato, Sergio. Avrà pensato questo il pubblico di Sergio Caputo alla Salumeria della Musica di Milano. Bentornato perché quella del cantautore romano è anche la storia di un percorso artistico originale, come originale è il suo protagonista. (Vedere l’intervista di Michele Manzotti su questo sito).
Al centro delle notti romane di fine anni settanta, tra una visita al Folkstudio e ai suoi cantautori tutti d’un pezzo, Caputo viene presto catturato da un’altra musica: la passione scoppia per tutto quello che è jazz e swing; la sua Italia – da raccontare e prendere il giro – è quella dei nascenti e sorridenti anni ottanta. Con un disco che racconta un sabato di quegli anni, Caputo fa il boom. È il 1983: Un sabato italiano piace per le musiche di chiara e piacevole derivazione swing, e colpisce soprattutto per i testi: invenzioni linguistiche, paradossi, slogan, ironie sulla vita notturna metropolitana. Tutto con, apparente, leggerezza. Poi altri bei dischi (tra i tanti, No smoking, Italiani mambo, Effetti personali), fino al trasferimento in California, l’affinamento della chitarra jazz, un silenzio interrotto solo da sporadiche apparizioni.
Alla Salumeria si è riannodata questa storia. Il tour – prossima data, il 15 maggio all’Obihall di Firenze - è ufficialmente quello della presentazione del nuovo Pop, jazz and love, album di inediti di impronta decisamente jazz. Ma, salito sul palco, Caputo è stato chiaro: “Non vi proporremo tutte le canzoni dell’ultimo disco. Ci sarà spazio anche per altro”. L’altro sono i successi di una carriera: dall’apertura con Bimba se sapessi, alle riletture di Metamorfosi, Hemingway caffè latino, Italiani mambo, Spicchio di luna, L’astronave che arriva: divertimento assicurato per chi aspettava da anni la ripresa di questi pezzi, con il conforto di una formazione – Luca Pirozzi al basso, Alessandro Marzi alla batteria, Massimo Zagonari al sax e Paolo Vianello al piano – di grande affiatamento. In mezzo il set acustico – Caputo da solo per una versione indemoniata di Non bevo più tequila, la polemica contro la dittatura musicale di alcune radio, l’uscita in scena con il figlio Victor in braccio. E i pezzi nuovi: bella la canzone dedicata alla moglie Cristina, che tra l’altro è la donna della foto di copertina; divertente l’unico pezzo in italiano del disco A bazzicare il lungomare.
Il finale regala due chicche come Cimici e bromuro e Mettimi giù. Con il risultato di far restare qualcuno ad urlare invano, in attesa di un altro bis. Quando si dice l’affetto.
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