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Teatro Mercadante, Altamura (BA)

Nino Buonocore

Fidarsi e affidarsi, in un continuo scambio comunicativo ed emotivo. L’artista e il pubblico, in un gioco di lanci e rimandi. Un dialogo di anime, a volte manifesto, a volte tacito. La musica è quel filo che unisce tutto e tutti. Nino Buonocore, sensibile e acuto cantore dei sentimenti umani, durante i suoi concerti crea un ponte tra sé e chi ascolta, un ponte attraverso cui scorrono le sue canzoni, fatte di musica e parole, linguaggio “non convenzionale” a lui congeniale per esprimersi in pienezza come uomo e come cantautore. Passare in rassegna il suo percorso musicale, iniziato nel 1976, è immergersi in un mondo fatto di tinte chiaroscure e delicate, di segni ben tratteggiati e definiti, di significati profondi e mai banali.



L’arte di Buonocore passa attraverso la scuola del buon gusto e soprattutto del rispetto di se stessi, della propria dignità artistica, del valore di ciò che si crea. Le sue canzoni sono fiumi sotterranei che, pur non scorrendo in superficie, scavano in profondità e lasciano un segno, tracciano un cammino sempre in divenire. Non meraviglia che, ancora oggi, nonostante l’assenza mediatica, ci siano tanti estimatori che lo seguono e lo seguono “veramente” non per quello che sembra o vogliono farlo sembrare, ma per l’essenza e la verità che riesce a infondere nelle sue canzoni.  

L’antologia di Buonocore si dispiega tra successi (Rosanna e quel capolavoro rappresentato da Scrivimi) e gioielli nascosti, custoditi in uno scrigno accessibile solo a chi ha voglia di immergersi e andare alla scoperta – come il palombaro di ungarettiana memoria – di perle preziose da portare a galla. Tra queste ce ne sono tante, ad esempio Abitudini, Il mandorlo, I treni d’agosto, L’amore che non vedi, Millenovecento73, Sera di settembre, Si è fatto tardi, Tienimi stretto, Tra le cose che ho, Un amore qualunque, tutte marchiate dall’originale cifra vocale e interpretativa del cantautore napoletano.  

Aneddoti e riflessioni, un po’ spezzati e lasciate volutamente in interrogativo, inframmezzano il racconto della sua storia musicale, popolato di collaborazioni di un certo spessore come nel caso di Chet Baker, straordinario trombettista e cantante jazz che regalò a Buonocore la sua ultima incisione per l’album Una città tra le mani del 1988. Non a caso il jazz è l’universo che gli gira intorno da un po’ di anni a questa parte, suonando con un “sextet” di validi musicisti come Antonio Fresa (pianoforte), Peppe Plaitano (sax e clarinetto), Antonio De Luise (contrabbasso e basso), Vittorio Riva (batteria), Ileana Mottola (cori), Rossella Carrieri (cori). 

La buona musica di Buonocore si sposa, in questa occasione, con una buona causa: raccogliere fondi per “Una stanza per un sorriso Onlus” di Altamura, associazione nata nel settembre 2015 per aiutare le donne malate di cancro a migliorare il proprio aspetto fisico, offrendo loro idee e consigli per fronteggiare meglio gli effetti indesiderati dei trattamenti. Il cantautore nel pomeriggio ha visitato il reparto di Oncologia dell’Ospedale della Murgia di Altamura; in serata ha incantato il numeroso pubblico del Teatro Mercadante con l’emozione autentica della sua musica.

 

 

 

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In dettaglio

  • Data: 2016-05-21
  • Luogo: Teatro Mercadante, Altamura (BA)
  • Artista: Nino Buonocore

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