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Villa Ada, Roma

Concerto senza impegno

Un concerto senza impegno. Tre ore di musica e si rivede anche il Trio

Per aiutare un amico. Se fai un lavoro “normale” metti mano al tuo portafoglio e dai quello che puoi, se invece fai l’artista fai qualche telefonata, chiami a raccolta sul palco altri amici, butti giù una specie di scaletta e aspetti che si vendano i biglietti. Ecco, se il palco è quello di Villa Ada incontra il Mondo, una delle arene estive più importanti della Capitale, e gli amici sono tra gli altri Carmen Consoli, Bandabardò e il trio Silvestri-Fabi-Gazzè, il sold out e la buona riuscita dell’evento vengono naturali.

Sempre che non piova.

E’ una settimana che a Roma ci si alza con un bel sole e nel primo pomeriggio prima cambia l’aria, poi si alza il vento,  poi il cielo si fa scuro e nero e in conclusione scende il diluvio (perché a Roma quando piove, non piove, diluvia) per almeno un’oretta e mezza. Ogni volta sembra l’apocalisse. E sembra debba non finire mai. Domenica 11 settembre non ha fatto eccezione, e alle 15 puntuale come sempre il temporale. Tutti a controllare la pagina fb dell’evento a chiedersi se salti o meno, ci si scrive con gli amici “io sto a Villa Ada per le 6” – “arrivo dopo, ci si vede dentro” – “sono finiti i biglietti, mi sa che me lo sento da fuori” e intanto si spera che ‘sto cielo sia clemente e si apra.

Il cielo se ne frega e non si apre, ma almeno smette di piovere. In fila ai cancelli già parecchia gente dalle sei, qualcuno si affaccia titubante per chiedere se si possa ancora comprare un biglietto, la risposta è la stessa per tutti…sold out. Ci accoglie il prato diventato fango del parco, ci sistemiamo sotto palco e attendiamo.

The Niro e poi The Bastards sons of Dioniso aprono la serata mentre il parco si riempie, a tenere collegati i vari momenti musicali nei veloci cambio-palco è l’attore e regista Massimiliano Bruno, strappa molte risate e tiene vivo il pubblico nelle attese. Diodato è tra i primi a salire, alla chitarra ad accompagnarlo Daniele Fiaschi. La sua intensa e particolare versione di Amore che vieni, amore che vai è davvero una delle cose più belle della serata. Sta lavorando al nuovo album e da queste parti (cioè io nello specifico) lo si attende con molto interesse. Qualche problema tecnico per Marina Rei, ma dopo tutta l’acqua che è venuta giù, che null’altro sia accaduto durante l’evento è stato un mezzo miracolo, poi chitarra e batteria e tutto torna a funzionare. Poi è la volta di Fabrizio Pocci presentato con un “Erriquez (Bandabardò) l’ha sentito suonare per strada e…eccolo qui” che come presentazione mi sembra ottima. È bravo, allegro, testi ironici e divertenti, e il pubblico pur senza conoscerlo lo segue. Un palco importante e una bella occasione “giocata” nel migliore dei modi.

L’Orage e la Bandabardò fanno ballare tutti, e con la presenza di Erriquez nel primo brano della band valdostana, sembra quasi esserci un piccolo passaggio di testimone, se la storia della Bandabardò è bellissima e lontani negl’anni sono gli inizi, L’Orage comincia ora. L’energia sul palco e la cura nei testi che entrambi hanno li fanno assomigliare molto a fratelli.  Poi entra lei, camicia arancio-rosso e pantalone nero, e chitarra. Carmen è accolta come sempre da un affetto, soprattutto femminile, che sconfina e straborda. La sua performance è perfetta per una serata di fine estate.

E, infine, loro. E si sente che il pubblico romano è soprattutto in attesa di vederli di nuovo sul palco assieme. Il loro disco-tour de Il padrone della Festa ha lasciato talmente tante belle memorie appiccicate addosso che l’emozione di vedere posizionati tre microfoni taglia l’aria intorno. Prima però c’è la bellezza di ascoltare Niccolò in alcuni brani solo voce e chitarra (che se sei così bravo non ti serve altro) Filosofia agricola e Lasciarsi un giorno a Roma, e non ci stancheremo mai di dirlo che Fabi più passano gli anni più è una bellezza poterlo ascoltare raccontare le sue storie. Dopo di lui Max Gazzè, Mentre dormi, La vita com’è e Sotto casa e la gente ascolta, canta, balla, sa a memoria ogni parola. A chiudere, acclamato e atteso, Daniele Silvestri. La mia casa, Le cose che abbiamo in comune, L’appello, e sembra davvero un bellissimo finale.

«Non abbiamo finito, ci sarebbero due amici qui dietro il palco…» scherza Daniele mentre il trio si ricompone. Si scherza sul fatto che Gazzè non ricordi le parole, Silvestri tiene il centro e detta i tempi, Fabi chitarra e cappellino in testa balla e si gode tutto. Sembrano emozionati loro quanto lo siamo noi, e un po’ di più. C’è Life is sweet e L’amore non esiste, mentre il palco si riempie di tutti gli artisti per un finale che chiude un gran bell’evento, la stagione di Villa Ada e forse anche questa estate.

Foto di Valeria Bissacco

 

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In dettaglio

  • Data: 2016-09-11
  • Luogo: Villa Ada, Roma
  • Artista: Concerto senza impegno

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