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Teatro Menotti, Milano

RossinTesta, Paolo Rossi canta Gianmaria Testa

Dopo gli spettacoli succede spesso agli artisti di ritrovarsi ad ora tarda intorno ad un tavolo a cenare ed è lì, in quel contesto più rilassato, che a volte si fa più teatro che sul palcoscenico e nascono gli scambi più creativi ed interessanti. Così succede anche tra Gianmaria Testa e Paolo Rossi, quando si incontrano qualche anno fa ad un dopo –spettacolo, dove fin da subito nasce un’alchimia speciale che scambia e confonde amicizia e arte. E così che prendono vita diverse collaborazioni tra i due ed anche l’idea di  RossinTesta (Paolo Rossi canta Gianmaria Testa):  “in un posto un po’ perduto / nel mare delle ore / là in mezzo s’intravede / dove nascono le cose”, citando uno dei testi proposti durante la serata che si va a raccontare.

Il progetto, curato da Produzioni Fuorivia, debutta il 5 Maggio 2016 al Teatro Colosseo di Torino per riprendere poi al Teatro Menotti di Milano, dal 19 al 22 ottobre. L’Isola ha la fortuna di essere presente alla prima milanese, applaudita e salutata da un pubblico a tratti divertito e a tratti commosso.  

La serata si apre con la voce di Gianmaria in sottofondo che riempie il teatro con Nuovo, canzone dedicata al figlio più piccolo, prima di accogliere Paolo Rossi sul palco che ci tiene subito a sottolineare che lo spettacolo cui si andrà ad assistere non vuole essere né un omaggio né tanto meno una celebrazione all’amico scomparso lo scorso Marzo, ma un evento teatrale che rispetti il senso e l’intenzione così come era stato concepito da entrambi.  Anche se, aggiungo io, di omaggi e celebrazioni  c’è comunque bisogno quando, come nel caso di Gianmaria Testa, la dimensione alta di uomo e artista coincidono profondamente, perché “un nome è perduto per sempre se nessuno lo chiama”.

E Rossi il suo nome lo chiama spesso e volentieri durante lo spettacolo, quando si sofferma a raccontare degli aneddoti che li hanno legati e ogni volta che interpreta con grande personalità alcune canzoni scritte per lui per Arlecchino  e Molière. La recita di Versailles.  Ad accompagnare l’attore sul palco i talentuosi Virtuosi del Carso (Emauele Dell’Aquila alle chitarre, Stefano Bembi alla fisarmonica, Alex Orciari al contrabbasso e basso elettrico, Roberto Pagliari alla batteria e Bika Blasko al violoncello, voce e percussioni), suoi fedeli compagni di viaggio dal 2013 che dialogano musicalmente mescolando atmosfere mediterranee, latine e balcaniche.

I testi e gli arrangiamenti del cantautore, abituato a confrontarsi con il mondo del teatro sono cuciti perfettamente addosso al “guitto da circo, o grillo parlante, e quindi amico” Paolo Rossi, che in una prima parte racconta la vita dell’attore e di come a volte la propria identità venga spogliata e faccia fatica a ritrovarsi perché finisce per coincidere con quella dei molteplici personaggi che si interpretano lungo il proprio percorso artistico. Così ne La maschera di Arlecchino:  “è la maschera che stringe / e mi toglie anche il respiro / ma non posso più tirarla via dal viso / che i miei occhi, quelli veri / e anche il naso / non li riconosco più / è tutta la vita che abito un altro”.

Ma nella serata c’è spazio anche per tante risate, e questo avviene soprattutto quando un divertito Paolo Rossi ci parla dell’amore, suggerendoci alcuni segreti per formare una coppia duratura e del matrimonio, che in fondo è un’istituzione nata in un periodo in cui in cui l’aspettativa di vita era decisamente inferiore rispetto ad oggi. E non è certo un caso se nel promuovere e lodare I Virtuosi del Carso li dichiara disponibili non solo per serenate e compleanni, ma anche per feste di divorzio e funerali danzanti. Il racconto poi del rapporto con le donne si fa esilarante quando simula le telefonate tra una donna e il proprio uomo in rapporto allo scorrere degli anni, partendo inizialmente da voci sdolcinate e fiumi di parole fino a dialoghi spezzati da silenzi gelidi e interminabili. Ed è qui che trova il suo habitat naturale Voce da Combattimento, dall’album Altre latitudini del 2003: “Sento che hai messo / la tua voce da combattimento / per dirmi parole che conosco già / chissà perché dovrei star qui ad ascoltarti. / Piove pioggia e non parole tra noi”.

Nei suoi spettacoli Paolo Rossi non manca mai di omaggiare Enzo Jannacci e lo fa anche in quest’occasione cantando Faceva il palo e affidando invece alla splendida voce di Bika Blasko un'interpretazione del brano Vincenzina e la fabbrica da lasciare senza fiato.  

Si arriva così alla parte della serata dedicata al sociale e alla politica con Al mercato di Porta Palazzo (Da questa parte del mare, 2006) e qui un groppo in gola ed un velo di malinconia assalgono la sottoscritta nel ricordare di aver canticchiato lo stesso ritornello solo qualche anno prima nella stessa platea, quando sul palco a proporlo c’erano Gianmaria Testa e Erri De Luca con il loro Chisciottimisti.  Quella volta fu una versione del brano ariosa e per lo più sussurrata, quest’altra invece più colorata e chiassosa grazie anche al variopinto accompagnamento de I Virtuosi,  entrambe ugualmente suggestive e preziose.

Da Vitamia, l’ultimo album in studio di Testa, viene riproposta anche 20000 Leghe con un recitato molto intenso di Paolo Rossi mentre Bika Blasko muove l’acqua dentro una pentola riproducendo i suoni  del mare, regalando al pubblico presente in sala un momento di forte impatto emotivo.  L’attore,  che ricorda più volte nel corso della serata di essere perito chimico e di aver fatto il sergente nel  periodo del militare, nonché di essere un metafisico e più precisamente metà-fisico, chiude RossinTesta con La giostra, il racconto di un sogno, per poi tornare sul palco per dei bis che valgono l’intero spettacolo. 

Una irriverente rilettura de I giardini di Marzo ed una partecipata sfida di virtuosismo strumentale tra i musicisti anticipano il gran finale ricordando Dario Fo, recentemente scomparso, con una versione assai spassosa di Ho visto un re, dove Paolo Rossi ed Emanuele dell’Aquila si alternano e sovrappongono in un giocoso dialogo, l’uno prima con uno smodato dialetto pugliese prima e un goffo milanese poi e l’altro con battute sarcastiche e pungenti.  

A fine serata i protagonisti sul palco vengono giustamente e a lungo acclamati e in questa altalena di emozioni mi piace immaginare Gianmaria seduto lì, in prima fila tra il pubblico, a sorridere compiaciuto e divertito.

Foto di Alex Astegiano scattate durante il debutto al Teatro Colosseo di Torino
Foto di Paolo Rossi  e Gianmaria Testa di Marco Caselli

PROSSIME DATE CONFERMATE:
28.10.2016 – Firenze, Teatro Puccini
29.10.2016 – Nichelino (TO), Teatro Superga
04.11.2016 – Genova, Teatro Politeama Genovese
15.11.2016 – Vercelli, Teatro Civico
16.11.2016 – Cadelbosco di Sopra (RE), L’Altro Teatro
17.11.2016 – Padova, Cinema Teatro MPX
18.11.2016 – San Giovanni in Lupatoto (VR), Teatro Astra
19.11.2016 – Rimini, Teatro Ermete Novelli
01.12.2016 – Casalmaggiore (CR), Teatro Comunale
02.12.2016 – Bologna, Teatro delle Celebrazioni
28.03.2017 – Certaldo (FI), Teatro Boccaccio
29.03.2017 – Massa, Teatro Guglielmi
08.04.2017 – Varese, Teatro di Varese
09.04.2017 – Alba (CN), Teatro sociale G. Busca

 

 

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In dettaglio

  • Data: 2016-10-19
  • Luogo: Teatro Menotti, Milano
  • Artista: RossinTesta, Paolo Rossi canta Gianmaria Testa

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