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Teatro Carcano, Milano

Andrea Scanzi e Giulio Casale

Il sogno di un'Italia ... di e con Andrea Scanzi e Giulio Casale

..."La speranza è una trappola"... forse! O forse solo un tempo segreto in attesa dell'ora muta delle fate. Un tempo sognato che bisognava sognare.

Dovevo intervistare loro. Due che ammetto non conoscevo. Ho cercato tutto ciò che potevo cercare su Andrea Scanzi e Giulio Casale. Mi ero fatta anche un'idea un po' spocchiosa di due che volutamente contro, indossavano una maschera. Dovevo scrivere dello spettacolo e invece hanno scritto loro e lo hanno fatto sulla mia pelle. Lo hanno fatto ancor prima dello spettacolo (e chiamarlo spettacolo è ancora di molto riduttivo). Tutto ha avuto inizio in quella hall del Carcano. Per un istante è successo come dicono accada quando stai per morire e ti passa davanti tutta la vita. Quelle poltroncine rosse, quell'odore di legno e velluto. Lì il mio cuore ha iniziato di nuovo a battere e lo ha fatto velocemente come impazzito. "Mi sono ritrovata", ; mi son detta subito. "Ho capito dove mi sono persa"; in quel ventennio dal 1984 al 2004 non si è solo assopita solo l'Italia lasciando scomparire nelle pieghe della memoria piccoli grandi uomini, ma mi son persa anch'io. Mi sono omologata. Ho fatto quello che questa società vuole dalle brave ragazze. Non rinnego nulla anzi, non sarei chi sono oggi. Eppure di grandi cose ne ho fatte anch'io e le ho rimesse in fila tutte questa notte.

Quindi GRAZIE Giulio Casale e GRAZIE Andrea Scanzi. In teatro erano "seduti in prima" fila per voi Gaber, Jannacci, Monicelli, Troisi, Benigni, Caponnetto, Falcone e Borsellino, Senna ed il Pirata. E lì in un angolo anche Berlinguer magari a fianco di Moni Ovadia (presente davvero davanti a me) (o forse no). Subito dietro c'erano anche De Andrè e Rino Gaetano.

Lì su quelle tavole di teatro voi due. Due cantastorie. Due ragazzi degli anni Ottanta, due giovani che la speranza invece di togliermela me l'hanno ridata a 54 anni. Due volutamente contro. Due apparentemente diversi fra loro ma complementari. Due che mi hanno riportato a suon di cazzotti nello stomaco in un tempo non troppo lontano. Due che come tutti i personaggi "in prima fila" al bivio della vita, con la valigia in mano, non hanno scelto la strada più semplice. Andrea narratore attento, tagliente ma anche acuto e capace di darti una carezza subito dopo averti schiaffeggiato. Giulio fra Gesù Cristo e un menestrello medioevale. Giulio che a chiudere gli occhi come ho fatto, mi ha ridato il "mio Signor G.". Giulio che ha liquefatto il tempo facendomi capire che in fondo è solo un'illusione. Quindi se il tempo è un'illusione lo è anche la morte che tanto mi fa paura. Tutta la nostra esistenza la passiamo ad aver paura di morire. Tutto è costruito in questa società per conquistare un'eternità che in fondo ognuno ha dentro di sé e, così facendo, cercando di non morire, NON VIVIAMO , anzi, corriamo freneticamente dritti in bocca alla morte.  Una morte fatta di non vita.

Un applauso lunghissimo dunque a voi due. Voi siete la speranza. Lo siete stati per me. Voi due ragazzi "scomodi" ma veri. In quella stretta di mano, in quegli sguardi infiniti e in quell'avvolgente abbraccio nei camerini, mi sono abbandonata e recuperato energie.

Ho fatto un giochino e lo riporto qui. Ho letto diversi testi di Giulio e di Andrea e ho trascritto solo quelle frasi che mi rimanevano attaccate addosso come su di un post-it. Rimettendole in fila una dopo l'altra siete apparsi voi. Un'unica canzone ed un unico testo. Buona vita ragazzi e grazie di nuovo per avermi ridato un tempo, degna conclusione per uno spettacolo che ci ha dapprima "uccisi" ma ci ha mandato a casa con la certezza che #celapossiamofare perché siamo un popolo di naviganti senza navigare mai. Perché se esistono i segni, due anni fa è iniziata...sulla strada (presentazione di una mostra fotografica di Giorgio Cottini) la mia rinascita e...sulla strada al vostro bivio, ora ho deciso di scegliere di vivere.

Frasi qua e là di Giulio Casale e Andrea Scanzi:

E se io non comprenderò io non comincio, non ho un senso.

Se io non comprenderò è un'arroganza anche dire IO

Mi sono seduto dalla parte del torto

Perché ogni altro posto era occupato

Scelgo la strada

Scelgo la mia

Voglia infinita di illudermi

E poi via

...Là sulla strada

L'unica tua forza infinita schiuderti

È schiuderti e fiorire non andare...

Io tocco il mondo sì

Ma è un errore

Vendo e compro il mio valore

Tutto preso a disfare o a fare del Crimine un vivere

Dovremo vivere

Un vero Vivere

E a queste cose pensarci sempre e non parlarne mai, e non parlarne mai...

Al tuo dolore che picchia dentro non pensarci mai.

Sento crescere un'ossessione

Toglimi qualsiasi maschera

La sfiga, la rassegnazione

Apritemi, Apritemi.

Finché avrò forza di restare .

Apritemi.

 

"...La mia generazione non ha perso, ma solo perché non è neanche scesa in campo.

Si distraeva con il bello per dimenticare di ignorare il brutto. In quello era bravo.

E' uno di quegli effetti connaturali dell'invecchiamento. Si cambia. Per non morire. Per morire più tardi.

Perché, a parte i numeri, aridi numeri, non c'è nulla.

Perché le alte temperature esaltano i profumi (di cui verosimilmente un rosso pregiato sarà ricco) e le componenti morbide: dolcezza (ma tanto a noi interessano i vini secchi), morbidezza e componente alcolica. "

Alzo il mio ballon di rosso e brindo al tempo ritrovato e a voi ragazzi contro.

Foto: Giorgio Cottini

 

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In dettaglio

  • Data: 2017-01-11
  • Luogo: Teatro Carcano, Milano
  • Artista: Andrea Scanzi e Giulio Casale

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