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Teatro Filarmonico, Verona

Carmen Consoli

Carmen Consoli incanta con il suo Eco di Sirene Tour

Appare al centro del palcoscenico la sua figura in controluce. I fari si accendono all’improvviso di rosa tutt’intorno e lei s’illumina nel suo “abito bianco di seta e d’organza” come una figura mitologica e irreale, un po’ Venere che nasce dalle acque, un po’ sposa d’inizio ‘900, un po’ Sirena ammaliatrice nella sua conchiglia di luce. Fa il suo ingresso in scena da sola, tenendo alzati i lati del vestito bianco romantico lungo fino a terra indossato sugli scarponcini neri. I capelli sono raccolti in modo semplice, il rossetto è d’un rosso acceso. S’inchina, abbraccia la chitarra come si sollevada terra un bimbo, e se la mette al collo. La voce è calda e taglia in due il silenzio del teatro al completo, ammutolito dall’incanto, mentre intona Sulle rive di Morfeo.

Carmen Consoli
arriva così come da un sogno al Teatro Filarmonico di Verona per la seconda tappa dell’Eco di Sirene Tour 2017, ed è un ritorno dal vivo molto atteso quello della cantautrice catanese: il tour infatti segna già il sold out nelle prime dieci date. Un mese prima dell’inizio del tour sono quindi già stati triplicati gli appuntamenti di Roma e Milano, raddoppiati quelli di Bologna e si sono aggiunte le date di Venezia, Lecce, Palermo, Agrigento e così via fino a Mantova (anch’essa raddoppiata) il 29 e 30 aprile, quest’ultima fissata a oggi come ultima data. L’apertura di questi primi concerti è affidata alla giovane e talentuosa cantautrice vicentina Eva Pevarello, già fattasi notare nella decima edizione di X Factor, che canta tre brani, uno dei quali in inglese e un altro scritto per lei da Giuliano Sangiorgi che si intitola Voglio andare fino in fondo. La sua bella voce e l’interpretazione sensibile, insieme ad un’ottima presenza scenica, emozionano e meritano la calda accoglienza del pubblico di un teatro così importante.

Carmen Consoli inizia il concerto con un set solo chitarra e voce che comprende anche brani molto noti quali Parole di burro e Fiori d’arancio. Questo tour è in un certo senso la ripresa e l’evoluzione ideale di uno dei progetti più particolari della Cantantessa, L’anello mancante, tour del 2008 in cui si esibiva da sola nei teatri. Qui, al suo fianco ma non in tutti i brani, ci saranno ad accompagnarla anche due bravissime musiciste, Claudia Della Gatta al violoncello ed Emilia Belfiore al violino. Prenderanno posto nel corso della serata ai suoi lati in quella che sul palco appare come una conchiglia di luci che cambiando continuamente direzione e colori rendono l’atmosfera di contorno molto suggestiva e vivace. Solo al sesto brano, Il sorriso di Atlantide, entra il violoncello e in quello successivo, Pioggia di Aprile, fa l’ingresso in scena anche il violino a dare nuovi colori all’interpretazione vocale della Consoli. Il concerto acquista ritmo ed intensità con il susseguirsi dei brani più movimentati: nel gioco dell’alternanza delle voci nella sarcastica Mio zio (brano sugli abusi sessuali sui minori, già vincitore del premio Amnesty nel 2008) e nell’ironica AAA Cercasi, Carmen rivela la parte più accattivante e grintosa di sé, per tornare poi delicata e sensuale interprete in uno dei suoi capolavori tra i più amati dal pubblico, L’ultimo bacio, iniziata solo chitarra e voce e poi ampliata dagli archi. Quei “mille violini suonati dal vento” riempiono di magia, pur essendo in realtà solo due strumenti, violino e violoncello appunto, un teatro già molto coinvolto emotivamente.

La Sirena è lei e le Sirene sono anche le musiciste ai suoi lati. Eco di Sirene, canzone tratta dall’album Mediamente isterica del 1998 e che dà ora il titolo al tour, assume qui una doppia accezione, che nell’introduzione al brano la stessa Consoli ci spiega: scritta durante il conflitto nei Balcani e purtroppo sempre attuale, il suono delle sirene di guerra in questo contesto vuol diventare anche canto ammaliatore e ipnotico di Sirene in quanto esseri mitologici. Il canto di una sirena può quasi assordare ma anche fare sognare, come lei stessa ci dimostrerà. 

Creatura di mare e di terra, Carmen esprime il legame forte con la sua origine mediterranea, con i colori e le usanze della Sicilia cantando anche due brani in dialetto, Bottana di to ma e A’ Finestra, seguita nel ritmo vivace dal battito di mani del pubblico, e un altro dal sapore tipicamente siciliano, Maria Catena iniziato quasi mestamente solo chitarra e voce e poi arricchito dai violini sul finale a sottolineare il “sorriso indulgente e quasi incredulo” del Cristo in croce sulle maldicenze. Non manca il poetico ricordo del padre, con le belle immagini di Mandaci una cartolina che stasera però Carmen dedica in modo toccante a Fabiano Antoniani che “proprio oggi, lunedì 27 febbraio 2017, ha scelto di andarsene”.

Segue un altro set da sola, chitarra e voce, con il suo abito bianco inondato di luce colorata e la voce morbida e pastosa, nel quale fra gli altri esegue anche la famosa Confusa e felice, quindi si va verso la conclusione con altre canzoni interpretate invece con l’accompagnamento degli archi tra le quali spiccano In bianco e nero, dedicata alla madre, e la ritmata Venere seguita dal pubblico che ormai si agita a tempo sulle poltrone della platea e nei palchi battendo le mani e faticando a rimanere seduto. Dopo il bis con le canzoni Quello che sento e Amore di plastica, con il pubblico in piedi, Carmen chiama sul palco anche Eva per i saluti finali. Ringrazia raggiante tutti i presenti per l’affetto che non le è mai venuto a mancare e che anche  questa sera le è arrivato forte a darle la carica per questo tour appena iniziato e che, aggiungiamo noi, dalle ottime premesse appare già molto fortunato. Questa dea contemporanea vestita come una classica vestale è riuscita con successo questa sera a stravolgere l’atmosfera solitamente composta e un po’ distaccata del principale teatro d’opera di Verona, edificio di inizio Settecento da milleduecento posti, sede della stagione lirica invernale che negli ultimi anni si è aperto anche, fortunatamente, alla musica contemporanea di qualità come quella dei cantautori italiani.

Foto e report di Valeria Bissacco

SCALETTA di VERONA
27.02.2017
Sulle rive di Morfeo
Parole di burro
Fiori d’arancio
Perturbazione atlantica
Geisha
Il sorriso di Atlantide
Pioggia d’aprile
L’eccezione
Mio zio
AAA cercasi
L’ultimo bacio
Eco di sirene
Maria Catena
Mandaci una cartolina
Bottana Di To Ma
A’ Finestra
Blu Notte
Sintonia imperfetta
Confusa e felice
Sud Est
Ottobre
In bianco e nero
Questa piccola magia
Venere
bis
Quello che sento
Amore di plastica

 

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In dettaglio

  • Data: 2017-02-27
  • Luogo: Teatro Filarmonico, Verona
  • Artista: Carmen Consoli

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