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Ex Dogana, Roma

Levante

La musica live della nuova leva cerca condivisione e semplicità, senza troppi virtuosismi estetici. Pochi artisti lo capiscono, anzi pochissimi. Ma sabato sera, allo Scalo Est dell’Ex Dogana, a Roma, qualcuno lo ha intuito eccome, collezionando una serie di applausi convinti dall’inizio alla fine del suo concerto (e del suo tour). Adulazioni sincere di un pubblico eterogeneo (fatto di genitori, ma anche di tanti giovani), riconducibili alle platee disomogenee del passato: soltanto che qui non serviva alzarsi in piedi come segno di apprezzamento perché lo si era già (quasi a prevedere il lieto epilogo). Dinanzi a questi continui incitamenti, la giovane Levante rispondeva con altrettanti ringraziamenti alla fine di ogni pezzo, figli dell'umiltà e della sobrietà che la stanno portando sempre più in alto, grazie anche alla sua ultima fatica di successo Nel Caos Di Stanze Stupefacenti.

Dal look semplice, composto da un maglione a fiori e shorts di jeans richiamanti l’indie style, l'artista siciliana ha saputo accattivarsi immediatamente il pubblico – dopo il famoso monologo fuoricampo introduttivo relativo al caos - grazie alle iniziali scariche autobiografiche de Le mie mille me e il beat ormai mainstream di Non me ne frega niente  alternate con immagini psichedeliche, tra sovrapposizioni di proprie foto professionali e comix riguardanti i miti della società. Una prima parte conclusa col richiamo al passato de Le lacrime non macchiano, segnalato dalla pertinente scenografia che univa la cover del precedente album Abbi Cura Di Te e i cuori su sfondo giallo. Poi si è ripartito dalle sonorità più delicate di Sentivo le ali per proseguire all’insegna delle gocce di pioggia digitali durante 1996 – La stagione del rumore e i ritratti su quadri ovali dorati nell’emozionante IO ero io.  Queste continue immagini alle spalle dell’artista – visibili perfettamente rispetto al precedente live romano -, oltre ad aver svolto i panni di coadiuvanti tecnici per esempio su Cuore d’artificio (con un cielo stellato dove appariva improvvisamente un fuoco d’artificio) e sulla filastrocca romantica Santa Rosalia (con il mix dei richiamati colori rosa e blu), sono riuscite anche ad uscire di ‘scena’ in maniera silenziosa, per elevare totalmente l’estensione vocale di Levante.

In quei momenti intimi dell’artista, racchiusi in spontanei battiti di mani durante Sbadigli o sulla celebre Alfonso e il canto unanime sulle note a cappella di Ciao per sempre (a microfono spento), soltanto le luci hanno avvolto i presenti, creando un'atmosfera suggestiva. Solo la voce (supportata talvolta dalle vibrazioni della chitarra acustica ed elettrica) di Levante e i suoi fan, senza troppe parole. Gli stessi vocaboli che utilizza spesso la 'logorroica' Claudia Lagona (per sua ammissione) e che sono state trascurati per tutta la serata per 'far parlare solo la musica', la vera regina di questo Viteculture Festival. E il risultato di questo esperimento è altamente positivo, donando un sorriso all’artista e un taccuino pieno di complimenti alla stampa. 

Foto di Rebecca Palazzolo

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In dettaglio

  • Data: 2017-09-09
  • Luogo: Ex Dogana, Roma
  • Artista: Levante

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