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Teatro Golden, Roma

Carlo Marrale

La storia dei Matia Bazar


Un sabato sera di fine marzo. Tutta la bellezza del mondo sembra essere cantata in un teatro di Roma. L’artefice è Carlo Marrale, musicista, compositore, autore delle più belle canzoni dei Matia Bazar di cui ne è stato fondatore e componente storico dal 1975 al 1993. La sua voce è sempre bellissima, anzi ora ancor di più perché racchiude in sé un vissuto densissimo di emozioni, sentimenti, esperienze, incontri, colori, luoghi, profumi. Un suo concerto è una carezza, come dice Grazia Di Michele, direttrice artistica della rassegna A tu per tu con… in programma al Teatro Golden dal 23 marzo al 14 aprile, che ha messo su un playbill eccezionale, unico nel suo genere. Marrale è un fuoriclasse, senza ombra di dubbio, un artista sincero, pieno di passione e talento, un uomo sensibile e con un’anima straripante che quando ti tocca non puoi restarne indifferente. Marrale è uno dei più autorevoli “artigiani di canzoni” che l’Italia abbia avuto negli ultimi quaranta e passa anni. Sappiatelo e, soprattutto, ricordatelo. Il cuore pulsante dei Matia Bazar erano lui e quel gran poeta di nome Aldo Stellita: insieme hanno scritto “l’oro” della formazione genovese, quell’oro che ancora oggi si canta e si fa apprezzare.

Stasera che sera, Per un’ora d’amore, Che male fa, Solo tu, Mister Mandarino, C’è tutto un mondo intorno, Vacanze romane, Elettrochoc, Souvenir, Ti sento, sono alcuni dei tanti gioielli che questi Signori ci hanno lasciato in eredità e che, per dirla ancora con la Di Michele, fanno parte del “DNA sonoro” – e si aggiunga pure “emozionale” – degli italiani e non solo. Marrale ripercorre questa storia, la sua storia, alla propria maniera, vestendo questi successi con sonorità acustiche eleganti e raffinate, in uno scambio comunicante tra bossa e jazz, accompagnato da un combo di eccellenti musicisti formato da Michele “Mecco” Guidi al pianoforte, Marco Dirani al basso e Tommy Graziani alla batteria. Una storia che però non si ferma ai Matia Bazar ma continua da solista con la pubblicazione di due splendidi album, Tra le dita la vita del 1994 e Melody Maker del 2007, di cui Carlo propone gli episodi più significativi: L’ascensore, O re, In quest’Atlantide, Baciala in bocca, Se piove, Ci sono amori, Docemente e Controtendenza, tutte sigillate con un marchio di fabbrica unico e personale. C’è spazio anche per Complici, scritta insieme a Bruno Lauzi per Musica Nuda (alias Petra Magoni & Ferruccio Spinetti) e per un sentito omaggio all’immenso Umberto Bindi con una delicatissima versione di Arrivederci.

Come in ogni appuntamento, un giovane artista ha fatto da opening act: stavolta è toccato al bravo e promettente cantautore fiorentino Francesco Rainero, già vincitore di importanti premi come Lunezia e Musicultura, che accompagnandosi con chitarra e loop station ha proposto alcuni suoi brani tra cui Generazione, Mare che cammina, è volato via luglio e Rotolare di Alessandro Bono, più il riuscitissimo duetto in Elettrochoc con lo stesso Marrale che lo ha entusiasticamente definito “talentuoso”. Il tempo si è fermato, il rumore del mondo è distante anni luce, qui nell’intimità circolare e condivisa del Teatro Golden il miracolo della Musica si è manifestato in tutta pienezza per mezzo di Carlo Marrale. Un pensiero accompagna la fine di questo momento toccasana per l’anima: un artista così dovrebbe suonare e cantare in tutte le piazzette infiorate o davanti al mare d’Italia, in tutti i teatri e i club, in tutti i festival e le rassegne (pop, d’autore, jazz e via dicendo) che in certi casi propongono personaggi improbabili. Non per niente, ma per il semplice motivo che cotanta bellezza deve assolutamente entrare in circolo e arrivare il più possibile – come ci ricorda Marrale – “da cuore a cuore”.

Foto di Debora Tofanacchio

 

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In dettaglio

  • Data: 2019-03-30
  • Luogo: Teatro Golden, Roma
  • Artista: Carlo Marrale

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