Teatro Filarmonico, Verona
Noi dell’Isola Sergio Cammariere ce lo ricordiamo
quando agli inizi, anno 1997 o giù di lì, si aggirava intimidito durante il
Premio Tenco nel foyer dell’Ariston e a volte si rifugiava al nostro banchetto,
un po’ spaurito un po’ in cerca di qualcuno con cui fare due chiacchiere. Lo
avevamo conosciuto così e ci aveva dato l’impressione di una persona certamente
simpatica ma soprattutto genuina, impressione che ad oggi non è cambiata
nonostante di acqua sotto i ponti ne sia passata parecchia insieme alla
conferma di avere a che fare con un talento come pochi. La timidezza, quella
no, non è stata del tutto mandata via, ma dal vivo oggi Cammariere è padrone
del palco dove con i suoi musicisti ripercorre dieci anni di canzoni nel tour
che ha fatto seguito all’antologia Cantautore
piccolino uscita dopo Sanremo. Ed il pubblico del Filarmonico di Verona
pare apprezzare: una decina di minuti di applausi alla fine, per lui ma anche
per i quattro compagni di avventura, compreso quel Fabrizio Bosso che da un po’ di tempo a questa parte mette la sua
tromba a disposizione dei brani tra jazz e chanson d’oltralpe del cantautore
crotonese.
In scaletta tanti gli estratti
da “La pace del mare lontano”, compresa la funambolica title-track e Tutto quello che un uomo, brano che
durante l’edizione sanremese del 2003 aprì a Cammariere le porte del grande
pubblico; ma anche qualche ripescaggio da “Sul sentiero” e “Il Pane, il Vino e
la Visione”, ultimo disco in studio da cui viene ripresa la splendida Padre della notte per uno dei momenti
migliori di tutta la serata.
Prima del bis la bossa
rallentata di L’amore non si spiega,
presentata all’ultimo Festival, raccoglie buoni applausi e in chiusura Cantautore piccolino, con un lungo solo
della batteria di Amedeo Adriano, e Vita
d’artista (echi di Brel e Paoli: forse uno dei brani più programmatici
delle influenze di Cammariere) segnano il successo di un artista di culto
passato meritatamente dagli anfratti di qualche pianobar ai trionfi dei più
importanti teatri italiani. La timidezza nonostante.