Blue Note, Milano
E’ ripartita dal Blue Note,
filiale meneghina del tempio americano del jazz, il tour di Petra
Magoni e Ferruccio Spinetti e del
loro “Musica Nuda 55/21”, il più recente capitolo musicale del duo voice ‘n
bass. Una serata che ha registrato il tutto esaurito: nel pubblico
entusiastici, affezionati sostenitori e neofiti degli esperimenti vocali di
Petra e del basso nevralgico di Ferruccio. E d’altra parte con quella voce la
Magoni può fare quello che vuole: nell’inevitabile valzer di paragoni si
potrebbe scomodare Mina, Bjork, Kate Bush. Ma il gioco delle assonanze non
sarebbe onesto perché l’intensità e la capacità di sperimentazione ludica della
voce dell’interprete toscana è personalissima, su cd e più che mai dal vivo
dove associa all’interpretazione, il gioco, l’intermezzo, l’ironia, affiancata
dalla silente complicità dell’ex Avion Travel Spinetti con il suo contrabbasso
avvolgente.
Tra i brani proposti non solo
standard della musica italiana ed internazionale ma anche inediti del duo,
frutto di collaborazioni con amici e colleghi quali Pacifico (che ha fatto una breve ed inaspettata apparizione sul palco per accompagnare il duo in Pazzo il mondo e Caffè) e Cristina Donà
(la sua La pittrice di girasoli è
stata vestita di un abito più jazzy rispetto alla traccia su disco).
Il concerto parte piano per poi
aumentare di velocità e forza: Eleanor
Rigby, è un crescendo di voce ed interpretazione. La sua personale
interpretazione del brano dei Beatles ci riporta a certe estensioni vocali di
Bjork. Avvolgente ed incalzante il contrabbasso: sul palco Petra e Ferruccio
confermano il loro affiatamento e la loro complicità nell’essere minimali come
dotazione di strumenti ma ricchi di trovate e di virtuosismi interpretativi che
nascono dall’improvvisazione continua. Eleanor Rigby ed il suo compagno di
sventura e di solitudine Padre Mackenzie scivolano dentro l’ansiogena e
coinvolgente interpretazione di Bocca di
Rosa. Le canzoni si legano una all’altra: dalla malinconia crescente del
bozzetto dei Fab Four si passa al berciare delle donne di Sant’Ilario e del
loro pettegolezzo cattivo, invidioso ed invadente. Petra accentua il crescendo
pur in un filo di voce, accelera volutamente la velocità del suo canto per
raccontarci un altro aspetto di una storia che pensavamo di conoscere bene, e
dove invece ci viene inaspettatamente modificata la prospettiva, lasciandoci a
bocca aperta per lo stupore.
Seguono tra gli altri Una carezza in un pugno che si chiude
con un singolare divertissement di voce, Kiss
di Prince grazie ad un interpretazione da bad girl di classe, My funny Valentine con uno Spinetti dal
contrabbasso quasi progressive e una Splendido
Splendente tanto acclamata dal pubblico di affezionati quanto
simpaticamente anomala per il Blue Note.
Poco più di un’ora di esibizione,
molto partecipato e dai ritmi serrati, dove la strumentazione ridotta e il
grande talento dei due lasciano aperte tutte le strade. Il sipario si abbassa
su una sfacciata ed insolente interpretazione di Guarda che luna.