The Place, Roma
Che Simone Cristicchi fosse uno che ha qualcosa da dire, l’avevamo capito
fin dal suo album di debutto “Fabbricante di canzoni”. Dopo il tormentone
estivo Vorrei cantare come Biagio Antonacci, dopo i trionfi sanremesi,
dopo gli spettacoli dedicati al C.I.M. (Centro di Igiene Mentale), ecco che il
nostro instancabile “ricercatore” si è tuffato nella tradizione musicale popolare
di Santa Fiora, paesino alle pendici del Monte Amiata nel grossetano. Al The
Place, in occasione della rassegna “Roma di Amilcare”, Cristicchi e il Coro dei Minatori di Santa Fiora (formato
ovviamente da soli uomini) hanno presentato in prima nazionale lo spettacolo-concerto
composto da un originale repertorio di canzoni tradizionali locali (ad esempio Maremma amara, Volemo le bambole e Oh bella
bella bella), tramandate proprio dai minatori santafioresi e interpretate
in occasioni di festa o di lotta, nelle osterie e nelle piazze del paese. Il
risultato è stato travolgente. Sentir cantare questi signori, alcuni non
proprio giovincelli, è un’esperienza entusiasmante e contagiosa; lo slancio di
alzarsi dalla sedia e di gettarsi sul palco insieme a loro è davvero forte. è un rito che si compie, è un incontro
che scava nella memoria e nel passato, riportando alla luce preziose
testimonianze sia musicali sia emotive. Il cantautore romano è solo un abile
traghettatore che unisce le canzoni con dei monologhi toccanti e sempre
misurati. Non c’è un protagonista o una star in questo concerto. È
un’esperienza collettiva, che coinvolge tutti alla stessa maniera. Anche il
pubblico. Nel cuore dello spettacolo è stato proposto un brano del repertorio
di Cristicchi, La Filastrocca
della Morlacca, in un’originale versione per solista e coro. Da segnalare
in apertura di serata l’esibizione di due poeti improvvisatori dell’Ottava Rima
che si sono scontrati declamando versi liberi a braccio su temi diversi
(politica, amicizia, ecc.). Intelligenza e cuore per un progetto di alto valore.