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Il magazzino di Gilgamesh, Torino

Dario Lombardo incontra John Primer


Una collaborazione veramente riuscita quella tra il noto bluesman torinese e l’americano John Primer. Lo spettacolo è senz’altro una delle punte di diamante del festival di quest’anno, e guarda caso l’unico a essere proposto per due serate consecutive, con grande entusiasmo di un pubblico molto caloroso che mostra di godere a pieno delle due ore abbondanti di buona musica.


Apre il concerto la Dario Lombardo band, sul bel riff di "I still call it the blues", e poi entra in scena la leggenda: il chitarrista che per tanti anni è stato la spalla di Muddy Waters monopolizza l’attenzione con uno stile tutto suo che sembra in grado di riportarci indietro nel tempo. Uno spettacolo elettrico, con il notevole apporto dell’armonica di Scagliarini, ripercorre il periodo del blues di Chicago proponendo una serie di classici del blues, alternandoli a composizioni originali di Primer. Molto favore viene infatti riscosso proprio da queste ultime, anche se sono brani comprensibilmente meno conosciuti, ma con il pregio di presentare lo stile, la sonorità e la tecnica in voga nell’America degli anni Quaranta. Ma se per John Primer questa è la norma, lo stesso non si può dire per Lombardo, il quale arriva a un progetto del genere con una grande tecnica che gli permette di spaziare tra diversi generi, e quest’ultima collaborazione non rappresenta che una delle tante scelte artistiche di cui è stato ed è capace il bluesman nostrano.


Ciononostante, è da rimarcare la festosa disinvoltura con cui lo spettacolo prosegue, brano dopo brano, una disinvoltura di cui solo de vecchi amici sono capaci, in barba a ogni retorica e ogni intellettualismo: molti autori tendono ad atteggiarsi a bluesmen per attribuirsi un marchio di qualità e di esclusività, altri intavolano sproloquii sul valore politico e sociale della loro musica, ma non è questo il caso: il concerto di Lombardo e Primer non va al di là degli scopi che poteva avere proprio negli anni del blues di Chicago, e la preoccupazione è sempre quella di far divertire il pubblico suonando della buona musica, rimpolpata dalle continue battute di Primer, che si muove e si esprime proprio come se arrivasse dritto da quegli anni.


Un esperimento senz’altro riuscito dunque, che mostra ancora una volta la grande versatilità di un chitarrista come Lombardo, che si adatta alla perfezione a questo tipo di spettacolo, e non sfigura davanti al collega, pur avendo una tecnica molto diversa da quella del suo ospite; riesce infatti a interagire con lui alla perfezione intavolando piacevoli fraseggi molto energici e suggestivi in perfetto stile Chicago.


È infine doverosa un’ultima menzione per il pubblico, che oltre ad apprezzare i grandi classici come "Feels like going home" di Muddy Waters, si lascia trasportare da "Going back to Mississippi", tratta dall’ultimo lavoro di Primer; un pubblico composto per la maggiorparte di connaisseurs, ma anche semplici curiosi, alcuni dei quali molto giovani, che per una volta tornano a casa contenti.

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In dettaglio

  • Data: 2010-02-14
  • Luogo: Il magazzino di Gilgamesh, Torino
  • Artista: Dario Lombardo incontra John Primer