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Supercinema, Chieti

Mango

Ha ragione Mango quando, chiacchierando nei camerini prima del concerto, ci dice che per il suo nuovo tour «siamo solo in tre sul palco, ma c’è un quarto strumento: la mia voce». Abbiamo assistito alla tappa di Chieti, tenutasi al Supercinema il 7 dicembre, e possiamo confermarlo: La terra degli aquiloni è uno spettacolo semi-unplugged dove l’allestimento sonoro, volutamente essenziale, fa risaltare lo splendido timbro dell’artista lucano e, soprattutto, le sue incredibili acrobazie vocali, vero e proprio valore aggiunto di tutta la performance. Pino si fa accompagnare soltanto dalla chitarra di Carlo De Bei e dalla tastiera di Rocco Petruzzi, riservandosi di suonare personalmente un paio di canzoni (Lei verrà e Oro) al pianoforte a coda. In due episodi fa anche capolino un basso acustico, ma nulla di più. Ne consegue che i presenti si trovano davanti un live da ascoltare con molta attenzione, forse anche un po’ difficile da digerire all’inizio, ma di sicuro fascino. Anche su questo elemento dobbiamo nuovamente concordare con Mango: «Vedrete, il pubblico alla fine non vorrà più andare via. Ogni sera è così». In effetti, Mango sarà costretto persino a riproporre in coda Mediterraneo, già messa in scaletta come terza canzone, prima di poter congedare i suoi fan dopo quasi tre ore di esibizione.
Ma andiamo con ordine. Il cantautore di Lagonegro si presenta in giacca, cravatta e cappello nero in testa, intonando Se mi sfiori. Scorrono via tutti i migliori brani del suo repertorio, compresa La stagione dell’amore di Franco Battiato, «una delle due sue canzoni che preferisco in assoluto: l’altra è La cura». Dopo Come l’acqua arriva Il rifugio, una perla del nuovo cd per la quale Mango ha scomodato il grande compositore Maurizio Fabrizio. E poi spazio a La rosa dell’inverno, Ti porto in Africa e La fine delle poesie, che chiude la prima parte. L’artista parla molto con la platea, spiega le canzoni e motiva le sue scelte, mantenendo viva l’atmosfera. Dopo l’intervallo si riparte con Nella mia città e con una bella ballata di Giorgio Gaber, Chissà dove te ne vai, già proposta nel precedente tour: è l’occasione, per Mango, di ricordare un grande esponente del teatro canzone che ci ha lasciato troppo presto.
L’impianto quasi acustico di questa serie di concerti consente anche qualche rilettura: è il caso di Come Monna Lisa, Amore per te, Giulietta (quasi irriconoscibile nel suo cambio di metrica) e La rondine. In sostanza, i brani di Mango – spesso caratterizzati da una robusta sezione ritmica – vengono spogliati di ogni orpello e mettono maggiormente in mostra un’anima d’autore, che trova la sua ideale esaltazione nella nuova versione di Bella d’estate, trasformata in un suggestivo flamenco in 6/8. Un poeta che porta alta la bandiera della qualità: questo è Mango. E i suoi ammiratori, sempre pronti ad acclamarlo, lo sanno bene.
 

 

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In dettaglio

  • Data: 2011-12-07
  • Luogo: Supercinema, Chieti
  • Artista: Mango

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