«Benvenuti tra i fanghi delle terme di Sesto San Giovanni». Max Collini conserva il suo proverbiale tono flemmatico e vagamente beffardo anche quando deve dare il benvenuto al pubblico, graziato dal maltempo ma non dagli spiacevoli effetti dell'acquazzone pomeridiano. Ma chi conosce gli Offlaga Disco Pax sa bene quanto siano importanti le parole per il loro frontman, che infatti sceglie di dosarle solo per i brani di questo set di fine estate.

Il concerto non riserva nessuna sorpresa – c'era da aspettarselo, e d'altronde non ci si affanna a cercarne -, ma è comunque un'ottima occasione per ritrovarsi con una delle formazioni più originali del panorama italiano (indie e non, chiariamo). La setlist pesca a piene mani da Bachelite, ultimo LP del trio (2008), e preferisce profondersi in perle (si parte con Isla Dawson, ultima creatura contenuta nella compilation collettiva Materiali Resistenti) piuttosto che concedersi ai classici “sing-along” offlaghiani (manca, con sorpresa del pubblico, l'epica Kappler e il suo «ha la faccia come il culo!»). Collini e i suoi poi non osano risparmiarsi, nonostante il mood shoegaze della band (che certo non asseconda più di tanto il movimento d'anca), il pubblico un po' ingessato o i problemini tecnici del chitarrista Daniele Carretti (tanto che il panzer Robespierre ne esce piuttosto indebolito).

E alla fine, è il Collini a magnetizzare gli astanti, grazie l'impeto con cui deflagra i versi. Gli Offlaga non bastano mai. Sarà quell'mix di avanguardia musicale e appassionata leziosità narrativa (che la cadenza emiliana amplifica all'estasi). Sarà l'impasto di provincia e vette etiche. Sarà quel retrogusto di resistenza e sconfitta insieme. Di fatto, non bastano mai. Forse è la loro ferrea contraddizione a renderli irresistibili. Alla prossima, ed estendiamo l'invito.

A parte, nota di merito per il fulmineo ma poderoso set degli Eva Mon Amour (anche qui, contrasti e ossimori a pioggia).

(Fotografie tratte da https://www.facebook.com/selmilano)