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Conservatorio di Milano

Vinicio Capossela

 

Splendida serata per i fan di Capossela.
Questa di Milano era la serata di presentazione del nuovo album, Tredici canzoni urgenti, che dal giorno successivo sarà nei (pochi rimasti) negozi di dischi e sulle più importanti piattaforme. Serata speciale quindi non solo per presentare con dovizia di particolari ogni singola brano ma speciale perché forse per l’unica volta, Vinicio avrà la possibilità di avere sul palco tutti o quasi, i musicisti presenti in sala di registrazione. E così, alla guida di uno speciale ensemble di quattordici musicisti, Vinicio introduce ogni singolo brano in ordine di apparizione, seguendo la scaletta scelta sul disco.

Nonostante la Design Week e il conseguente traffico caotico di Milano, nonostante la dura pioggia battente, il Conservatorio è pieno in ogni ordine di posto, pronto ad ascoltare le nuove canzoni di un autore che dimostra album dopo album, una propria personalità artistica ed una profondità di pensiero non comune in ambito musicale. Dividono con Vinicio questa avventura musicale il maestro Raffaele Tiseo, vero capo-orchestra, mentre Alessandro Asso Stefana e Don Antonio Grammentieri, curano alcuni arrangiamenti. Al contrabbasso Andrea Lamacchia presenza storica nell’Orchestra Capossela. Perfetta la sezione fiati con sax e trombone, mente alla batteria si alternano due percussionisti. Al theremin e ai cori, l’immancabile Vincenzo Vasi. Al controcanto la brava Irene Sciacovelli.

Come già sottolineato, i suoni prodotti da questo speciale ensemble per l’album sono tra i più variegati, passando da atmosfere vicine alla musica classica al cha cha cha, dalle lente ballate a tripudi orchestrali, non dimenticando nemmeno l’overdub e il reggae. Per caratterizzare ancora di più il suono della piccola orchestra entrano in scena tre dolci violoncelliste, per ammorbidire le melodie e i toni... Sempre alla ricerca di un suono speciale e personale, una particolare attenzione è rivolta ai creatori di rumori – registrati per le musiche dell’album al MART di Rovereto uno dei centri studi più importanti sul Futurismo - da dove questi particolari strumenti provengono. Il creatore di questi suoni è Cesare Malfatti.

 

Ascoltando le canzoni nella versione live molte di esse acquistano una valenza maggiore grazie agli arrangiamenti e al pathos creato dal palco e dal pubblico. L’unico brano che non mi convince di questa nuova raccolta di canzoni è Cha Cha Chaf della pozzanghera, che termina in una assordante sarabanda (zappiana?)  ma tutte il resto è davvero pregevole. Dal vivo, grazie alla presenza di Margherita Vicario (qui nella foto in alto), il brano La cattiva educazione in cui si parla del femminicidio, acquista particolare espressione. E la ripetuta chiamata sul palco della ragazza al termine del brano dimostra come la platea abbia particolarmente apprezzato la sua performance.

Vinicio si presenta con nero cappello e di nero vestito, dimostrando la sua bravura interpretando con particolare partecipazione alcuni brani che diverranno presto parte del repertorio più noto di questo autore.  Mi riferisco ad esempio a Il tempo dei regali, in versione travolgente, All you can eat, manifesto programmatico del pensiero caposselliano, La crociata dei bambini in una versione che sarebbe piaciuta a Giorgio Strehler, Ariosto governatore, di come parlando del passato si possa fotografare perfettamente il presente e infine una atipica canzone d’amore quali Il bene rifugio, in cui la passione umana è paragonata ai future, all’oro, all’uranio. Non dimentichiamo poi l’apocalittica Sul divano Occidentale in cui noi , abitanti del Vecchio Mondo, osserviamo i cambiamenti senza agire o senza prendere posizione. Su tutte il brano che preferisco, Con i tasti che ci abbiamo, che chiude con delicatezza un album davvero notevole.

Nel finale spazio a Sir Oliver Skardy dei Pitura Freska, che coinvolge il pubblico in un delirante Papa Nero (con le violoncelliste attonite e divertite) e un omaggio al grande Enzo Jannacci a dieci anni dalla morte. Per ricordare Enzo, Capossela sceglie un brano minore del vasto repertorio di Jannacci e la sua versione di Giovanni Telegrafista (piripipiripiripi) è drammatica e commovente. Prima di salutare il pubblico Vinicio e tutta la band riprendono il ritornello di Il tempo dei regali e il pubblico lascia la sala soddisfatto. Ovazioni e applausi meritati. Ed ora in tour per presentare in tutta Italia il nuovo album.

Foto di Barbara Pasquariello

 

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In dettaglio

  • Data: 2023-04-20
  • Luogo: Conservatorio di Milano
  • Artista: Vinicio Capossela