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Teatro Ambra - Albenga (SV)

Su la Testa

 

Cos’è stato ‘Su la testa 2024’? È stato un festival in linea con le quindici edizioni precedenti, ma ancora più ricco. Il colore giallo delle locandine di quest’anno (per ogni edizione viene scelto un colore diverso) ha rappresentato bene il mood della manifestazione: corrisponde, didascalicamente, al sole che ha baciato la terra ingauna dal 2 al 4 maggio, alla solarità con cui, da sempre, l’Associazione Zoo accoglie gli artisti (agli antipodi rispetto alla proverbiale accoglienza ligure) e anche alla dimensione “esterno giorno” peculiare di SLT 2024.

Da una decina d'anni questo festival offre - oltre tre serate consecutive che si svolgono a teatro - eventi collaterali pomeridiani in cui si parla, ascolta e vede musica e cultura varia. Ma visto che dalla ripartenza post pandemia (2023) viene calendarizzata in primavera, anziché intorno all’otto dicembre, come era tradizione, questo ha permesso di far suonare una dozzina di artisti durante i pomeriggi di venerdì e sabato all’aperto, in tre piazze della cittadina.

Non solo: l’apertura di un nuovo negozio di dischi ha creato l’opportunità di matinée, nel corso dei quali è stato possibile ascoltare set minimali, acustici, di alcuni dei protagonisti dello spettacolo serale, unico evento a pagamento (con un biglietto alla portata di tutti) della manifestazione.

Insomma, chi è stato ad Albenga in questi giorni ha potuto assistere a una trentina di esibizioni, una degustazione di musica dai sapori molto diversi, accomunata da un livello artistico degno dei più prestigiosi eventi nazionali. E il pubblico ormai lo sa, ha imparato che se una sera conosce solo due dei nomi in cartellone gli altri due meriteranno sicuramente almeno un ascolto incuriosito, al di là del gusto personale. Non a caso, in molti comprano, un po’ sulla fiducia, l’abbonamento.

 

Limitando lo sguardo agli spettacoli in teatro, si è partiti giovedì 2 con Roberta Monterosso, cantautrice originaria proprio di Albenga, che ha portato sul palco, in trio, estratti dal suo primo album “Quota Rosso”. È stata vibrante come il colore rosso, emozionante, riempiendo il teatro come se fosse la culla naturale per la sua voce.

A seguire Edoardo Chiesa, ospite a SLT agli esordi, che ha restituito live quella leggerezza lucida e il punto di vista lontano dall’ovvio che sono l’unico filo conduttore tra i brani molto diversi del terzo disco appena uscito “A quello che vedo non credo per niente”, accompagnato da due musicisti con cui è palpabile l’intesa e la connessione.

Nella seconda parte spazio al blues travolgente di Francesco Piu, irresistibile anche in versione “one man band” e molto amato da queste parti fin dalla sua prima esibizione al Festival, targata 2012.

Chiusura dedicata alla celebrazione da parte di Cisco Bellotti del seminale primo album dei Modena City Ramblers “Riportando tutto a casa”; un set decisamente intenso che ha fatto spellare le mani al pubblico, che l'indomani, proprio dal furgone che da Albenga li riportava a casa, ha potuto sapere di nuove date estive dedicate a questo progetto.

 

Seconda serata partita a razzo, con il rock urbano di Edward Abbiati & the Rattling Chains, band pavese con il cuore tra Londra e San Francisco, capace di elettrizzare il teatro dopo pochi istanti. Spazio anche ai giovani con il duo elettropop Masalaeforesta, con lei emozionata per il ritorno nella sua Albenga, che dedicano il concerto ad una serie di riletture di classici della musica italiana.

Dopo l'intervallo e il monologo a sorpresa dell'attore e scrittore Giorgio Olmoti, sempre di casa da queste parti, un'esibizione superba di Federico Sirianni e il duo Merakee, a cui si unisce il violinista bresciano Michele Gazich, recente collaboratore con Sirianni sia nel disco tributo a Michele Straniero, sia come produttore del suo ultimo singolo “La ricerca della felicità”.

Chiusura affidata all'ensemble comico-musicale ‘Milano 5.0’ (Folco Orselli, Flavio Pirini, Rafael Didoni, Walter Leonardi ed il “milanese imbruttito” Germano Lanzoni), che alterna il blues a tinte meneghine ad una caustica ironia che regala ai presenti un ritorno a casa con il sorriso.

La serata conclusiva è stata memorabile, un puzzle in cui tutto si è incastrato perfettamente, davvero un finale con il botto di una tre giorni coinvolgente.

I Terraviva hanno aperto la serata con stile e personalità, sono strutturati ma non leziosi e la cantante Francesca ha una voce di cui potrebbe farsi vanto, ma, al contrario, non esagera, si amalgama con gli strumenti. Gruppo formato da italiani emigrati a Londra e lì conosciutisi per caso, dimostrano dimestichezza con diversi generi, con i quali propongono la loro sfiziosa ricetta musicale. Incanta e commuove la giovanissima Alessandra Tumolillo, recentissima star di piccolo e grande schermo grazie alla sua abilità alla chitarra, con la quale reinterpreta classici napoletani in chiave jazz. Il pubblico dimostra di apprezzare la sua esibizione, che si chiude con una corale Quanno chiove di Pino Daniele.

Filippo Graziani da solo con la chitarra e un modo di porsi semplice ha catalizzato l’attenzione. Sicuramente è in parte merito dei brani, storici e nuovi, del padre Ivan. Brani che, dopo decenni, non hanno perso grinta e dolcezza, che sembrano tutt’ora anticipare i tempi, sia dal punto di vista testuale che melodico. Ma ricondurre il valore di questa esibizione al repertorio sarebbe inesatto: Filippo ha dimostrato di avere una propria dimensione artistica che crea un’energia sul palco difficile da descrivere.

Come difficile da descrivere senza sciorinare superlativi entusiasti è l’ultimo tassello di questo Su la testa 2024: Paolo Benvegnù. O, meglio, Paolo Benvegnù e la sua famiglia artistica, composta dal fedelissimo Luca Roccia Baldini e un manipolo di giovani con cui collaborano ormai da alcuni anni, perché, per quanto il carisma del cantautore sia talmente forte da sembrare luminoso, non schiaccia i suoi compagni di palco, ma l’equilibrio che creano è un universo, in cui ci si immerge. Nel set hanno proposto diversi fiori da quel prezioso bouquet che è il neonato “È inutile parlare d’amore” e regalato un breve sguardo agli album precedenti, il tutto quasi senza soluzione di continuità, un viaggio vero e proprio con cui abbiamo salutato, grati e con gli occhi ludici dell’emozione, questi tre giorni avvolti dalla musica.

 

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In dettaglio

  • Data: 2024-05-02
  • Luogo: Teatro Ambra - Albenga (SV)
  • Artista: Su la Testa

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