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Ugo Mazzei
Qual è stato il percorso che ti ha portato
a realizzare il tuo album di esordio? L'intravedere uno spiraglio di luce nuova sulla canzone d'autore, e da lì
finalmente uscire con un lavoro pieno di sonorità da me amate negli anni. Parliamo del titolo: Pubblico e
privato. Quali sono i significati? “Pubblico” vuol dire di tutti,
come di tutti è il pop, quindi un momento d'ascolto semplice, quasi popolare. Il “Privato”, in questo caso sono io, la mia vita di
uomo, i sentimenti nascosti, mai chiari, insomma la solitudine, intesa però come
riflessione e mai come allontanamento dal Mondo. A proposito di titoli, quello che non lascia indifferenti è “Lucciole
sulla Salaria”. Come nasce questo brano? Il baratto più antico del Mondo! La
prostituzione vista dagli occhi di un uomo che cerca l'amica d'infanzia tra i
cespugli della Salaria, la trova e con l'aiuto di una fantastica Roma byroniana la porta via con sé. Una canzone di speranza, non so, forse la poesia entra
nelle tematiche sociali più delicate, quasi volesse esorcizzare i momenti meno
belli della vita . Le canzoni dell’album trattano temi importanti su un andamento musicale
spesso leggero, al limite del disimpegno. Da dove nasce questo contrasto
espressivo? Nasce dalla canzone popolare, la semplicità
dell'accordo sposa la frase, cresce nell'anima e sfocia alle orecchie come
banale, ma intensa. Sei di origini siciliane, ma è Roma lo scenario dove fai vivere le tue
storie. Come mai? Perché Roma è stata sempre lì, in
mezzo a sette colli. È madre di tutti noi italiani, la luce, il calore, gli amori,
le delusioni; ha visto tutto e gli occhi dei romani sono lo specchio leggibile
del viaggiatore. È facile descrivere Roma, il difficile è leggerla tutta. Molti i musicisti importanti coinvolti in questo lavoro, ma è la
fisarmonica di Salvino Strano a restituire ai brani un tocco di maggiore
sensibilità. Ci parli dei motivi che ti hanno portato ad includere questo
elemento timbrico nella tessitura musicale? La fisa o accordeon è la voce
della gente, uno strumento che esiste in molte etnie, riempitivo e mai
eccessivo nelle sue frequenze. Salvino ne è la prova. È un pianista classico,
ci completiamo nell'armonia e nel ritmo. Sta collaborando al mio prossimo
lavoro su García Lorca. L’ironia graffiante e certi percorsi linguistici fanno venire in mente il
filone dei cantautori francesi. Nasce da lì il tuo incipit compositivo? La canzone francese rimane in
mente: è una monotonia che non disturba, i testi dei maestri francesi sono
ironici e raffinati. Certe volte ascolto Brel,
Brassens, Ferré e rimango incantato dal loro modo dissacrante di raccontare
la vita. C'è una canzone in particolare "Quella gente là" di Brel che nell'interpretazione maestosa
di Gaber mi fa capire come il popolo
francese prende le cose, con una ironia malinconica e mantenendo una lucidità
costante e perennemente rivoluzionaria. Fare il cantautore oggi in Italia è una scelta artistica - e di vita -
difficile. Qual è il tuo pensiero a riguardo? Il cantautore è malato! Andrebbe
curato, disintossicato e reintegrato in società con una mente resettata. L'Italia continua ad accettarlo, guardandolo un po' come
si guarda un pezzo d'antiquariato. Non è un mestiere ma una condizione di vita
che però, se vissuta bene, soddisfa i sensi a tal punto da non volerne uscire
più. Hai dichiarato che ti piacerebbe molto essere chiamato da un regista
per una soundtrack. Nel frattempo, è
successo? Se no, hai un paio di righe per sognare. Un paio di righe? Ti traccerei un’autostrada!
No, non è ancora successo, in fondo i film nascono dai sogni della gente; se un
giorno un regista dovesse sognare così forte da mettersi in contatto telepatico
con la mia musica ne sarei felicissimo. Accennavi prima a un nuovo lavoro discografico. Ho le idee chiare. Sto lavorando su un
progetto che esalta l'immagine e ricorda la grandezza di un uomo spagnolo,
innamorato della vita e poeta per hobby che porta il nome di Federico García Lorca. Forse il più delicato tra i poeti mai esistiti. Da lui ho
imparato tanto, sento già la musica nei versi. È facile con certe parole, trovare
una melodia o un ritmo che si avvicina alle corde di Spagna. Spero di finirlo
entro la primavera ed ho in mente anche una interpretazione teatrale-musicale.Cantautore per vocazione
Scambio di mail con Ugo Mazzei, cantautore dalle idee chiare e dello stile vissuto. Il
suo album d’esordio Pubblico e Privato
ha destato la nostra curiosità, per via della sicura ricercatezza mostrata nell’intreccio
tra parole e musica e per quel modo espressivo pieno di ironia tipico dei più
grandi. Consapevole delle difficoltà, ma certo dei propri mezzi, il Nostro ci
racconta alcuni significati delle sue canzoni: solida base di partenza per
progetti più ambiziosi e complessi.
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