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Il Corpo Docenti

Dalle stanze del CPM alla musica live

Tra i vincitori del contest ‘Tieni Il Palco – edizione 2018’, Il Corpo Docenti ci ha colpito per la capacità di essere semplici, diretti, energici, così come dovrebbero essere sempre le giovani band quando lasciano le sale prove per approcciarsi al mondo della discografia, ai primi concerti veri.
Ovviamente ancora poco personali nella ricetta sonora (qui la nostra recensione uscita qualche mese fa del loro esordio: http://www.lisolachenoncera.it/rivista/recensioni/scivoli/), hanno dalla loro una forte amicizia che li lega e una tecnica individuale acquisita nei corsi del CPM - la scuola di Musica fondata da Franco Mussida a Milano nel 1985 – che dovranno dosare e amalgamare sempre meglio per ottenere quella quadratura del cerchio che tutti i gruppi inseguono, ovvero la ricerca di un “suono” che diventi marchio di fabbrica.
Il loro primo ep, Scivoli, è stato quindi un ottimo primo passo per conoscere meglio questa band formata da Lorenzo ‘Benzo’ Manenti (voce e chitarre), Federico Carpita (basso) e Luca Sernesi (Batteria), tre musicisti a cui abbiamo chiesto di parlarci di loro, della loro musica e dei progetti futuri.  Vi riportiamo qui la nostra chiacchierata...

Ciao ragazzi, con “Scivoli”, abbiamo potuto ascoltare una band giovane ma sicura di sé che, pur non mostrando ancora appieno la propria identità ha posto solide basi per gli sviluppi futuri. Com’è nato questo lavoro?
Scivoli
nasce circa un anno fa. Federico e Benzo suonavano già insieme e in quel periodo stavano cominciando a scrivere i primi brani, come Silenzio, che è stato proprio il primo a nascere. Dopodiché è subentrato Luca ed è bastata una prova per capire che c’era intesa. È avvenuto tutto in maniera molto semplice e spontanea.

Per la produzione vi siete avvalsi dell’esperienza di Michele Marelli (batterista di Bugo e Paletti). Com’è stato lavorare con un artista come lui e qual è stato secondo voi il contributo maggiore che ha apportato al vostro sound?
Durante le registrazioni Marelli è diventato un po’ il quarto componente della band. Ha capito subito come volevamo far suonare il disco e il contributo più grande che ha dato è stato proprio quello di valorizzare al meglio quello che avevamo in mente.

Voi frequentate tutti il CPM: quanto ha contribuito alla vostra formazione?
Il CPM è un’esperienza che dopo averci “formato” individualmente ci ha dato la possibilità di suonare insieme, di creare qualcosa che mettesse insieme tre mondi che si sono trovati affini. Ci piace dire che pian piano è diventata la nostra sala prove. Musicalmente gli stimoli per una ricerca sonora che appagasse i nostri gusti musicali l’abbiamo poi cercata e trovata in mille altri modi, anche fuori dal CPM, ma quel luogo rimane la fucina da cui tutto è nato.

La vostra musica trasmette una carica d’adrenalina non indifferente e, anche a chi non vi ha mai ascoltati dal vivo, lascia presagire che la vostra dimensione ideale sia il palco, infatti siete tra i vincitori dell’ultima edizione di Tieni Il Palco, un concorso che punta tutto sulla capacità e sulla resa live. Qual è stato per voi il momento più emozionante vissuto durante questo contest?
È stato divertente, perché non ci era mai capitato di suonare all’interno di un Centro Commerciale e quindi all’inizio è stato strano (le fasi finali si svolgono infatti ogni mese allo ‘Shopville Gran Reno’ di Casalecchio di Reno appena fuori Bologna, anche se dal prossimo anno sono previste grandi novità, aggiungendo nuove location fuori regione, ndr). Appena abbiamo visto che non si trattava di un palco “classico”, con una batteria elettronica… ci siamo un po’ spaventati, ma dopo due prove abbiamo preso confidenza e il concerto è andato molto bene.

Durante i vostri concerti quali sono i brani che suonate più volentieri?
Il più bello da suonare dal vivo è sicuramente Canzone per litigare, perché è pieno di sezioni diverse tra loro e richiede parecchia concentrazione ma dà altrettanta soddisfazione. È un brano che racchiude malinconia e grinta allo stesso tempo ed è uno dei più apprezzati dell’EP.

Nella presentazione del vostro disco dichiarate di non voler fornire soluzioni ma piuttosto di voler “far sentire l’ascoltatore un po’ meno solo”. Qual è l’ascoltatore ideale a cui fate riferimento e in che modo secondo voi la musica può avere una funzione terapeutica?
“Scivoli” è un disco molto introspettivo, che parla di rapporti deteriorati, in cui vengono raccontate anche diverse storie che sono successe a noi direttamente o indirettamente. Capita a tutti, alla fine, di avere una delusione da una relazione o da una situazione, ma ovviamente sono viste dalla prospettiva di un ragazzo della nostra età, quindi cerchiamo semplicemente di andare a prendere quelle persone che si sono sentite come noi in quel momento. La musica è terapeutica in quanto ci permette di esorcizzare i nostri demoni. Se la vita fosse perfetta e priva di contraddizioni, probabilmente non ce ne sarebbe bisogno.

Spesso è stata sottolineata la vostra affinità con altre band alternative rock italiane, soprattutto con i Ministri. Ma quali sono gli artisti che amate di più e con chi vi piacerebbe poter condividere il palco?
In questo momento ci piacerebbe salire sul palco con i Punkreas. Siamo anche molto curiosi di sentire il nuovo lavoro dei Fast Animals and Slow Kids e ovviamente aspettiamo il ritorno dei Verdena.

Quali le prossime tappe per promuovere “Scivoli”?
In queste ultime settimane abbiamo ripreso ad andare in giro con la seconda parte del tour e non vedevamo l’ora, anche perché abbiamo passato i primi mesi dell’anno in saletta a scrivere.  Puntiamo a spingere il più possibile fino all'estate per poi tornare in studio a registrare il nuovo materiale.

Allora non vediamo l’ora di ascoltare il nuovo lavoro. Intanto, prima di tornare in studio, vi auguriamo il meglio per le prossime date dello "Scivoli tour", anzi l’ultima, quella milanese di venerdì 10 maggio allo Spazio Ligera
(vai all’evento).
Nella foto qui sotto Federico a sinistra, Lorenzo al centro e Luca a destra

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