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Cristina Donà

Prosegue il suo Special Acustic live con tanta voglia di essenzialità e di stare "così vicini".

Cristina Donà, reduce dall’ottimo disco Così vicini di cui l'Isola che non c'era si è già occupata e che conferma la caratura della cantautrice milanese, è attualmente impegnata in una serie di concerti acustici incentrati sull’ultimo lavoro ma che prevedono naturalmente anche canzoni dell’intera sua produzione.  Ad accompagnarla in questi concerti Saverio Lanza, musicista e produttore con il quale sta lavorando in questi ultimi anni. L’abbiamo incontrata prima del concerto di Lumezzane (Bs), che costituisce una sorta di aperitivo del concorso Musica da bere  (che si terrà nel prossimo mese di Maggio), giunto alla 6ª edizione e diventato un riferimento per la scena emergente italiana.  Ad aprire la serata le migliori finaliste delle precedenti edizioni di Musica da Bere: Rebi Rivale, Roberta Gulisano e le Little Creatures (vincitrici della scorsa edizione).

Ciao Cristina, un saluto innanzitutto e complimenti per il disco “Così vicini”, veramente molto bello e delicato. Ci vuoi dire qualcosa di questi concerti acustici?
I concerti che fanno parte del tour legato a “Così vicini” sono stati pensati secondo due modalità. La prima consta di un set acustico che mi vede affiancata da Saverio Lanza, che è anche la persona che mi sta accompagnando nella scrittura delle canzoni ormai da alcuni anni, così come nella produzione del recente disco. Poi c’è la versione elettrica, con la band.  Il set in due l’abbiamo scelto per tante ragioni: la prima è che ha a che fare con il cuore dell’album,  che è un richiamo se vuoi all’essenzialità, alla voglia di guardarsi negli occhi, di stare vicini. E questo era possibile esplicitarlo in luoghi raccolti, piccoli, o almeno che potessero dare a me e a Saverio la possibilità di stare a diretto contatto col pubblico. Poi se vuoi anche perché questo album è stato scritto a quattro mani e ho pensato che sarebbe stato bello raccontarlo, una sorta di storytelling in presa diretta. E la dimensione migliore per fare questo tipo di operazioni, almeno per quello che mi riguarda, è sempre quella acustica. Ci sarà quindi una parte nella quale racconterò il disco dall’inizio alla fine e una seconda, dopo una micro-pausa che serve sostanzialmente a farsi richiamare fuori dal pubblico, nella quale invece eseguiremo delle canzoni che fanno parte dell’intero mio repertorio.



Sono convinto che il tuo ultimo disco sia molto adatto a questo tipo di concerti. Volevo chiederti, cercando di scavare un pochino, come è nata l’idea di questo progetto che già dal titolo “Così vicini” si presenta come un lavoro che presuppone uno sguardo particolare verso l’intimità.
Questo disco ha a che fare anche con l’anagrafe, con la mia età. Ci sono momenti in cui guardi fuori, ci sono momenti nella vita invece in cui ci si guarda più da vicino, non in modo autoreferenziale ma in una  maniera che serve a capire un po’ di più del nostro mondo emozionale. Magari per aprire un percorso che potrebbe essere per me un desiderio o forse anche la realizzazione di un sogno:  parlare agli altri per suggerire una sorta di miglioramento di noi stessi. Diamo sempre la colpa agli altri, alla negatività che ci circonda ma spesso non facciamo nulla per migliorare noi stessi. Oppure non capiamo che le reazioni negative di chi sta  vicino a noi sono state provocate probabilmente dai nostri atteggiamenti.

E che cosa possiamo fare?
Non parlo di colpe, ma visto che fuori da noi stessi ci sono delle logiche sulle quali apparentemente possiamo far poco, quello che possiamo fare è cercare di cambiare qualcosa dentro di noi. Non sono la prima a dirlo, grandi mistici l’hanno già suggerito,  ma effettivamente credo che sia così.

Cristina, mi piace pensare che questi messaggi possano passare non solo tramite le parole dei grandi mistici ma anche attraverso una canzone di qualche minuto. Mi collego a questo argomento per chiederti se pensi anche tu che la fatica che facciamo a guardare dentro di noi non è data magari dal troppo che ci impegna quotidianamente.
Questa è una realtà dei fatti, è un mondo nel quale ci siamo ritrovati anche col nostro consenso. La tecnologia, che non ha nessuna colpa, ha complicato di molto le nostre esistenze. C’è la parte positiva, di ricerca di comunicazione, di un sapere che magari non sempre è colto o approfondito ma che comunque è raggiungibile in una maniera impensabile fino a poco tempo fa. La tecnologia ci offre spunti e possibilità grandissime ma ci ha comunque complicato di molto la vita. Un filosofo ha detto che “all’aumentare della tecnologia nella nostra vita aumenterà lo stress”, e già di questo ne abbiamo prova. La tecnologia dovrebbe aiutarci e invece ci ritroviamo più stressati. La giornata è fatta di 24 ore, più cose infiliamo nella nostra giornata e meno tempo ci rimane per riflettere, per capire dove stiamo andando, per avere un rapporto più diretto e consapevole con le persone che ci stanno vicine. Siamo sempre proiettati verso qualcosa d’altro, verso una mail, un sms o un social network. Questa problematica la stiamo vivendo in molti, ma pochi si chiedono se questa  vita così com’è ha un senso. Il mio invito è quello di cercare, almeno qualche volta, ma quasi come un dovere, un momento di silenzio, di distacco, di isolamento,  un momento nel quale ci dedichiamo a noi stessi, alle persone che ci vogliono bene. Personalmente trovo questo modo di vita angosciante, chiaramente non solo per la tecnologia, ma per tutti i problemi che ogni giorno dobbiamo risolvere e che sembra aumentino sempre di più.

Anche da un punto di vista musicale i tuoi album rispecchiano questa maniera di pensare, in particolare i più recenti sono più minimali rispetto ai tuoi esordi rock.
Mi fa piace che tu la condivida in qualche modo. Questa ricerca è un po’ anche musicale certamente, non ho assolutamente abbandonato la mia verve rock, e chi mi ha visto dal vivo può testimoniarlo, però nei dischi ho voluto provare tante altre strade, che mi danno la possibilità di sperimentare, di sondare nuove possibilità. Io sono molto affascinata dalla forma canzone, è un bell’esercizio per me cercare una bella melodia, un esercizio che per “Così vicini” ho svolto con Saverio Lanza, con il quale ho scritto le canzoni di questo album. Ci siamo molto divertiti a trovare spunti che non c’erano nei miei album precedenti. Questo lo abbiamo fatto anche con la canzone Miracoli, inserita in Torno a casa a piedi del 2011, disco con il quale ho iniziato a lavorare con Saverio. E’ un brano molto distante dalle mie canzoni precedenti ed ho fortemente voluto che fosse così con i fiati,  bandistico, un po’ anomalo. Lo stesso cantato di Così vicini si discosta dai miei cantati abituali. Per me è un viaggio ogni volta, diciamo che trovare una centralità emotiva mi piace e mi affascina, magari non sarà sempre così ma oggi mi piace molto fare questi esperimenti.

Il testo del brano Il senso delle cose dà l’idea di questa essenzialità, che personalmente  trovo molto affascinate.
Il senso delle cose
è la ricerca di cui si parlava all’inizio, questa voglia di guardare oltre l’apparente, cercando letture di quello che ci accade. E’ un altro tema molto caro e che mi piace condividere con gli ascoltatori. Per quanto riguarda il concerto al Teatro Odeon di Lumezzane ricordo che prima di me ci saranno delle cantautrici molto brave che meritano di essere  seguite e incoraggiate: Rebi Rivale, Roberta Gulisano e le Little Creatures. Escono tutte dal concorso “Musica da bere”, una rassegna che consiglio a tutti e che sta crescendo anno dopo anno.

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Giovedì 19 marzo al Teatro Odeon di Lumezzane un'eccezionale serata al femminile che anticipa la rassegna di maggio. Cristina Donà, Targa MdB 2013,  in concerto per “Aspettando Musica da Bere”, il pre-rassegna che è diventato culto irrinunciabile. Dopo avere emozionato il CTM di Rezzato nel 2013, la cantautrice rock di matrice mediterranea torna con il nuovo album “Così Vicini” e, insieme al suo produttore e musicista Saverio Lanza, si esibirà in un grande concerto dove, oltre ai nuovi pezzi, riproporrà per il pubblico il suo straordinario repertorio.
Ad aprire la serata, le migliori finaliste delle precedenti edizioni di Musica da Bere, concorso giunto quest’anno alla 6ª edizione e ormai diventato un riferimento per la scena emergente italiana. Saranno infatti Rebi Rivale, Roberta Gulisano e le Little Creatures le protagoniste di questo imperdibile evento.

 

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