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Renzo Chiesa

Cinquanta - 50 anni di ritratti della mia musica

 

Difficile immaginare che un libro suoni, sfogliandolo. Che dalle pagine escano note, sbuffi di sigaretta, ghigni, assoli di sax, scale di pianoforte, rumore di cavi sul palco e piedi danzanti. Difficile immaginare che un solo uomo sia riuscito a fotografare in cinquanta anni di carriera non solo tutti i musicisti migliori del mondo, ma che ne abbia anche tirato via dallo scheletro e dai muscoli l’essenza esatta, la carne, il sudore, l’intenzione, quella che normalmente suona sui loro dischi, quella che invece trasuda dalle pagine di questo gioiello indiscusso. Renzo Chiesa, fotografo cremonese, juventino, uomo simpaticissimo, basso di statura come il Nuvolari di Dalla (che per questo mestiere non può che essere un vantaggio), dal fare scattante e dal guizzo negli occhi, dopo aver fatto la storia, vivendo sotto i palchi più famosi del west, ha deciso – finalmente – di raccogliere in un volume i suoi ritratti di una vita.

Cinquanta - 50 anni di ritratti della mia musica’ procede per ordine cronologico, mostrando in una galleria sorprendente quello che ogni appassionato di musica avrebbe voluto vivere ma che oggi può fare, seppur solamente con gli occhi, tutto in una volta: nel giro di una manciata di pagine si aprono mondi, scenari, si annusano palchi, atmosfere, si entra dentro la foto per entrare nelle giacche di Paolo Conte, negli occhiali tondi di Dalla (Renzo Chiesa è  - tra le tante cose – anche l’autore della mitologica copertina del disco del 1980, con Lucio, il coppolino di lana e gli occhi all’insù. In alto una foto tratta da quel servizio fotografico), sui pattini di Jannacci, nel broncio di Francesco di Giacomo, dietro il fumo delle sigarette di Faber, nella capigliatura sudata di Jagger, dentro lo sguardo profondissimo di Demetrio Stratos (qui sotto in una foto con Mauro Pagani), tra i denti di Hendrix mentre li usa per suonare la chitarra. Solo questi, nominati al volo, basterebbero per far venire l’acquolina a chiunque, ma invece arrivano in sequenza, Ellington, Miles, Ella, Bob Marley, Nanni Ricordi, Gaber, Bill Evans e tantissimi altri.

 

Una sbronza infinita che stordisce, un libro necessario da tenere in casa, un racconto attraverso la pellicola che in quegli anni veniva centellinata e usata in modo da sfruttarne l’osso, da essere quarta parete dell’artista e non al contrario, come avviene oggi col digitale, sfrontato e audace pescecane che mangia, investe, ingoia centinaia di scatti, per poi scegliere i migliori. Chiesa si mette dietro la storia di ognuno di loro, ha pudore, ma sfrontatezza nel ricavare anche dai più schivi un fotogramma, il fotogramma. Dilata, a volte sfoca, slabbra, ma ricompone, nasconde, sfuma, ma narra esattamente a fuoco, come un cronista, imponendosi in maniera elegantissima, garbata, intuitiva e geniale di rapire l’anima.

 

Questo non è scontato, questo capita a pochi occhi. Questo, nota personale, mi narrava di Renzo Chiesa, sempre, in ogni discorso fatto, in ogni telefonata, il tanto compianto Giovanni Choukadarian, di cui trovo a sorpresa (ma in realtà non poteva essere altrimenti), in apertura di volume, una perfetta introduzione da cui rubiamo le ultime parole per chiudere questo scritto come lo scriba avrebbe voluto: «in un tempo in cui tutti hanno opinioni su tutto, benvenuto Renzo Chiesa, un artista che si attiene ai fatti». Amen e ciaopèpp. 

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In dettaglio

  • Artista: Renzo Chiesa
  • Editore: VoloLibero Edizioni
  • Pagine: 216
  • Anno: 2022
  • Prezzo: 40.00 €