Marialaura Giulietti
Com'è profondo il mare
viene sempre definito l’album della svolta di Lucio Dalla. A ragione, a
torto, come dato di fatto, non si sa. Quello che è certo è che ha segnato
diversi cambiamenti nella carriera artistica e poetica del cantautore
bolognese: fa seguito alla trilogia della collaborazione con Roberto Roversi,
per la prima volta Dalla scrive i testi oltre che la musica durante un
travagliato esilio volontario alle isole Tremiti.
Era il 1977, trent’anni fa e
qualcosa di più, belle speranze in un contesto storico e sociale che, se oggi
fa pensare, allora faceva porre domande esistenziali non indifferenti: in
musica in particolare, con gli anni sessanta ormai ampiamente alle spalle, le
radio libere appena nate, il punk in arrivo, di là il rock, di qua i testi
impegnati. Il libro di Marialaura
Giulietti, arricchito dalle fotografie di Roberto Serra, si
snoda attraverso le testimonianze di tutte le persone che, a vario titolo,
hanno fatto parte del disco: musicisti, produttori, discografici, amici,
ispiratori, tecnici, fotografi. I loro ricordi e i loro contributi partono
dalla collaborazione con Dalla e si allargano fino a raccontare la storia della
musica italiana di quel periodo: testimonianze, sensazioni, ma anche aneddoti
e, ogni tanto, arrabbiature e sfoghi a posteriori. Va notato anche che il disco
venne pubblicato da RCA, e un po’ in tutti i contributi si avverte la bonaria e
fondamentale presenza di Ennio Melis, scomparso nel 2005.
Inevitabile parlare di questo libro
con in sottofondo le note dell’album, perché l’ascolto di queste canzoni che
sembrano quasi dei film ti aiuta a capire, a ricordare, a pensare: e mentre
pensi e ascolti, realizzi che c’era un modo di far dischi completamente
diverso, forse artigianale come tutto quello che si stava per costruire
nell’Italia di quegli anni speranzosi, ma proprio per questo un po’ più vero e
rispettoso.