Glauco Cartocci
Già il nome del protagonista,
Floyd Hendrix, offre un chiaro segnale di quale ambiente caratterizza questo
noir a sfondo musicale partorito dalla fertile mente di Glauco Cartocci.
Poi il padre del protagonista, Chuck Hendrix, l’ufficio in Baker Street, i nomi
degli altri personaggi, Cage, Woodstock, Calvert, e di altri luoghi, Zabriskie
Point, un locale, Abbey Road, che diamine, una strada, “la” strada.
Tutto, in questo libro, rimanda
alla storia del rock, quel rock che si vorrebbe raccontare a figli e nipoti
(con la speranza, a tratti vana, che riescano a percepire quell’alone di mito
che lo circonda), quel rock che ha riempito intere serate passate a sognare
epici show tra dischi e musicassette.
Nostalgia? Forse, perché no…
Rimpianti per un’epoca che aveva un “qualcosa” di magico? Anche, certo,
altrimenti non si spenderebbero ancora oggi
fiumi di inchiostro per rievocazioni, anniversari, celebrazioni, e non
si pubblicherebbero raccolte, best e tributi.
La trama del racconto,
ovviamente, non va raccontata, va scoperta pian piano leggendo il volume; basti
sapere che l’intreccio, lo stile, le atmosfere, gli ambienti, riportano agli
autori nobili del noir americano degli anni cinquanta e sessanta, ma anche all’Ellroy
di “L.A. Confidential”, alla
figura di Marlowe, il poliziotto privato portato sugli schermi dall’inconfondibile maschera di Robert
Mitchum: il tutto però, trasferito in una vicenda a sfondo musicale, in cui a
“rapaci” collezionisti si contrappongono “puristi” musicali e “furbetti” che
cercano di lucrare qualche soldo dagli uni e dagli altri.
Appassionante, intricato,
coinvolgente, un racconto che, in modo lucido, narra di un amore sconfinato per
la musica rock come fenomeno globale, musicale ma anche visivo, fatto di
personaggi, di oggetti, di immagini, di storie. Rock will never die… of course!