Teresa De Sio & Giovanni Lindo Ferretti
Un film, un documentario, il
filmato di un concerto, ma anche una narrazione picaresca e una fotografia il
più possibile fedele di cosa sarà il
folk salentino in futuro. E’ tutto questo Craj.
Domani – Storie di cantatori, cavalieri e pizzicate, lo spettacolo
fortemente voluto da Teresa De Sio a
cui hanno partecipato Giovanni Lindo
Ferretti e tre nomi assai importanti della musica tradizionale salentina: i
Cantori di Carpino, Matteo Salvatore e Uccio Aloisi. Una manciata di date in giro per l’Italia nel 2004 a
metà tra concerto, teatro e festa di piazza e poi un film per la regia di Davide Marengo, che riesce ottimamente a
fermare su schermo lo spirito di un progetto tanto importante sotto il profilo
culturale quanto divertente una volta inscenato.
La pellicola inserisce le
immagini delle esibizioni (quattro palchi attorno alla platea coi diversi
cantanti e l’ex CCCP declamante a cavalcare tra il pubblico un bellissimo
maremmano bianco) in una cornice di fiction, ovvero la storia di Messer
Floridippo (Ferretti), allampanato intellettuale tutto libri e poca vita
vissuta e del suo pulcinellesco servo Bimbascione (una De Sio ottima anche
nella recitazione) che un giorno decidono di lasciare il posto dove vivono per
scoprire il mondo. Come novelli Don Chisciotte e Sancho Panza partono così per
un viaggio che li porterà ad incontrare i grandi cantanti della tradizione
salentina (Cantori di Carpino, Salvatore, Aloisi), i quali racconteranno le
loro storie intervallate dalle immagini live del concerto.
“Craj” (uscito tre anni fa e solo
recentemente pubblicato da Rizzoli con libro allegato comprendente le
testimonianze dei protagonisti e la sceneggiatura) ha vinto il “Premio Miccichè”
come miglior opera prima alla Mostra di Venezia del 2005 e il “Premio Taormina”
2006 come miglior documentario. Entrambi riconoscimenti meritati, perché è un
film emozionante, vivo, che cerca di lanciare nel futuro una tradizione
musicale la cui forza comunicativa è tutta nelle immagini di questi vecchietti
ai quali il tempo non ha tolto un grammo della propria vitalità. La De Sio si
conferma ancora una volta, oltre che una artista straordinaria (ascoltate la
sua versione da pelle d’oca di Lu bene
mio di Salvatore, a cui il film è dedicato dopo la scomparsa nel 2005),
un’intellettuale nel senso più autentico della parola. Lontana da ogni
accademismo, da anni ormai lavora con fatica per conservare (cioè divulgare) un
patrimonio musicale imprescindibile. E “Craj” è semplicemente una delle cose
migliori che ha fatto fino ad oggi.