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Claudio Sassi e Odo Semellini

Guccini in concerto

Il proliferare di libri musicali spesso fa perdere il vero focus nei confronti di un artista ed il rischio, anche per la figura di Francesco Guccini, certamente si è posto. Infatti negli ultimi 5 anni abbiamo assistito ad un profluvio di pubblicazioni (anticipate dal bel libro del Prof. Paolo Jachia) che hanno proposto e riletto Guccini da varie angolazioni.

Ma questo improvviso (ed imprevisto data l’importante età dell’artista) interesse nei suoi confronti ha dato buoni risultati in quanto, da queste pubblicazioni, l’artista emiliano è sempre emerso nella sua sobrietà umana, onestà intellettuale, pregio artistico (in questo mi richiamo ai lavori di Massimo Cotto ed Odoardo Semellini). Anche questo “Guccini in concerto” si innesta bene nella scia di questa attenzione manifestata nei confronti di uno degli artisti più importanti della cultura italiana del dopoguerra. E facciamo questa affermazione ben consapevole delle possibili critiche, tutte lecite, che potrebbero essere poste in campo, ma siamo convinti che il corpus letterario (e musicale) messo in campo in Italia dai primi anni ‘60 in avanti sia di grande, formidabile spessore culturale. Guccini è stato uno degli artefici di una visione nuova e diversa dell’approccio alla cultura e, con la sua grande dote artistica, è riuscito a tradurre atmosfere, suggestioni, sentimenti, affetti, passioni letterarie, immagini e sogni con un linguaggio nuovo che ben si abbeverava all’antico.

Anche di questo aveva bisogno quel popolo di ragazzi che voleva, se non cambiare il mondo, almeno comprenderne la complessità per migliorarlo (qui a fianco mentre suona all’Arena Civica di Milano nel concerto per Demetrio Stratos nel 1979). Questo libro di Claudio Sassi e Odoardo Semellini arriva a riempire uno spazio importante della carriera di Guccini perché, oltre che il racconto della sua storia artistica posta nel contesto della vita italiana del secondo dopoguerra, ci immerge nel mondo dei concerti gucciniani, elemento importante e non secondario del rapporto con il pubblico. Sempre dialettico, sempre vissuto con il desiderio di farlo sentire parte attiva nel concerto e non semplice spettatore di un evento.

La novità di questa pubblicazione è proprio quella di raccontare, cronologicamente ed attraverso le parole di tanti musicisti, amici, colleghi, l’approccio e la dimensione “del palco” di un artista che non conosce appannamenti di affetto e vicinanza da parte dei suoi fan che diventano sempre più intragenerazionali. Partito da piccole riunioni tra amici, piccoli luoghi di incontri (fondamentale l’esperienza all’Osteria delle Dame, luogo di incontri, discussioni, bevute e musica), qualche teatro con poche decine di posti, dalla metà degli anni ’70 in poi (e solo quando ne aveva voglia) Guccini si è trasferito nei Palasport e grandi teatri, riempiendoli sempre, in qualunque città italiana. È questa storia, questo rapporto intenso e profondo con il suo pubblico, che vengono raccontati in maniera essenziale e precisa dalle pagine di “Guccini in concerto”, un libro che rappresenta un viaggio in un tempo lontano che però non è scollegato, anche grazie alle metafore ed archetipi raccontati dalle canzoni di Guccini, all’odierno e travagliato tempo/mondo.

È davvero un bel viaggio nel tempo, nella nostra memoria, nei nostri sogni ed aspettative. Quasi tutte deluse, forse, ma ben interpretate dalle parole del cantautore/scrittore/musicista di Pavàna. Collegate alla storia ed alla cronologia vi è un bel gruppo di interviste con alcuni personaggi importanti nella vita artistica di Guccini tra i quali vogliamo ricordare Claudio Lolli, Ellade Bandini, Vonce Tempera, Ares Tavolazzi, Caterina Caselli e tanti altri. Manca un protagonista importante nella storia gucciniana: Renzo Fantini, suo fidato manager da una vita, scomparso lo scorso anno. Ma la sua figura emerge in maniera “prepotente” dalle parole dei molti intervistati e dalla storia raccontata. Persona per bene Fantini, capace, preparata, lontana dalle luci della ribalta (“mai televisione, mai Sanremo”), in perfetta simbiosi con il “suo” artista montanaro. Un bel libro che si legge, nonostante la mole, con interesse e passione e scorre rapidamente e ci lascia con la voglia di mettersi subito all’ascolto di quegli album, di quelle canzoni, che hanno accompagnato la nostra vita immedesimandoci, ancora una volta, in uno dei tanti personaggi che inevitabilmente somiglia a qualcuno di noi. Leggere per credere.

Rosario Pantaleo

 

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In dettaglio

  • Artista: Claudio Sassi e Odo Semellini
  • Editore: Giunti Editore
  • Pagine: 256
  • Anno: 2011
  • Prezzo: 16.50 €