Cristiano Godano
Se tra il pubblico di lettori di
questo esordio sulla pagina scritta di Cristiano
Godano ci sarà qualcuno che ignori la provenienza musicale del leader dei
Marlene Kuntz, difficilmente potrà risalirvi basandosi sui sei racconti qui
contenuti. E non perché I vivi sia
un libro distante, a livello di temi ed atmosfere, da quanto Godano ha scritto
con il suo gruppo dall’esordio di “Catartica” (1994) fino al recente “Uno”
uscito l’anno scorso. Ma perché è il linguaggio, prima di tutto, a mutare
profondamente. In soldoni, pare che Godano nel narrare le storie de I vivi
abbia deciso di lasciare quasi del tutto in soffitta quella parentela da
D’Annunzio (e soprattutto dal dannunzianesimo) che ha caratterizzato fino ad
oggi tutta la sua produzione testuale. E abbia deciso invece di lasciarsi
trasportare da una di quelle che noi crediamo essere – ma potremmo anche
sbagliarci – una delle sue ultime passioni letterarie, quel Vladimir Nabokov
che ha ispirato titolo e alcuni dei tredici brani dell’ultimo disco a nome
Marlene.
E’ un linguaggio che non rinuncia
all’eleganza letteraria quello de “I vivi”, ma che al contempo regola l’altezza
lessicale delle parole in modo chirurgico, non spandendole per puro vezzo ma
rendendone l’utilizzo sempre funzionale alla narrazione. E dall’autore di “Lolita”
Godano riprende anche lo stesso sarcasmo sottile ma impietoso, la stessa aurea
di mortale decadenza messa in filigrana tra le vicende di una borghesia dalla
vita agiata e normale, e non ultimo lo stesso vitalismo che resiste a qualsiasi
ostacolo, sia esso morale o atmosferico, come nel racconto che chiude il libro
e lo titola. Quest’ultimo, ovvero la storia di una coppia che dopo essere
rimasta separata a lungo per motivi di lavoro riesce ad incontrarsi alla fine
di un inseguimento in autostrada a cui neanche la neve può a porre fine, è
forse la dimostrazione migliore della qualità di un autore che, libero dalle
costrizioni del verso musicale, riesce a raccontare con uno stile sempre e
comunque raffinato, ma più vicino a
chi legge.