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Toni Bertorelli

L’effetto del Jazz

Se queste fossero storie di jazz e basta si muoverebbero in coordinate di spazio e di tempo che con la musica afroamericana pare abbiano poco da spartire. Non siamo nei fumosi locali di Harlem e non ci muoviamo per le strade delle città americane che pure sappiamo ricostruire in uno scenario ideale tutto ficcato sulla narrazione filmica che per decenni ha insistito sul nostro immaginario.
Il jazz di queste pagine pulsa nella polpa di una Torino industriale, in bilico tra Miracolo economico e il disadattamento di tutti quelli che in quei giorni arrivavano in città e finivano stritolati tra il lavoro in fabbrica e le ore concesse al riposo nelle soffitte riadattate alla meglio, ma anche spese a cercare un senso alla propria vita che non fosse scandito solo dalle macchine alla catena di montaggio.

Giovani che in una babele di lingue, sonorità e odori non può fare a meno di misurarsi con la modernità che incalza. Su tutto regnano intermezzi dialettali che riaccreditano alla città la sua parlata torinese. In questa ridda scomposta e tremendamente urbana si muovono gli epici protagonisti di queste pagine picaresche, di questa cronaca torinese notturna che gioca di tema e di assolo improvvisando parecchio.

Il jazz, la passione per quella musica li unisce tutti i personaggi di queste pagine, oltre la pratica dello strumento e cancellando divisioni di censo. Qualche compromesso, in nome della convivenza, viene speso anche sulle divisioni ideologiche, che al tempo erano cosa significativa. E poi la roba e l’India e gli americani, Thelonious Monk in testa (nella foto a fianco), che arrivano nella cantina torinese e suonano e scambiano, sempre sul filo del proibito. E donne e cantanti e storie di carcere e di madama. Ricchissimi e miserabili con il culmine narrativo di queste pagine in bilico perfetto sull’ironia, puntato nella notte drogata e nella mucca acquistata da un margaro da due scombinati protagonisti di quel set selvaggio che replicava tutte le sere.

Un libro scritto bene, divertente, specchio di un’epoca che sapeva far convivere anime diverse e che sui contrasti riusciva a creare anche armonie ma che troppo spesso doveva fare i conti con le sue vittime. Con una bella dose di rassegnato fatalismo e con la noia per chi dichiara ogni sera il suo suicidio a venire. Fino a morirne. Toni Bertorelli, l’autore (qui nella foto), è uomo di scena, tra teatro e cinema, ma qui si rivela anche come formidabile narratore. La copertina non convinceva per nulla ma, vinta la diffidenza, il libro ci accoglie facendoci sentire a casa in quella maledizione notturna di passione e delirio.

 

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In dettaglio

  • Artista: Toni Bertorelli
  • Editore: Iacobelli editore
  • Pagine: 104
  • Anno: 2013
  • Prezzo: 12.00 €