Emidio Clementi
Quarta pubblicazione – e prima
edita da Rizzoli – per la voce dei Massimo Volume Emidio Clementi dopo l’esordio di “Gara di resistenza” e le buone
prove de “La notte del Pratello” e “L’ultimo dio” (questi ultimi due per Fazi).
Matilde e i suoi tre padri racconta
la storia della piccola Matilde, figlia di Laura e Arturo, coppia che nel pieno
fermento della Bologna degli anni settanta decide di cambiare vita ed andare a
vivere negli Stati Uniti, là dove la piccola protagonista verrà concepita. Ma
la famiglia, si sa, è una delle ultime strutture messe in crisi dalla nostra
società sempre più liquida e, complice l’eroina, la storia d’amore tra Laura e
Arturo termina. Matilde, che intanto insieme alla madre torna in Italia e diventa
grande, si ritrova così in case sempre nuove, con padri sempre diversi (i tre
del titolo appunto) e una crescente consapevolezza grazie alla quale capisce
che «la gente che mi ama non è il grado di proteggermi», reazione inevitabile
nella sua ricerca di un equilibrio sempre e comunque precario.
Clementi mette in scena una saga famigliare – oltre a Matilde e ai tre
padri, è la madre Laura ad essere spesso al centro della narrazione – o meglio
una saga neofamigliare, dove le situazioni
cambiano più velocemente della capacità degli adulti di adattarsi, mentre i
bambini, complice un incanto che viste le circostanze fa prestissimo a
trasformarsi in (poetico) disincanto, diventeranno grandi con un obiettivo
preciso: quello di una vita normale, al di là di tanti sogni e Movimenti per
raggiungere chissà quale felicità. E’ un libro che si lascia leggere con
piacere “Matilde e i suoi tre padri”, evita qualsiasi contorsionismo
linguistico a favore di uno stile piano, talora emozionale talora distaccato,
ma al contempo non si prefigge di andare troppo a fondo nelle dinamiche che
hanno generato e generano tutt’oggi uno dei fenomeni sociali più importanti
degli ultimi quarant’anni. Ed è forse questo il suo unico vero difetto: quello
di non osare troppo stando invece parecchio accorto, atteggiamento
comprensibile nell’ottica dell’autore, che dopo tre libri fortemente
caratterizzati dalle proprie vicende personali si affaccia oggi ad una
scrittura che – almeno nella trama – usa tutti gli strumenti della finzione.