Remo Remotti
Che cosa c’entri questo libro di Remo Remotti, che non è un musicista e
di musica non parla, con la sezione Letture della nostra rivista (la quale
dovrebbe occuparsi di libri sulla musica o scritti da musicisti) è presto
detto. Remotti in vita sua, oltre ad aver dipinto, recitato, scolpito, scritto
e vissuto in manicomio ma anche in Perù, ha inciso due dischi (“Canottiere”,
2005, e “In voga” 2007) che pur essendo di poesie (musicate) sempre dischi sono
(e con la musica dentro, per giunta). Quindi recensiamo il suo libro.
Sesso da ospizio. Per finire bene racconta il rapporto con il sesso
del nostro, classe 1924. Un rapporto che esiste davvero, seppur a modo suo, ed
è appurato dalle minuziose descrizioni contenute nelle pagine di questo
volumetto. Remotti ha ottantaquattro anni e il peso dell’età almeno in campo
sessuale lo sente tutto. Ma se ne frega, e anzi afferma convinto che il sesso
migliore sia proprio quello geriatrico. Questione di esperienza? No, non di
esperienza, ma di praticità. Leggete e imparate. Perché l’approccio-Remotti al
sesso sembra funzionare, e anche piuttosto bene, se è vero come è vero che le
sue compagne non hanno la sua stessa età ma molti molti anni di meno. Certo,
come afferma Massimo Parente nella prefazione, forse il sesso “alla Remotti” lo
può praticare solo Remotti stesso, la cui vitalità metterebbe a stendere
chiunque se solo fosse affiancata da altrettanta prestanza fisica. Ma d’altre
parte che Remo Remotti sia unico non lo scopriamo solo oggi e a chi affrontando
le prime pagine potrebbe pensare di trovarsi di fronte ad un personaggio
completamente matto non si può dare torto: Remotti è fuori come un balcone, ma
si diverte un mondo, e con questa lettura da un’ora e via, che fa divertire
anche noi, lo dimostra appieno. Forse qualcuno a leggerlo si schiferà, ma i più
– si spera – penseranno che non c’è davvero modo migliore per “finire bene”.