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Massimo Di Vincenzo

Sesso, droga e Rococò

Una guida all'ascolto. Ecco cos'è questo lavoro. Tre parole, sette sillabe, ventuno caratteri spazi compresi”. Quando le guide all'ascolto non sono sostenute da un'idea forte rischiano di essere didascaliche, poco coinvolgenti e avvolte nella mediocrità senza aggiungere nulla all'esperienza del lettore/ascoltatore. Però se l'autore prende in considerazione un punto di vista specifico e non banale, un filo rosso che con attenzione e sfrontatezza possa creare un percorso articolato ma agevole, allora ha vinto. Ha conquistato il lettore/ascoltatore.

Ci riesce Massimo Di Vincenzo, artefice del gustoso Sesso, droga e rococò. Storia del falsetto dai castrati all'heavy metal. “Questo libro, a differenza di una novella o di un romanzo o di un saggio critico, può esser letto anche partendo dall'ultimo paragrafo e procedendo a ritroso tornando fino a qui; o addirittura fermandosi a fissare la copertina e fantasticando su una trama a piacere…”. 
Di Vincenzo nella premessa con fare leggero svela ai lettori che questo libro nasce dal suo omonimo format radiofonico in onda su Rai Radio Tre; che cerca di non snaturare la ricerca basata sull'ascolto. Basta predisporre l'animo e divertirsi a trovare il falsetto dove meno te lo aspetti. Da Farinelli, figlio di una lunga epoca che usava castrare i suoi giovinetti più promettenti per lasciarne inalterata la voce, ad oggi dove il falsetto affascina ancora pubblico e cantanti. 
La castrazione dalla metà del 1500 fino ad essere dichiarata illegale nel 1861 (in Italia) era una pratica che impediva al cantante maschio di maturare la sua voce, mantenendola in questo modo 'bianca'. La richiesta di tali qualità canore era cospicua, “dato che alle donne era proibito esibirsi, sia nei teatri pubblici che negli Stati della Chiesa, ecco che i ruoli pubblici erano ricoperti da questi eunuchi cantori”. Un ragazzo dotato, dopo anni di duro studio, poteva qualificarsi al pubblico con una voce straordinaria e potentissima, nonché godere della rara fama che il successo concede e purtroppo allo stesso tempo pagare lo scotto di una menomazione capace di suscitare curiosità e scherno.

Possiamo immaginare che la vita di un divo dell'epoca non doveva essere dissimile da quella di una nostra rockstar, con pubblico in deliquio e groupie all'assalto. Ecco quindi spiegato il titolo: Sesso, droga e rococò. Divi di ieri e di oggi accomunati da presenza scenica, voce, un grande seguito e una vita possibilmente chiacchierata.

Farinelli, Velluti, Ferri o Moreschi divengono motore "ispiratore" di un forte interesse da parte di  controtenori (o sopranista, o falsettista) sani. In Italia il più inquadrato è Angelo Manzotti, mentre nel pop-rock per citarne alcuni troviamo i Cugini di Campagna, Ivan Cattaneo, i Gens, i New Trolls (nella foto), Il Giardino dei Semplici, i Pooh, la doppia carriera di Alan Sorrenti. All'estero invece Bobby McFerrin, i Bee Gees, The Beach Boys, Michael Jackson, Mika, Prince, AC/DC, Jeff Buckley, The Darkness, i Deep Purple, i Led Zeppelin, i Judas Priest, ma anche i Kiss, i Mercyful Fate, i Queen e tanti altri.

Tutti, in questo doveroso elenco, usano o hanno utilizzato il falsetto come modalità espressiva, chi più chi meno, chi bene e chi male e chi in eccellenza; tutti hanno voluto spingere la propria voce un po' più in là, verso gli angeli. Di Vincenzo non vuole essere enciclopedico, ma cita anche i falsettisti per una nota sola (ad esempio, udite udite, Luciano Pavarotti e Bruce Springsteen) a dimostrazione dell'attenzione che il nostro ha usato nel comporre la sua ricerca, ben attrezzata di ironia e soprattutto di una nutrita bibliografia. 

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In dettaglio

  • Artista: Massimo Di Vincenzo
  • Editore: Arcana
  • Pagine: 191
  • Anno: 2014
  • Prezzo: 16.00 €

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