Paolo Belli (con Elisa Casseri)
A 50 anni si fanno bilanci, si mettono in fila gli eventi della vita trascorsa e si riflette sul presente. Così ha fatto anche Paolo Belli, 50 primavere compiute a marzo 2012, mettendo nero su bianco il racconto degli alti e bassi di una carriera che ha avuto momenti fortunati e qualche periodo buio, alcuni stop seguiti da altrettante rinascite e un presente di scintillante successo televisivo in prima serata.
Molti gli incontri, le coincidenze importanti, i legami che si sono creati e che si sono dissolti nell'arco di una vita vissuta con la priorità della musica. Paolo Belli, con una scrittura semplice, accompagna cronologicamente il lettore per mano attraverso gli episodi più rappresentativi della propria esistenza: a volte sono solo momenti affettivi, altre volte coincidono con svolte importanti legate a duro lavoro e anche a qualche inaspettato colpo di fortuna. La trovata forse più originale e divertente del libro è però l'incursione improvvisa di personaggi che a vario titolo hanno incrociato la vita e la carriera dell’artista emiliano, e che scrivono di lui in prima persona direttamente fra le sue pagine. È un modo di interrompere la narrazione che coglie di sorpresa il lettore alla fine del secondo capitolo, ma che diventa poi un piacevole intermezzo di ogni periodo fino alla fine del racconto.
Del resto Belli non è uno scrittore di professione (per questo si avvale anche della penna di Elisa Casseri, che in quest'avventura lo affianca) e questo gioco di compresenze dà spessore, sfaccettature di colore e stile alla narrazione. Naturalmente nemmeno personaggi come Ciro Ferrara (l’ex calciatore e oggi allenatore), Stefano Disegni (il fumettista), Milly Carlucci (qui insieme nella foto), Giorgio Panariello - solo per citare alcuni dei personaggi intervenuti - sono scrittori di professione, ed è qui che il gioco si fa davvero divertente, rompendo con piccole gag inattese la possibile monotonia di una "passeggiata" insieme all'unico protagonista della storia. Passeggiata decisamente "funky" iniziata nel 1962 da Salvaterra in provincia di Reggio Emilia, paesino dimenticato persino da Attila che lo risparmiò perché nascosto dalle nebbie della profonda pianura Padana, che prosegue tutt'oggi sui palchi luminosi del sabato sera televisivo di mamma Rai. "Lui è l'erede di quei maestri che, con la loro personalità non sono solo direttori d'orchestra, ma anche cantanti, frontman." Giorgio Panariello parla così di Paolo Belli raccontandocelo come un moderno Buscaglione, un nuovo Gorni Kramer, un artista della musica a tutto campo. Il talento di Belli è un talento generoso, entusiasta, contagioso e proiettato verso il futuro. La sua musica e il suo darsi da fare si sono spesi spesso per cause importanti e di tutto rispetto, in favore dei meno fortunati e di chi ha bisogno d'un aiuto. Belli non è uno che si tira indietro mai, nemmeno di fronte alle difficoltà, che siano le proprie o, soprattutto, quelle degli altri. Il suo impegno ha sempre uno scopo: dalle moltissime presenze nella Nazionale Cantanti alla collaborazione con Rock no War, dalle serate per Telethon ad un video per
Nel 1990 Paolo Belli e Francesco Baccini insieme ai Ladri di Biciclette vinsero il Festivalbar con Sotto questo sole, brano che porta la firma di Baccini-Belli-Prandi; sulla genesi di questo pezzo e sui dissapori che ne seguirono, però, entrambi hanno una personale visione che non coincide. Sta quindi al lettore, attraverso queste pagine e quelle del libro-intervista a Baccini di Podestà e Angiolani (Ti presto un po’ di questa vita, Editrice Zona, 2010) farsi una propria idea sull'accaduto e sposare l'una o l'altra versione dei fatti. Da un'amicizia nata in campo con