Carmine Aymone
Una storia infinita, secolare,
spesso proposta ai limiti dell’oleografia o del macchiettismo facile: tanti
sono i rischi in cui ci si può imbattere quando si raccontano Napoli e la sua
musica. Perché Napoli è una musica; per inerpicarsi sui sentieri del già-detto
e del già-scritto basterebbe ricordare il solo episodio secondo il quale la
città sarebbe stata fondata sul luogo leggendario in cui si arenò una delle
sirene che ammaliavano i naviganti con il loro canto.
Nel suo volume Sound ‘e Napoli, il trentottenne
giornalista Carmine Aymone –
direttore del music magazine “Neròk”, collaboratore del “Corriere del
Mezzogiorno” e da anni corrispondente da Napoli per numerose testate musicali –
riesce ad evitare gli ostacoli di percorso con abilità e propone un racconto
del ‘suono di Napoli’, del ‘sound ‘e Napoli’, con garbo e senza campanilismo.
Con “Naples In The World” aveva
raccontato la favola-prog degli Osanna di Lino Vairetti, con “Come in un film”
la vicenda professionale e umana di Gigi D’Alessio, con “Je sto ccà” la
carriera lunghissima di James Senese, ma stavolta Aymone apre il suo range di
osservazione alla produzione musicale partenopea offrendo al lettore squarci di
racconto, interviste, schede biografiche e aneddotica nel segno di una lettura
godibilissima.
Non un saggio, dunque, ma un
viaggio nelle produzioni discografiche, nella storia della canzone partenopea e
nelle storie dei suoi protagonisti: dall’immenso Salvatore Di Giacomo al ‘pellerossa’ Mario Musella degli Showmen,
dal geniale Renato Carosone al ‘nero
a metà’ Pino Daniele fino al
compianto musicoterapeuta Gianluigi Di
Franco o al suono di Scampia degli ‘A67.
Il volume – edito da Alfredo
Guida Editore – rende omaggio ai padri fondatori del suono partenopeo (Vincenzo Russo, Roberto Murolo, Sergio Bruni,
Roberto De Simone, lo stesso
Carosone o ancora Peppino Di Capri)
ma non dimentica le infinite costellazioni che illuminano il cielo musicale di
Napoli. Un cielo inquieto ma sempre splendente.