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Doppio disco di Marco Ferradini per omaggiare Herbert Pagani. Grande concerto-evento in Palazzina Liberty il 06 ottobre

Tra gli ospiti Finardi, Fortis, Nuti, Treves, Anna Jencek e molti altri

Nel disco duetti con grandi nomi della musica italiana, da Fortis a Concato, da Finardi a Giovanardi, Ron, Moni Ovadia, Fabio Treves, Shel Shapiro, uniti nel ricordo di Herbert

Si torna a parlare di Herbert Pagani, artista a tutto tondo che dalla metà degli anni Sessanta, fino a metà anni Ottanta, ha segnato e di certo condizionato molti personaggi - musicali e non - che hanno avuto la fortuna di collaborare con lui.

Uno di questi è certamente Marco Ferradini, che il 25 settembre esce con “La mia generazione”, un doppio album-tributo dove condivide con (molti) amici-artisti alcune sue canzoni, tra le più belle e significative.

Venti brani, tra cui la celeberrima Albergo ad ore (incisa da Edith Piaf nel 1956, che Herbert tradusse e cantò in italiano nel 1969, poi ripresa da Gino Paoli e in forma ancor più convincente da Ornella Vanoni) e Lombardia (tra i primissimi 45 giri incisi in italiano da Pagani, traducendo un brano di Brel), o ancora Porta via (scritta da Herbert con Ivan Graziani) e Cin Cin con gli occhiali, scritta a quattro mani con Edoardo Bennato.

Ma Herbert Pagani ha scritto i testi anche di alcune delle più belle canzoni di Marco Ferradini, tra cui Schiavo senza catene, Week-end e ovviamente Teorema, un testo che racconta in maniera chirurgica la complessità dei rapporti tra uomo e donna, lasciando a Ferradini il compito di creare quel pathos musicale che la rende una delle canzoni più riuscite (e conosciute) degli anni Ottanta. Qui sopra la cover dell'album in cui questi brani erano contenuti. Uscito nel 1981, conteneva solo quattro canzoni, un Q-Disc come si chiamavano allora, ma i musicisti che presero parte alle registrazioni dimostrano la stima ed il valore che Ferradini si era già creato in pochi anni (Ellade Bandini alla batteria, Paolo Donnarumma al basso, Claudio Bazzarri chitarre, Aldo Banfi-Roberto Giuliani e Flavio Premoli alle tastiere e financo un cameo di Lucio Dalla al sax nella title track, senza contare la produzione di Alessandro Colombini)

Dicevamo degli amici che Ferradini ha chiamato in studio per questo nuovo album doppio, ed è giusto citarli tutti perché non è sempre facile creare un gruppo di lavoro così ampio e coeso per celebrare un tributo. Eccoli in ordine sparso: Alberto Fortis, Mauro Ermanno Giovanardi, Ron, Flavio Oreglio, Moni Ovadia (qui nella foto), Eugenio Finardi, Lucio Fabbri, Syria, Shel Shapiro, Andrea Mirò, Legramandi, Simon Luca, Anna Jencek, Giovanni Nuti, Caroline Pagani, Federico l’Olandese Volante, Fabio Treves e Fabio Concato. Proprio quest’ultimo, insieme al già citato Ron, ha il compito di aprire questo doppio album accompagnando la voce di Marco Ferradini in Stelle negli oroscopi, l’unico inedito e scritto per l’occasione da Marco stesso).

Alcuni sono amici della prima ora di Ferradini, altri hanno vissuto quei formidabili anni Settanta in cui Herbert seminava idee e sprizzava energia, altri ancora sono estimatori dell’artista italo-francese. Diciamo per convenzione che era “italo-francese”, ma la vita di Herbert è stata un continuo cambiare casa, spostarsi, cucire rapporti per poi perderli e ricostruirli di nuovi in altre città, altre nazioni e forse proprio questa sua non-appartenza ad un luogo solo, ad una lingua sola, lo ha costretto a comunicare con gli altri con l’unica cosa che unisce davvero la gente, i popoli: la pittura, la musica e l’arte in generale.

Nato a Tripoli (nel 1944 e morto in Florida nel 1988 per una feroce forma di leucemia) da genitori ebrei “italianizzati” dall’amministrazione coloniale, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale la famiglia è costretta a fuggire dalla Libia e, complice una precoce separazione dei genitori, Herbert si trova a vivere la sua infanzia e la gioventù tra collegi in Austria, Francia, Svizzera, Germania e ovviamente Italia. Figura centrale, imprescindibile e costante nella vita del giovane Herbert è la madre, Giulia Arbib (scomparsa nell’autunno del 2003). Donna tenace e determinata, pur tra mille difficoltà (imposte o create quasi sempre dal marito Clem, morto per un’incredibile coincidenza il giorno dopo di lei, il 13 novembre 2003) ha per prima capito le potenzialità artistiche del figlio. Una vita complessa e tormentata che la madre di Herbert raccoglie in un diario che prima di morire lascia ad Anna Jencek, la quale raccoglie queste memorie, le riordina e racchiude il tutto in un preziosissimo volumetto che riesce a far stampare (grazie anche al Comune di Milano e alla sua Civica Stamperia…) nel 2006.

 Nonostante tutto questo suo continuo movimento, Herbert semina e lascia tracce di creatività in tutte le cose in cui decide di cimentarsi. Scrittore, autore, cantante, attore, regista, pittore, scultore (nella foto qui sotto è alle prese con una serie di "scarti" che lui raccoglieva a faceva ri-vivere attraverso le sue opere), ma fra tutte queste attività ci piace ricordare soprattutto il suo progetto Megalopolis (album del 1972 diventato poi uno spettacolo teatrale qualche anno dopo), preveggenza di una mega-città europea del futuro dominata e soffocata dall’ipertecnologia, da cui si salvano solo una coppia di giovani ragazzi e un loro gruppo di amici, che avevano previsto tutto e guardano sprofondare la città.

Tra le sue innumerevoli attività non va dimenticato poi il forte apporto che Pagani ha dato alla figura del Disc Jockey, oggi semplicemente dj, da quando dai microfoni di una giovanissima Radio Montecarlo (libera di trasmettere brani molto in sintonia con il “nuovo” che avanzava e che spesso non passavano dai canali Rai) imponeva uno stile nuovo per chi conduceva programmi radiofonici. Questo grazie ad una trasmissione chiamata Fumorama che si era inventato insieme ad Annalena Limentani, fondando con lei la casa di produzione Mama Records che aveva sede nella periferia sudovest di Milano. Venti minuti di programma, non di più, ma un modo personalissimo di comunicare (in questo senso Pagani può considerarsi un vero innovatore del settore, forse uno dei primi a inventarsi i jingle, tanto che se ne accorse anche la Philip Morris, colosso statunitense del tabacco, che lo volle come creativo di campagne pubblicitarie per lunghissimo tempo). Di quell’esperienza come conduttore, rimane traccia anche di una lunga e approfondita intervista che Herbert fece nel 1966 a Luigi Tenco.

Un uomo, un artista, un pacifista convinto Herbert (in questo breve articolo non possiamo non ricordare che, da ebreo, si è sempre battuto per due stati e due popoli nell’eterno conflitto israelo-palestinese), che ci ha lasciato nel 1988 a soli quarantaquattro anni e che ancora molto avrebbe potuto dare alla cultura del bello, del rispetto, dell’amicizia (come recita una sua canzone), della condivisione o più semplicemente al concetto di comunicazione di idee e sentimenti nel senso più alto del termine.

Ma tornando all’Herbert musicista, dopo tanti anni di relativo oblio, finalmente, ecco un progetto che grazie a Marco Ferradini (una co-produzione Moletto Edizioni e 103 Edizioni Musicali, con distribuzione Edel) ha preso vita e che resterà un segnale importante per chi lo ha conosciuto ed amato, ma anche per i tanti giovani che non hanno avuto modo di conoscere la sua arte e le sue canzoni.

 

Ricordiamo che oltre al disco uscito il 25 settembre, una grande occasione per ascoltare le sue canzoni dal vivo si avrà sabato 6 ottobre a Milano, nella prestigiosa Palazzina Liberty, una location che saprà diventare casa accogliente per tutti gli artisti che lo vorranno omaggiare e per il pubblico che vivrà questo evento unico.

Un concerto speciale organizzato dalla rivista di musica italiana L’Isola, in collaborazione con l’associazione culturale ligure Le Muse Novae. Oltre a Marco Ferradini, sul palco ci saranno il fido Josè Orlando Luciano al pianoforte (autore anche di tutti gli arrangiamenti nonché straordinario fisarmonicista), Simone Rossetti Bazzaro (talentuoso violinista che ha dalla sua collaborazioni nel mondo della musica “colta”, classica, così come nella musica d’autore fino all’ultima, lunga, tournée internazionale che lo ha visto in prima fila nel tour di Zucchero) e Charlotte Ferradini (nome d’arte di Marta Ferradini Legramandi, sua figlia, qui a destra nella foto) che lo affiancherà alla voce e ai cori (nonché cantautrice lei stessa e in attesa di pubblicare il suo primo album). E poi molti dei nomi che hanno preso parte alle registrazioni del doppio album. Saranno presenti Alberto Fortis, Giovanni Nuti, Anna Jencek, Simon Luca, Flavio Oreglio, Syria, Fabio Treves, Eugenio Finardi e altri artisti a sorpresa che si aggiungeranno all’ultimo momento.

L’ingresso alla serata è pagamento (Euro 20) e tenendo presente che Palazzina Liberty non dispone di molti posti, è consigliata la prenotazione all’indirizzo: eventi@lisolachenoncera.it o redazione@lisolachenoncera.it

 

Uscita del disco e presentazione:

25 settembre

Mondadori Multicenter Milano, C.so Vitt. Emanuele

Ore 18.00 – ingresso libero

con Marco Ferradini, Charlotte, Fabio Treves, Giovanni Nuti (nella foto con Ferradini) e altri artisti che hanno partecipato alle registrazioni del disco. Presenterà l’incontro Giordano Casiraghi

Ufficio stampa 103 Edizioni Musicali:

Elio Cipri (elio.cipri@virgilio.it)

Donata Brusasco (donata@dbrusasco.com) cell 393 9022143

 

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Concerto-evento:

sabato 06 ottobre

Palazzina Liberty, Milano (Largo Marinai d’Italia)

Ore 21.00 – ingresso euro 20

Prenotazioni: eventi@lisolachenoncera.it 

Tel. 331 1174083

Con Marco Ferradini, Eugenio Finardi, Alberto Fortis, Giovanni Nuti, Josè Orlando Luciano, Simone Rossetti Bazzaro, Anna Jencek, Charlotte Ferradini, Flavio Oreglio, Syria, Fabio Treves e altri artisti che hanno partecipato alle registrazioni del disco.

Info: redazione@lisolachenoncera.it

www.lisolachenoncera.it

 

 

 



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