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Addio a Fausto Mesolella, genio gentile della chitarra. Il dolore che toglie il fiato, l’incredulità che pian piano lascia spazio alla realtà. Parenti, amici e l’Italia tutta perdono un compagno di viaggio che rimarrà nella storia della musica

Fausto Mesolella, il chitarrista che ha creato un suono inimitabile

Casertano, sessantaquattrenne, ha inventato uno stile, un tocco "alla Mesolella" che risuona in centinaia di produzioni


Tutti quelli che l’hanno conosciuto sanno che la sua riservatezza e gentilezza faceva da contraltare ad un’energia musicale davvero unica. Il suo tocco sulle sei corde, particolare e riconoscibilissimo, era un mix di genialità e raffinatezza, che quasi sempre sfociava in qualcosa di unico, di non-copiabile o perlomeno non con quel graffio così personale. Si scriveranno pagine e pagine per ricordare che hai suonato con tutti, caro Fausto, con quasi tutti i grandi artisti italiani, così come arriveranno le testimonianze delle centinaia di gruppi, di ragazzi e ragazze semi-sconosciuti a cui non hai mai detto di no quando ti chiedevano di partecipare ad una registrazione o di fare un pezzo live insieme.
Tra tutti i pensieri che non mi lasciano la mente ce n’è uno che voglio condividere con chi gli ha voluto bene: cancelliamo per sempre la frase “….chitarrista degli Avion Travel”. Fausto Mesolella era Fausto Mesolella, che tra le sue grandi esperienze ha annoverato anche quella con questo gruppo straordinario, ma era soprattutto un geniaccio della sei corde, anima rock e blues che amava profondamente la poesia e la musica sudamericana, la canzone d’autore, Michael Jackson i Beatles e che ha messo mano alle musiche da film come pochi.
Non si è mai pronti ad accettare la scomparsa di un familiare, di una persona cara, di un amico. Con Fausto non eravamo parenti, ma sicuramente Fausto era un amico, un caro amico. La notizia della sua morte fa male, vuoi perché improvvisa, vuoi perché cambia le carte in tavola in maniera definitiva, vuoi perché ti pugnala alle spalle e basta. Non ci sono repliche possibili.
Ci sarà tempo per ripensare e riflettere sulla grandezza della tua arte (e sono certo che lo faremo, lo faranno in tanti) ma questi sono i momenti del silenzio e del dolore, della voglia di essere vicino ai suoi familiari anche se a settecento chilometri di distanza. Stasera, stanotte, adesso, non rimane altro che guardare fisso sulla tastiera, mettere una cuffia e far partire uno dei tuoi tanti momenti di magia che la tua “insanguinata” sapeva regalare.

Ci hai messo parecchi anni a trovare una tua visibilità e a breve siamo certi che avrersti raccolto in maniera compiuta tutti i semi che ha lanciato per strada. Noi non possiamo far altro che annaffiarli Fausto e far sì che diventino alberi, freschi alberi sotto i quali sederci e ascoltare le foglie cantare. Il tuo suono è ovunque e ovunque sentiremo ancora una chitarra suonare ti sentiremo ancora vicino.


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