Il report in diretta da Bari
Nel 1975 il Club Tenco organizzò il 1° congresso della Nuova Canzone: sfogliarne ora degli atti provoca un pizzico di nostalgia per tempi in cui “esponenti anonimi” di movimenti e collettivi partecipavano con acume e accanimento polemico al dibattito con nomi che sarebbero diventati storici, nella consapevolezza probabilmente che la musica era cultura e la cultura era politica.
Oggi che peso specifico ha la musica nella società? E’ osservata solo come sottofondo insignificante, tormentone usa-e-getta e aggregante sociale dei templi dell’edonismo epidermico? Si è consapevoli che essa veicola, volontariamente e involontariamente, dei messaggi, che è parte integrante dell’identità culturale di un Paese e offre e produce ricchezza, spirituale e materiale, anche se si scarica con leggerezza, come se non avesse un costo e un valore, e talora si sottopaga, come se per i musicisti costituisse un puro hobby?
Questi sono alcuni degli interrogativi che ha accuratamente risvegliato e inoculato come germi produttivi di futuri possibili il Medimex, che Bari ha ospitato dal 24 al 27 novembre.
Fiera delle ma soprattutto sulle Musiche del Mediterraneo, con molteplici convegni su argomenti come la musica come strumento di promozione del territorio, sul rapporto tra musica e rivoluzione nella Primavera araba, sulle prospettive della musica (la vivace tavola rotonda Chi ha paura della musica? con Franco Battiato, Vasco Brondi, Caparezza, Pierpaolo Capovilla, Tommaso Colliva e Daniele Silvestri) e tanto altro ancora. Ma anche e soprattutto interviste-presentazioni esclusive quali quelle del terzo lavoro del Teatro degli Orrori e dell’ep delle Luci della Centrale Elettrica per XL.
Musica parlata: molta, pertanto. Musica suonata: un po’ meno forse dell’auspicabile. Gli showcase Medimex erano al di fuori degli spazi e dei tempi fieristici e riservati agli operatori muniti di badge. Interessanti, ma meritevoli di maggiore pubblicizzazione le pur brevi esibizioni nello Spazio di RadioTre Rai e nello stand di Audiocoop, laddove la quindicesima edizione del M.E.I., la prima in trasferta, è apparsa un po’ ridimensionata al di fuori dei gloriosi spazi, sempre serali, presso il Teatro Kismet, che ha ospitato anche il P.I.M.I.
Considerevoli quindi le presenze degli addetti ai lavori presso il Nuovo Padiglione della Fiera del Levante ma un po’ inferiori alle possibilità di uno spazio espositivo così confortevole, elegante e moderno quelle dei semplici visitatori.
E sul futuro della musica ha lasciato riflettere anche l’evento inaugurale, un Meraviglioso Modugno che al Teatro Petruzzelli ha seminato brividi, soprattutto nelle cover pronte a dischiudere i significati più intimi della musica del Mimmo nazionale (Pino Marino, Cristina Donà, Paola Turci, ecc.).
Perché la musica, lungi dall’essere un’ars minore, è ancora viatico di un’indispensabile educazione sentimentale, oltre che morale.
A seguire, i focus realizzati dei nostri inviati:
Belle fedeli ed infedeli: maestri e allievi per de/scrivere futuri
di Ambrosia Silvia Imbornone
Convegno “Chi ha paura della musica?”
di Paolo Talanca
di Silvia Rizzello