ultime notizie

Lilith Festival: Genova tra pop, rock ...

di Alberto Calandriello Periodo di intensissima attività per l'Associazione Culturale Lilith, punto di riferimento per la cultura a Genova ed in Liguria, che da pochi giorni ha dato il ...

Bianca d'Aponte International

Barcellona, Auditorium del Centre Artesà Tradicionàrius, 8 marzo 2015

"Cose di Amilcare"

Il mondo della canzone d'autore ricorderà questo mese di marzo 2015, nel giorno dedicato alla donna, come il più bell'omaggio per la parola in musica al femminile. Fuori dai nostri confini, nel luogo di Barcellona dove il Club Tenco, per mano di Sergio Secondiano Sacchi, ha costruito un piccolo nido dova capitano “Cose di Amilcare”, cantautrici, poetesse, ballerini e musicisti si sono esibiti in una delle serate più ricche di eventi cui ci sia capitato di assistere.
Musa ispiratrice di tutto questo, con la sua voce suadente e dolce ma decisa, il suo bellissimo viso, gli occhi grandi e chiari di sua madre, le sue accattivanti melodie su cui poggiare parole, una poesia sempre al fianco della gente comune, degli umili, dei folli, degli innamorati, dei sognatori, è la giovane Bianca d'Aponte, che a quasi dodici anni ormai dalla sua scomparsa appare sempre più presente e viva nel mondo della canzone d'arte italiana.

Già anticipato su queste pagine alcuni giorni prima, l'evento ha mantenuto ogni singola emozione promessa e ne ha regalate tante ancora di più, anche se ormai chi frequenta l'annuale Premio  Bianca d'Aponte ha imparato che lo stupore è la regola, quando c'è di mezzo Bianca, e ogni volta si prepara a lasciarsi trasportare da tanto amore.  Giovanna e Gaetano, madre e padre di Bianca, ne sono i portatori, insieme con Gennaro Gatto, cresciuto con lei a scuola, e ora prezioso, instancabile e insostituibile fac totum nell'organizzazione del Premio aversano, e Fausto Mesolella, che accompagnò Bianca nei suoi primi passi artistici e che ora come allora accompagna con la chitarra le sue canzoni, che sia Bianca a cantarle o le artiste – tante, ormai –  che l'hanno interpretata.

Qualcuno, poi, ha portato qui un'ulteriore quota di poesia: Enrico de Angelis, direttore artistico del Club Tenco, ha portato le parole in versi di sua moglie Alba Avesini, nota per essere la traduttrice degli albi di “Asterix”, ma che fu anche poetessa capace esprimere la levità così come il dolore o l'amore. Scomparsa nel 2003, lo stesso anno in cui ci lasciò Bianca, Alba l'ha affiancata per tutta la serata con i suoi versi messi in musica da alcuni degli ospiti della serata. E ancora altri artisti hanno partecipato con le loro opere a questo evento:  Sergio Staino con i suoi disegni, Fabrizio Fenucci e Roberto Molteni con i loro scatti fotografici,
Marco Nereo Rotelli per la scenografia e i premi.

Una serata dai tanti significati, dunque, intrisa di profondità di pensiero e di sensibilità, la cui complessità – vogliamo sottolinearlo – è stata resa comprensibile e fluida dal presentatore Steven Forti, impeccabile davvero, che ha saputo accompagnare spettatori e artisti con eleganza e professionalità sì, ma anche con passione e calore, lungo il percorso straordinariamente variegato e affascinante quale è il mondo femminile narrato dalla voce stessa delle donne.
In platea, affollatissima, un grande numero di addetti ai lavori volati dall'Italia per l'occasione: oltre naturalmente al già citato de Angelis e noi de “L'Isola che non c'era”, c'erano, tra gli altri, giornalisti Rai come Roberta Balzotti (peraltro storica presentatrice del Premio Bianca d'Aponte) e Timisoara Pinto; critici musicali come Enrico Deregibus, ed Elisabetta Malantrucco con Alessandro Calzetta per le pagine di “Bravonline”; Paolo Talanca, opinionista musicale del “Fatto Quotidiano”; Ivan Rufo, direttore artistico del concorso musicale “Botteghe d'Autore”; Daniela Esposito, ufficio stampa per tante promesse della nostra musica; Katia Lanese, organizzatrice di eventi; Giorgio Bulgarelli, eccezionale fotografo musicale.

Amilcare Rambaldi è stato il naturale ispiratore di questo intreccio culturale, lui che aveva fatto sua la massima di Vinicius de Moraes “La vita, amico, è l'arte dell'incontro”, nella notte in cui le poesie sono diventate canzoni e Bianca ha cantato in tante lingue diverse. Purtroppo non potremo essere dettagliati nel raccontarvi tutto quanto accaduto in quella notte barcellonese di marzo, nella bellissima scenografia lunare creata da Rotelli appositamente per quel palco. Vogliamo però che vi stupiate un po' anche voi, e citare quindi, in ordine di svolgimento, tutto ciò che è accaduto quella sera e gli artisti che hanno celebrato questa festa.

A partire dalla prima voce risuonata nell'auditorium che è stata, a sorpresa per tutti, quella di Bianca d'Aponte: intensissima, Bianca, e bravissima anche nel canto, lei sola con le parole del brano tradizionale Donna Sabella, mentre la sua immagine si stagliava sul fondale del palco.

Poi, dopo l'apertura-introduzione di Fausto Mesolella, Katres, già due volte finalista al Premio Bianca d'Aponte una delle quali vincitrice del Premio Siae, ha fatto da "madrina" della serata, cantando, in versione originale, Ninna nanna in Re di Bianca. Poi la sorridente Anita Zengeza dello Zimbabwe ha cantato in inglese Le parole più belle (The most beautiful words) con grazia leggera, seguita da Olden, giovane e talentuoso artista nostrano ma attivo a Barcellona, che ha cantato la poesia dell'argentina Alfonsina Storni tradotta in italiano, All'ascolto, accompagnato dal cantautore Ulrich Sandner. È stata quindi ancora Bianca a presentare una sua canzone, stavolta in tedesco, Ma l'amore no, dalla voce di Vera Gottschall (¡Viva la novia!).  È stato qui che è entrata in scena per la prima volta Alba Avesini, portata dal musicista Riccardo Massari, veronese come lei, che è salito sul palco accompagnato dalla giovanissima figlia Anna Maria. Ana Garcìa (argentina) e Geddafi Núñez (peruviano) hanno omaggiato entrambe le principali protagoniste della serata, Alba e Bianca, cantando in spagnolo dell'una la poesia En mi arpa vibra una cuerda e dell'altra Un chicco di caffè. Ancora intrecci culturali sul tema della donna: Paul Simon, nel 1966, scrisse una meravigliosa canzone dedicata alla poetessa Emily Dickinson; il regista Wayne Scott ha dato questa sera prova di eccellenti doti di interprete cantando For Emily, whenever I may find her, accompagnato alla chitarra da Enric Hernàez. Il Canto di fine inverno di Bianca è stato cantato da TroffaHamra in lingua maltese. Poi Andrea Satta (Têtes de Bois), accompagnato da Mesolella, ha cantato due canzoni, la prima da una poesia di Alba, Sono ciò che rimane (emozionante tanto, Andrea Satta, come sempre), l'altra I love you di Lou Reed in versione italiana. Il coloratissimo gruppo multiculturale dei Dinatatak (Italia, Francia, Messico, Cile) si è esibito in una multi-idiomatica Contradditoria e mite di Bianca, per poi cimentarsi anche loro una composizione di Lou Reed, Satellite of love. Sul divertente tip tap del loro ballerino si è chiusa la prima parte della serata.

La seconda parte si è aperta con la cerimonia di premiazione: Steven Forti ha invitato sul palco Sergio Sacchi, Sergio Staino, Marco Nereo Rotelli, e naturalmente Fausto Mesolella e Giovanna e Gaetano d'Aponte. Due erano le consegne in programma, ma una, la prima, era del tutto inaspettata per i protagonisti: ai genitori di Bianca, infatti, è stato consegnato il "Premio Bianca d'Aponte International". Riportando le parole di Sacchi: «Il premio è per un'attività culturale portata avanti da tanto tempo», e la motivazione è «per aver dimostrato come il cervello possa stare così tanto vicino al cuore». Staino consegna poi il "Premio Rambaldi 2015" a Mesolella,  il quale poi, lasciato solo sul palco con la sua chitarra, ha suonato Libertango di Astor Piazzolla, accendendo il pubblico di emozione e di entusiasmo come solo lui sa fare.

È arrivato quindi il momento dell'ultima grande carrellata di poesie in musica. Bianca è sul palco grazie a Victoria Niven (del gruppo Por H o Por V) che ha cantato in spagnolo Il cantico dei matti, qui El canto de los locos. L'ha seguita Carlo Doneddu che ha musicato una poesia di Alba dandogli il nome di Riecco l'inverno. Tra i momenti più intensi annoveriamo certamente l'intervento di Rusó Sala, un po' certo per la meraviglia dei brani che ha scelto di interpretare in catalano, e cioè Cose lontane di Bianca e Cose di Amilcare di Paolo Conte, un po' per la sensibilità interpretativa di questa artista, che accompagnata da Caterinangela Fadda ha offerto al pubblico momenti di grande intensità. Dopo una digressione in un'altra forma d'arte, quella della danza, da parte del celebre  Julyen Hamilton, qui con Paolo Cingolani in passi ispirati da Il bagarozzo re di Bianca, è arrivato il momento della lingua francese con Céline Pruvost, che ha tradotto e cantato Anima scalza, per lei L’ame aux pieds nus. È risalito poi sul palco Enric Hernàez, che ha musicato e cantato prima la poetessa catalana Maria Mercè Marçal, e poi ancora Alba Avesini. Un altro momento particolarmente apprezzato è stata l'interpretazione in inglese di Come Doroty (Dorothy) di Bianca da parte di Samantha De Siena, bravissima nel restituire la canzone così come era stata pensata dalla stessa Bianca. L'ultima esibizione è stata quella della celebrata cantante catalana  Sílvia Comes, che ha dedicato due brani rispettivamente a Bianca e ai suoi genitori, e affiancata da Fausto Mesolella ha dato vita a un set trascinante.

Si conclude questa straordinaria serata così come era cominciata, con la voce di Bianca: il suo Canto di fine inverno è accompagnato dalle dita di Mesolella sulle corde della chitarra, assecondandone parole e accenti. Raccoglie così l'ennesimo applauso commosso, Bianca, mentre il suo chitarrista resta da una parte, prima dei saluti finali. Ricordiamo che le canzoni di Bianca così interpretate, insieme ad altre tradotte in altre lingue ancora (catalano algherese, russo, ceco, maori, basco e portoghese), saranno raccolte in un Cd, sempre curato dall'associazione Cose di Amilcare, che sarà presentato ad Aversa nel corso dell'XI edizione del Premio Bianca d'Aponte il 16 e 17 ottobre prossimi.

(Foto di Giorgio Bulgarelli)



Share |

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento