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Roberta Alloisio, ecco Luigi e Animantiga

In uscita due dischi postumi

Raffaele Abbate presenta i due progetti a cui stava lavorando l'artista genovese

È passato poco più di un anno e sembra davvero ieri. Perché il suo volto sorridente continua a ripresentarsi nella nostra mente, mentre la voce rincorre e agguanta spesso il nostro ricordo. Roberta Alloisio stava lavorando a diversi progetti poco prima della sua improvvisa scomparsa (avvenuta a Genova ad appena 53 anni). Uno di questi vedrà la luce  il 21 marzo - data di nascita di Luigi Tenco - quando la Orange Home Records pubblicherà il suo disco postumo, Luigi. “Affrontare il repertorio di Luigi Tenco è la sola cosa che potessi fare dopo aver ricevuto un premio a lui dedicato”, ricordava Roberta, che la Targa Tenco aveva vinto - quale miglior interprete - nel 2011 con Janua. Registrato in soli cinque giorni con grande passione, Luigi gode del sostegno e della collaborazione della famiglia Tenco. L'album contiene 13 brani, più un particolare omaggio che Giorgio Gaber dedicò all’amico negli anni ’80, reinterpretati chitarra e voce con Armando Corsi

Ma non sarà l’ultimo cd di Roberta Alloisio che potremmo ascoltare, perché a maggio vedrà la luce anche l’attesissimo Animantiga, arrangiato da Giovanni Ceccarelli.

Il progetto, ideato da Roberta Alloisio e da Stephane Casalta, mira a rinsaldare i legami storici e culturali tra le due terre, Genova e Bastia, con l'obiettivo di dare vita ad un'avventura collettiva che abbracci l'arte e le radici di questa fetta di Mediterraneo, tradizione da condividere. Un album corale, ricco di voci e suggestioni musicali, che vede un ricco parterre di musicisti: Giovanni Ceccarelli, Maxime Merlandi, Patrizia Gattaceca, Esmeralda Sciascia, Laura Parodi, Elsa Guerci e il gruppo corale “I Menestrelli”, Paolo Gerbella, Felice Del Gaudio, Loris Lombardo, Luca Falomi, Mario Arcari, Armando Corsi, Marco Leveratto, Cristina Nico e Stefano Cabrera.

Per l’occasione abbiamo incontrato Raffaele Abbate della Orange Home Records, produttore di entrambi i progetti.

- Raffaele immagino sia stato molto difficile portare avanti il lavoro di Roberta sia da un punto di vista emotivo che organizzativo dopo la sua scomparsa.
- Sì, non è stato per nulla facile. Ci siamo inevitabilmente fermati a lungo per capire se proseguire il lavoro e per decidere quale direzione prendere. In realtà il lavoro su Luigi Tenco era ampiamente finito, anche perché è un disco di fatto acustico. Animantiga invece è un progetto decisamente più complesso. Roberta aveva appena terminato di registrare le voci.

- Partiamo dal cd Luigi.
- Nasce da lontano. Dal 2012 Roberta e Armando Corsi portavano avanti uno spettacolo live dal titolo Recanto; era un omaggio alla lingua genovese in cui i due ripercorrevano il repertorio di alcuni grandi cantautori liguri. Aveva un colore proprio da “ostaia”, qualcosa di molto ruvido, se vuoi, nel senso che Corsi aveva voglia di riprendere un chitarrismo basico, senza troppi fronzoli anche nelle armonie. A poco a poco quel progetto si era trasformato in un vero e proprio omaggio a Tenco.
- L’ultima volta che vidi Roberta, mi disse che per lei cantare Tenco era anche una sfida vocale.
- Sì, lei aveva un timbro vocale completamente diverso da quello di Tenco. Quanto lei tendeva agli acuti e, perché, no alla frivolezza, quanto Tenco prediligeva i toni bassi e più ombrosi. Mi ricordo che dopo una sessione in studio dissi, scherzosamente ma neanche troppo, a Roberta che non doveva, a mio avviso, portare Tenco nel suo mondo ma lei entrare in quello di Tenco. In altri termini, la sfidavo a cercare nuove strade vocali molto più basse. Ti assicuro che non è stato facile per lei, ma ha intrapreso la sfida con grande professionalità.
- Luigi è un disco che ha avuto una gestazione molto veloce.
- Sì, lo abbiamo pensato in estate e a dicembre era già finito. Volevamo proprio questo mood molto essenziale. Solo chitarra e voce per mettere a nudo la forma-canzone di Tenco. Credo che anche questo abbia impressionato positivamente la famiglia Tenco.
- Ecco, parlami un po’ del loro coinvolgimento. Sappiamo quanto siano molto attenti ai progetti dedicati a Luigi e non lesinino anche critiche…
- Io e Armando eravamo già in contatto con loro, avendo partecipato al progetto Baccini canta Tenco di qualche anno fa. Un ruolo molto importante l’ha svolto Sandro Amicone, amico di Luigi e dei suoi famigliari. Sandro è davvero un personaggio incredibile; pensa che da qualche anno si è messo a catalogare tutti gli oggetti appartenuti a Tenco - spartiti, manoscritti, macchina da scrivere, microfoni - che erano nella Torre di famiglia a Recco. Amicone ha ritrovato una vecchia chitarra appartenuta a Luigi ed Armando l’ha suonata in due brani: La Ballata del Marinaio e Io sì.
- Mi dicevi della famiglia…
- Sì, Graziella (la moglie di Valentino, fratello di Luigi n.d.r.) si è proprio innamorata del progetto e insieme ai figli Patrizia e Giuseppe ci ha dato anche preziosi consigli, recuperando a volte parole presenti nei testi originali e poi espunti da Luigi. In Ciao amore ciao si è, per esempio, recuperato la versione registrata solo per il mercato estero, che prevedeva la parola “piangendo” al posto di “sognando”, modifica imposta per l’esibizione al Festival di Sanremo. Così come si è preferito eseguire il testo di “Un’ultima carezza” invece del più conosciuto “Averti tra le braccia”. Insomma, Graziella ha seguito da vicino i lavori; per dirti, una volta è venuta in studio a seguire le registrazioni. Voleva sapere come si registra, se le cose sono cambiate rispetto all’epoca di suo cognato.
- A maggio, invece, vedrà la luce Animantiga.
- Sì, come ti dovevo in questo caso il discorso è stato più complesso, perché era un lavoro molto più articolato che vedeva la presenza oltretutto di diversi ospiti.
- Roberta aveva terminato di registrare le voci ma c’erano ancora diverse decisioni da prendere.
- Certo, Roberta in realtà aveva le idee molto chiare rispetto a quale direzione prendere. Però è evidente che al di là dell’aspetto emotivo terminare il lavoro è stato duro. Da questo punto di vista permettimi di ringraziare pubblicamente Stephane Casalta - autore di quasi tutti i brani - che ha fortemente voluto che il disco prendesse vita e fosse l’ultimo omaggio a Roberta.

 

 

 

 


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