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Rock Contest 2010

La storia del concorso e i vincitori della 22° edizione

[Photo credits: Marco Quinti e Giulia Naldini]

Tutto è bene quel che inizia bene. Ricordo il pranzo vicino alla Loggia dei Mercanti a Milano con cui inaugurammo questa 22° edizione del Rock Contest. Una tavolata di addetti ai lavori, giornalisti, amici in cui si raccontò per l’ennesima volta la favola del Rock Contest, la sua folgorante nascita negli anni ’80 nel nido della new wave fiorentina, fino alle ultime prestigiose scoperte di promesse rock nostrane. Sapevamo già da quel mattino che non saremmo rimasti delusi dalle nuove proposte di questo dicembre, dai vincitori e dai finalisti che hanno riscaldato questo dicembre 2010.

Il luogo del delitto è noto, la Flog, tempio storico del rock fiorentino, dove giungono ben folte le sei formazioni finaliste, pronte a misurarsi su un palco importante: una serata per confrontarsi con una storia di illustri predecessori, per imporre un talento e un’urgenza di espressione creativa.

I gruppi tendono ad esser per due terzi provenienti dalla regione del concorso, ma questo è l’unico lato in comune (e unico neo) che possiamo individuare tra proposte così varie e altrettanto valide. Si inizia con I Ganzi, gruppo neo-beat di raggiante presenza scenica, coagulato attorno alle gambe e alla voce graffiante della frontwoman della band, guida di un perfetta capsula temporale sixties.

Si prosegue con il rappresentante più cantautorale del lotto, il pescarese Giuliano Clerico, pronto a stregare il pubblico con il suo timbro vocale “nero”, aggiornando con il suo album “Il costruttore di meccaniche sognanti” la lezione che da Bennato a Gaetano alimenta la frangia più irregolare e visionaria della nostra canzone d’autore.

A mescolare ancor più le carte in tavola provvedono i Piano for airport, progetto romano rivolto ad ampio raggio nella sfera indietronica, tra shoegaze e Morr music, dimenato in una trance suggestiva di pedaliere, loop e improvvisazioni sintetiche, un flusso omogeneo e ondivago atomizzato tra le varie composizioni presentate in scaletta.

Gli Street Clerks riportano tutto su un piano indie-folk, figli della rivoluzione silente del new acoustic movement ma anche della tradizione più britannica di gentili compositori pop. Le stesse melodie dolci e violente che da Paul Weller arrivano ad Alex Turner, fino al parallelo casalingo dei bresciani Annie Hall, sulla stessa strada di pop raggiante e complesso nella sua apparente immediatezza. Un alchimia vera e scatenata che viene seguita dalla nuova band di Giorgio Mannucci dei The Walrus, i Mandrake, ensemble sperimentale tra fluorescente ributti indie e una bizzarra combinazione classica, dovuta alla presenza nell’organico di violino e contrabbasso. Questo forse il gruppo più innovativo, e forse il più acerbo in quanto a presenza sul palco, data anche la fresca creazione della band. L’esatto opposto si potrebbe affermare per la Betta Blues Society, vulcanici, oliati e implacabili nella perizia da jam session e nell’impatto folgorante sul pubblico. Snocciolano gemme di delta-blues con disinvoltura ed energica aggressività, non lasciando molto all’inventiva ma conquistando senza dubbio le fila del pubblico presente.

La giuria si chiude nel bunker della Flog, ci guardiamo e lanciamo pronostici nell’ovvia adrenalina, si contano voti, speranze, entusiasmi, sei performance che sono state contraddistinte da un’innegabile qualità. Vincono infine gli Street Clerks, spartendosi il podio con i Betta Blues Society e i terzi arrivati, I Ganzi. A prescindere dalle preferenze personali rimarranno delle certezze nei memoriali: un ottimo spettacolo offerto, un’organizzazione “amicale” ma professionale, e soprattutto l’aver presentato una rosa di nomi che hanno tutte le carte in regola per diventare protagonisti del mondo musicale italiano (e non solo). Ai posteri la fortunata sentenza.

Di seguito, due piccoli omaggi che L'Isola vuole tributare alla storica rassegna per artisti emergenti. Troverete una breve storia del Rock Contest, fatta di talent-scouting eccellente e nuove promesse ancora ai vertici del nostro panorama discografico. A seguire la nostra recensione del volume antologico sulla storia del Contest, " I love Rock 'n' Roll", un modo in più per ricordare i risultati di questo piccolo grande evento musicale.

 

La storia del Rock Contest

 

Recensione del libro "I love Rock and Roll"

 


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