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Grande serata live al CPM, otto artisti per una finale d'eccezione davanti ad una prestigiosa giuria

L'Edizione 2013 vinta da Marrone Quando Fugge (sez. Italiana) e Arianna Antinori (Internaz.)

Due le sezioni: "italiana" e "internazionale"

Sulla foto di gruppo (di Monica Ruscanu) che racchiude la giuria e i finalisti si chiude la 10ª edizione dell’Artista che non c’era. Una serata intensa, tiratissima, coinvolgente, che alla fine ha dato il suo responso: Marrone Quando Fugge è il vincitore della sezione Italiana e Arianna Antinori vince nella sezione Internazionale. Ma a costo di sembrare retorici, qualunquisti e fuori tempo, ci piace pensare che a vincere siano stati tutti gli artisti che sono giunti alla finale. Frase fatta, è vero, ma è pur vero che nel computo dei voti non c’è stata una classifica “lunga”, ma decisamente “corta”, con tutti i partecipanti racchiusi in un pugno di voti.

Ecco, in ordine alfabetico, i finalisti della sezione “Italiana”:

ABBA ZABBA (Trieste), MARRONE QUANDO FUGGE (Castell’Alfero – AT), PAOLA ROSSATO (Gorizia) e REBI RIVALE (Udine)

Per la parte “Internazionale” si sono esibiti ALESSANDRO LEPORE (Roma), ARIANNA ANTINORI (Vicenza), DANIELE TENCA (Milano), JAMA TRIO (Castano Primo – MI) e SARA ROBIN (Selvazzano Dentro – PD) e

 

Ad ascoltare e a giudicare i finalisti, L’Isola ha composto una Giuria qualificata, fortemente radicata nel mercato discografico. Una trentina di personaggi che - ognuno nel suo ambito lavorativo – operano da protagonisti nella filiera della musica e che hanno potuto così dare il proprio contributo a formare il giudizio finale. Questi i nomi:

Alberto Pirotta (103 Edizioni e Discografia), Andrea Zuppini (musicista/arrangiatore), Anna Prada (Circolone di Legnano), Claudio Fucci (VoloLibero edizioni e discografia), Dario Zigiotto (operatore culturale), Davide Grandi (rivista Il Blues), Ezio Poli (L’Isola Ritrovata di Alessandria), Fabio Vergani (A Buzz Supreme), Filippo Broglia (Rec Media-uff.stampa radio/tv/stampa), Franco Mussida (musicista), Gaetano Petronio (Uff. stampa GPC), Giancarlo Onorato (musicista/produttore), Gianni Biondillo (scrittore), Giorgio Cordini (musicista/arrangiatore), Guido Giazzi (rivista Il Buscadero), Jonny Malavasi (Groove Agency-booking/management), Marco Zischka (Artystica-booking/management), Max Germini (musicista/arrangiatore), Paolo Jachia (scrittore), Pierangelo Cantù (rivista Late For The Sky e Jam), Raffaele Stefani (tecnico del suono/produttore), Rosario Pantaleo (operatore culturale), Simon Luca (musicista/operatore culturale), Simone Chivilò (arrangiatore/produttore), Vito Sartor (Mescalina.it) oltre a Stefano Tognoni, in rappresentanza de L’Isola.

 

La location scelta per la Finale è stata l’Auditorium del CPM. Con Franco Mussida perfetto padrone di casa (qui nel suo saluto iniziale a fianco di Francesco Paracchini, direttore de L'Isola) sempre pronto ad accogliere con il sorriso sulle labbra artisti e addetti ai lavori.

Sistemata la giuria e spente le luci, salgono sul palco Filippo Ferrari e Mariagrazia Sindoni, i due presentatori che con il loro brio e la loro spontaneità gestiranno al meglio i vari cambi palco della serata.

 

Si inizia alle 21.15 e si parte con la sezione Italiana.
A salire per prima è Paola Rossato, friulana di Gorizia che apre la gara con Ballata piccola e seguita da È ancora casa. Chitarra a sostegno di una voce precisa e intonata, che regala i primi applausi sinceri di pubblico e giuria. Ad accompagnare la Rossato c’erano più musicisti (contrabbasso, violino e chitarra) oltre a due “coriste” d’eccezione: Elsa Martin (straordinaria artista, vincitrice di molti premi non ultimo una menzione speciale al Premio Bindi appena concluso domenica 7 luglio…) e Rebi Rivale, in un pezzo anche alla fisarmonica.

Già, proprio Rebi Rivale, altra protagonista di questa finale che si esibirà poco dopo. Questo a significare che in terra friulana si sta creando, o meglio, si è creata una forte coesione artistica, un rispetto reciproco che ha permesso a Paola Rossato e Rebi Rivale di “mischiare” i musicisti e portando a questa serata finale due set diversi, suggestivi in egual modo, con le stesse persone. E infatti, quando a salire sul palco sarà Rebi Rivale, la formazione che appare al pubblico è più o meno la stessa, con Paola Rossato che affianca ai cori Elsa Martin e a cui si aggiunge solo una musicista in più, Ornella Tusini alla chitarra classica, figura di primo piano nella poetica della Rivale.
Ottima la resa live, una performance quella di Rebi Ribale che con soli due brani lasciano il segno (ma soprattutto lasciano la voglia di approfondire la sua poetica). Come i segni della stanchezza di questa artista che solo la sera prima, ad Udine, aveva presentato il suo nuovo album ‘Emergenze’ in uno spettacolo riuscitissimo e che siamo certi darà molte soddisfazione a questa brava cantautrice.

In “mezzo” tra le due artiste friulane c’è stata l’esibizione di Abba Zabba, che armato solo di una sei corde acustica ha incantato con quella sua voce particolarissima. Due pezzi dal testo raffinato e ben amalgamato su un tessuto musicale che colpisce pur nella sua semplicità. Una semplicità che arriva per sottrazione, da una tecnica compositiva che ha visto Alessandro Giorgiutti (questo il suo vero nome), trovare una sua personale chiave di lettura nella costruzione delle canzoni. Un “giovane” artista ma con alle spalle anni di gavetta “ontheroad” che gli hanno forgiato carattere e gusto musicale.

Chiude il set della sezione Italiana Massimo Lepre, in arte Marrone Quando Fugge. Formazione in quartetto classico, con chitarra, basso e batteria a cui si aggiunge la chitarra di Massimo che non è certo un supporto, ma anzi detta le linee melodiche e gran parte della ritmica. Come nel primo brano, ad esempio, Il pre-fagiolismo, titolo anomalo ma dalla resa eccezionale o ancora nel secondo pezzo, quando si accomoda al piano e fa partire Lacrime e whisky, delicatissima gemma di un artista che vince questa finale, ma che siamo certi saprà regalare e regalarsi molte altre soddisfazioni artistiche. Di lui colpisce la natura sghemba delle melodie, poco scontate eppure facilmente assimilabili tanto da poterne godere anche ad un primo ascolto.

 

A fare da stacco tra le due sezioni di finalisti due ospiti.

Prima i Bochma!, gruppo rock che nasce dal CPM e più precisamente da quella fucina chiamata “CreaMusica” che ogni anno vede riunire sotto un unico cappello le principali realtà musicali che passano per la Scuola di Musica fondata da Mussida nel 1985 e che vengono aiutate a crearsi un proprio personale percorso musicale. Due brani che hanno fatto da apripista a quelle che sarebbero poi state, in parte, le atmosfere della seconda parte della gara. Un buon tiro (ottima la sezione ritmica a cui va aggiunto un plauso alla voce di Elisabetta Cois) e per loro decisamente un futuro in ascesa.

A seguire arriva Daniele Ronda, il giovane cantautore piacentino (tra l’altro fresco vincitore del Premio Lunezia 2013 sezione etno-folk) che, anche se con un brano solo, ha dato prova del suo talento da cantastorie e che questa sua ricca carrellata di concerti da “tutto esaurito” sono ben motivate. Tra i concerti più riusciti vale la pena ricordare ad esempio quello del 31 marzo 2012 nel teatro Municipale della sua città o quello ancor più suggestivo nel Palabanca di Piacenza, il 1° dicembre dopo che era uscito da pochi giorni il suo disco “La sirena del Po”.

 

Ma veniamo adesso alla seconda parte di questa serata finale, all’esibizione dei 5 artisti “Internazionali” (artisti italiani che hanno scelto di esprimersi in una lingua diversa dall’italiano).

Si parte con Daniele Tenca, milanese, in formazione minimale ma iperefficace: chitarra/batteria che fa capire fin da subito che i decibel (e il ritmo) si alzeranno e non di poco. Il brano di apertura, Default Boogie, ha un incipit travolgente e pian piano il pubblico l’Auditorium comincia a battere il piedino…. Dotato di una voce intensa, Daniele è oggi una delle realtà più preziose del genere blues-rock, capace di lavorare su brani inediti dal forte spessore anche testuale.

Giusto il tempo di sistemare un attimo il palco e a salirci questa volta è Sara Robin. Voce straordinaria, ma più ancora quel che colpisce della Robin è il suo talento compositivo che, considerando anche i suoi ventidue anni scarsi, la mettono di diritto tra le “novità” più preziose della nostra musica. Suoni che richiamano un pop anglosassone che ha nel pianoforte lo snodo su cui si dipanano melodie, se vogliamo, anche ricercate ma rese affascinanti dalla sua capacità di interprete. Sicuramente è la sua una delle esibizioni più applaudite di tutta la serata.

Terzo concorrente in gara (ricordiamo che in questa sezione erano cinque anziché quattro per via di un ex-aequo nelle semifinali) e si ritorna dalle parti del folk-country-blues con Jama Trio. Performance degna dei migliori festival di Nashville, Jama è un polistrumentista dalla voce graffiante e incline ai repentini cambi di ritmica che le sue composizioni prevedono. Sul palco la formazione che ormai lo vede girare i locali del Nord Italia, con basso e batteria e lui alle chitarre, in un suono scarno ma efficace. Un giovane talento di cui sentiremo sicuramente parlare in futuro. Ma anche a breve…

Rimaniamo sempre in questo mood da West Coast con Alessandro Lepore, chitarrista che ha incantato con la sua tecnica (che non sfocia mai in virtuosismo fine a se stesso) e la sua caldissima voce. Personaggio di sicura presa live, Alessandro ha vissuto alcuni anni in America e questo gli ha consentito di ottenere una pronuncia pressoché perfetta che diventa un valore aggiunto non indifferente su brani che comunque reggono bene di luce propria. Ottima impressione, ben ricompensata dal calore degli applausi.

Si chiude con Arianna Antinori, che in un completo nero accarezza il microfono e parte con You know, quarta traccia del nuovissimo (e primo) album di questa cantautrice romana ma ormai vicentina da oltre quindici anni. Un pezzo che costringe tutta la giuria a rivedere i giudizi ipotizzati fino a quel momento. Tre minuti, non di più, forse quattro per portare pubblico e addetti ai lavori dalla sua parte. Ma è con il secondo brano in gara che Arianna costruisce la sua vittoria. For my friend è una ballata bellissima, trascinante, cantata e suonata in maniera impeccabile, con quel pathos che solo le grandi interpreti sanno regalare.
Non sarà certo la vittoria de L’Artista che non c’era a fare di Arianna Antinori una delle protagoniste delle prossime stagioni in Italia, visto che la sua carica live e lo straordinario gruppo di musicisti che l’accompagna hanno già disseminato la penisola di centinaia e centinaia di fan che ormai la seguono nei suoi numerosi concerti. Una vittoria meritata ma che non oscura affatto le altre quattro proposte, anzi, tutti ne escono rafforzati per un confronto ad armi pari che questa volta ha visto lei salire sul gradino più alto pur nella consapevolezza che tutti erano potenziali vincitori.

Dopo un quarto d’ora i risultati finali e sul palco del CPM sale tutta la giuria e i nove artisti protagonisti per una megafoto di gruppo che ben incornicia una serata indimenticabile. E anche del “pubblico” presente è bello segnalare che c’erano altri “colleghi” (come ad esempio Evasio Muraro, Amelie, Patrizia Cirulli, Rossella Aliano, Rocco Rosignoli, Icio Caravita, Paolo Farina e qualche altro che ora ci sfugge) che non hanno voluto perdersi una serata così speciale.

A consegnare la targa per Marrone Quando Fugge viene chiamata Anna Prada, presidente di giuria della sezione Italiana, punto di riferimento del Circolone di Legnano, storico locale dell’hinterland milanese da sempre vicino alla musica live italiana e non. Per la sezione internazionale, a consegnare la targa ad Arianna Antinori sale sul palco Guido Giazzi, direttore del Buscadero da tempo immemorabile e fondatore di Vinilmania, forse la più grande manifestazione di collezionismo presente in Italiana che da “qualche decennio” che si svolge a Novegro (MI).

 

E anche se nell’Auditorium del CPM non c’è un sipario vero e proprio, poco dopo mezzanotte si chiudono le esibizioni di questa decima edizione de L’Artista che non c’era. Oltre 200 iscritti. mesi di ascolti, riascolti, condivisi da parte della redazione de L’Isola e degli oltre quaranta collaboratori che hanno preso parte alle selezioni fino al coinvolgimento di una giuria di qualità che non finiremo mai di ringraziare per il prezioso tempo che ci ha dedicato nel mese di maggio e giugno per aiutarci a identificare i semi-finalisti prima e i finalisti poi.

Fino a questa sera, quando su quel palco siamo convinti che siano saliti nove artisti che ben rappresentano lo spirito di questo concorso: nessuna preclusione di genere e nessuna chiusura o limiti di età imposti. Artisti emergenti e navigati che si sono sfidati e stretti la mano in un’atmosfera che ricorda più il “terzo tempo” del rugby (forte competizione nella gara, ma poi una vigorosa stretta dimano e tutti a bere birra o vino insieme) piuttosto che il mondo patinato e nello stesso tempo viscido del calcio nostrano.

Una bella esperienza per tutti, organizzatori e artisti, pubblico e giuria che fa ben sperare in questa nuova formula delle sue sezioni che siamo certi creeranno un precedente in molti altri concorsi. Appuntamento al 2014 con nuove idee e nuovi artisti da valorizzare e far conoscere.

Nella foto qui sotto, (quasi) tutti i protagonisti della Giuria e tutti i finalisti.

Nell'ordine, da sinistra a destra e cominciando dalla fila in basso seduti:
Paola Rossato, Rebi Rivale, Daniele Tenca, Alessandro Lepore, Marrone Quando Fugge, Abba Zabba, Jama, Sara Robin e Arianna Antinori.
Accovacciati in seconda fila, Davide Grandi, Filippo Broglia, Ezio Poli, Simon Luca, Simone Chivilò, Pierangelo Cantù, Fabio Vergani.
In piedi, sempre da sinistra verso destra, troviamo Guido Giazzi, Claudio Fucci, Franco Mussida, Gianni Biondillo, Max Germini, Alberto Pirotta, Giorgio Cordini, Dario Zigiotto, Andrea Zuppini, Raffaele Stefani.
Nell'ultima fila, seminascosti, Stefano Tognoni, Rosario Pantaleo, Marco Zischka, Paolo Jachia, Vito Sartor, Giancarlo Onorato, Anna Prada

Tutte le foto del servizio sono gentilmente concesse da Giuseppe Verrini
 


 

 


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