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Maria Luisa Lafiandra ci parla della nuova edizione del Premio Poggio Bustone. La finale domenica 8 settembre

Nel cuore della musica, con la musica nel cuore

Domenica 8 settembre la serata finale

Intervista a Maria Luisa Lafiandra, direttore artistico del Premio Poggio Bustone che domenica 8 settembre vedrà sfilare sul palco allestito presso i celeberrimi Giardini di Marzo (qui a fianco la statua che campeggia al centro) gli otto finalisti di un Festival e di un Premio giunto oramai alla 9ª edizione.

Una chiacchierata in attesa della nuova finale e che ci permette di conoscere meglio una delle artefici di questo Premio (vanno ricordate – almeno - anche Maria Cristina Lafiandra e Gabriella Rinaldi, strettissime collaboratrici di Maria Luisa) che ormai si è inserito a pieno diritto tra i principali festival italiani dedicati alla musica emergente di qualità.

 

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Nona edizione dicevamo in apertura e quindi una domanda è quasi d'obbligo: quali e come sono i cantautori di oggi, la musica che propongono, visti dal tuo – privilegiato – punto di osservazione come può essere appunto un concorso?

Credo sia cambiato ciò che c'è intorno alla musica, non ci sono le medesime possibilità di prima di iniziare una carriera artistica, ma dall'altro lato sono cambiati i mezzi, gli strumenti. La tecnologia offre opportunità prodigiose a poco prezzo e in meno tempo di una volta.
È cambiato anche il pubblico e il mercato, anzi per certi versi la musica sta vivendo più di altre arti un momento di cambiamento. Sono cambiati soprattutto i mezzi di comunicazione: non esistono (quasi più) più le   riviste cartacee di un tempo e, al contempo, l'editoria digitale sta ancora definendo i propri tratti. Si sono stravolti i meccanismi della distribuzione e del consumo di musica. In parole povere: i dischi non vendono più ma il live ancora, in Italia almeno, non ha i suoi giusti spazi di espressione. Navighiamo un po' a vista.
Mentre, però, la creatività made in Italy, lungi dallo spegnersi, continua a dare frutti molto interessanti. I cantautori di oggi sono gli stessi di ieri e credo saranno gli stessi in futuro; sono coloro che esprimono se stessi con la musica e non hanno tempo, sono eterni e universali, perché è insita in alcune personalità la condizione di "cantautore".

 

Anche per quanto riguarda i generi, credo che anche tu possa condividere un sempre più comune rimescolarsi delle carte...
Potremmo parlare di un continuo crossover infatti, ma del resto le etichette servono solo a sintetizzare in pochi aggettivi aspetti che invece necessitano più attenzione: ogni artista è un mondo, una storia, un percorso... ho sempre trovato davvero poco artistico la necessità di ridurre in pochi aggettivi la musica di un artista.

 

Otto finalisti: meno rispetto agli altri anni. C’è qualche motivo particolare o si tratta di una scelta artistica?
Vorremmo dare più respiro agli artisti, più attenzione alle canzoni... abbiamo avuto edizioni con troppi artisti. Il ‘Premio Poggio Bustone’ è anche riconoscimenti di vario tipo e momenti di solidarietà. Non ho mai amato eventi troppo lunghi, ritengo sia invece basilare rispettare il pubblico e non pesare sul suo ascolto; come tale, abbiamo preferito offrire maggiore respiro, scambiare una parola in più sul palco e scoprire i tanti risvolti che ci sono dietro un artista, piuttosto che riempire il palco di sola musica. Sono scelte, ma ci sentiamo in dovere di dare agli artisti anche un rispetto umano, oltre che puramente artistico. È stata sempre la nostra filosofia.

 

Dicevamo della tua esperienza vissuta in quasi dieci anni con i molti artisti che sono passati dalle selezioni e dalle finali del tuo concorso. Quali sono i consigli che ti sentiresti di dare ai musicisti, ai cantanti che si affacciano a questo mondo o che hanno avuto i primi riconoscimenti?
Continuate a vivere e a respirare musica, non preoccupatevi troppo dell'opinione altrui, se si è certi del proprio stile e di ciò che "si sente" (anche se qualche consiglio che arriva alle proprie orecchie potrebbe aiutare a tener dritta la barra..); ma anche mettersi in gioco, partecipare a eventi, festival, lasciandosi conoscere e sapendo di avere anche un ruolo sociale...
In un mondo sano, la musica e l'arte hanno un grande ruolo e il loro posto, la loro "missione" artistica, va vissuta col massimo entusiasmo possibile. In ogni caso, non ho mai creduto che un artista debba solo "fare l'artista", questo è un mondo pieno di risorse e possibilità: ai giovani emergenti del domani dico di imparare a scindere il mondo artistico da quello pratico. La dimensione musicale dovrebbe essere libera dalle necessità di una vita pratica e come tale non puntare solo sulla musica come lavoro, perché si finirebbe col vivere male, quanto piuttosto imparare a vivere la musica con tanta passione e leggerezza, sapendo che può essere determinante nella qualità di una persona che non può vivere senza di lei.
La musica come mestiere richiede molto impegno e sacrificio e richiede una perseveranza che solo i più appassionati sapranno darle.

 

Ecco i nomi degli artisti che si esibiranno nella serata finale di Poggio Bustone:

 

Antonio Fiabane (Belluno)

https://www.facebook.com/events/272183999503828/

 

Barbara Monte (Alessandria)

https://www.facebook.com/Barbara.Monte

 

Deja (Gorizia)

https://www.facebook.com/distrattidalvento

 

Enrico Zambelli (Genova)

 

Joe Santo (Milano)

 

Nancy Pepe (Bari)

http://www.youtube.com/watch?v=GR3MWMG5ubc

 

Simone Cocciglia (L’Aquila)

https://www.facebook.com/simone.cocciglia

 

Stefano Testasecca (Teramo)

 

Appuntamento allora a domenica 8 settembre a Poggio Bustone.

Inizio finale ore 21.00

Ingresso gratuito

 

 

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http://www.premiopoggiobustone.it

https://www.facebook.com/groups/47318074547/?fref=ts

 

Ufficio stampa del Premio Poggio Bustone:

STUDIO ALFA (Roma)

Lorenza Somogyi

06 8183579   333 4915100

lorenzasomogyi@alfaprom.com  -  www.alfaprom.com  -  skypename: alfaprom

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