Ricordo di Paolo Carù

Carù Dischi e Il Buscadero, un binomio che segna un'epoca

Caro Paolo,
questo è un editoriale che non avrei mai voluto scrivere.

Pensavamo di essere immortali, pensavamo che impegnandoci ogni mese a chiudere puntualmente il Buscadero questo ci proteggesse dai dolori della vita. Purtroppo non è stato così. Lo sapevamo ma facevamo finta che, attraverso il lavoro e l’impegno, nulla potesse accaderci. La rivista, o meglio il giornale come lo chiamavamo noi, era la tua vita, e ogni numero era il migliore che potessimo fare prima del numero successivo.

Con Paolo e Anna, o con Anna e Paolo ho passato una parte importante della mia vita. Voi eravate per tutti noi, un binomio indissolubile. Io e mia moglie abbiamo passato momenti bellissimi con voi: le vacanze negli Stati Uniti, i concerti, i cinema nella Milano notturna e deserta, le trasmissioni a Radio Popolare, le opinioni sugli album di Van Morrison, Bob Dylan, Johnny Cash e altri personaggi che hanno animato la nostra vita. Grazie a te ho conosciuto molti artisti interessanti, grazie a te ho potuto collaborare per più di quarant’anni con un gruppo di lavoro fantastico e per più di quarant’anni, e questo è un piccolo miracolo, puntualmente siamo usciti nelle edicole di tutta Italia facendo conoscere la musica che più amavamo. Non avevi un carattere facile, per molti eri burbero e chiuso, per me sei stato come un fratello, una persona con cui ci capivamo anche senza parlare.

No, non siamo immortali. Basta un colpo di vento per distruggere le nostre vite. Siamo stati compagni di viaggio per molti anni ho sempre percepito la tua fiducia e la tua amicizia. Non dovevi andartene così senza avvertirci.

Grazie di tutto Paolo, non ti dimenticheremo.
Basterà una canzone per farti rivivere nei nostri pensieri.

Guido