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Le Iotatòla vincono la 9ª edizione de L'Artista che non c'era, in una finale al Carroponte con Andrea Cola, Barbara Cavaleri, Enrico Farnedi, Lubjan e Tiziano Mazzoni

Una gara serratissima con 6 grandi artisti. Ospiti Pino Marino, Zibba e i Jaspers

Chiude l'edizione 2012 del concorso, con il lancio di "L'Isola x l'Emilia", una compilation con i 12 semi-finalisti a favore delle popolazioni terremotate

Palermo-Francoforte cantava il Dalla ballerino negli anni Ottanta, Palermo-Sesto S.Giovanni è il nuovo asse che in questo caldissimo giugno 2012 ha visto portare sul gradino più alto le IOTATÒLA.

Sono loro infatti le (due) vincitrici della 9ª edizione de L’Artista che non c’era, dopo una splendida serata in quel museo post-industriale a cielo aperto che è il Carroponte. Sei artisti che si sono esibiti su un palco tirato a lucido per questa occasione e che non hanno tradito le attese.

Andrea Cola, Tiziano Mazzoni, Barbara Cavaleri, Lubjan, Enrico Farnedi e le Iotatòla (questo l’ordine di uscita) hanno presentato due brani a testa davanti ad pubblico numeroso chiamato a raccolta da un grande lavoro di networking messo in piedi dai principali partner del concorso, a cominciare dall’Arci Milano, dal CPM e ovviamente da L’Isola, la testata musicale che organizza questo concorso dal lontano 2004.

Parleremo più avanti delle esibizioni dei 6 finalisti, ma un minimo di racconto su ciò che è accaduto “prima” della gara è doveroso. Ad aprire la serata sono stati i Jaspers, sestetto milanese che dopo due anni di formazione presso il laboratorio Crea Musica del CPM (la prestigiosa scuola di musica fondata da Franco Mussida a Milano) sono ora pronti per calcare i palchi di tutta Italia. Freschezza e potenza nei suoni le loro armi migliori, aiutati anche da una buona dose di improvvisazione e da un’ottima gestione degli spazi sul palco da parte dei musicisti, a cominciare dai due frontman alle voci, Fabrizio Bertoli e Giuseppe Zito. Completano il gruppo Eros Pistoia alle chitarre, Francesco Sgarbi alle tastiere e ai synth, Erik Donadini al basso e Joere Olivo dietro ai tamburi. Un brano solo a loro disposizione per via dei tempi strettissimi che una serata come questa prevedeva, ma sufficiente a confermarli come una delle nuove realtà cittadine da seguire con più attenzione.

Tempi stretti dicevamo e così, per gestire tutti i campi palco, i vari ospiti, gli artisti in gara e tutte le varie fasi di premiazione è stata chiamata una professionista del settore, Roberta Giordano, voce storica di Radio 24 che con la sua calma e il suo sorriso ha saputo infondere il giusto ritmo dando serenità in ogni fase dello spettacolo.

E quando Roberta annuncia il primo ospite, Zibba, subito il pensiero corre alla finale dell’anno scorso, quando a vincere L’Artista che non c’era fu proprio il cantautore ligure con una performance di quelle che non si dimenticano. Voce e chitarra, seduto su una sedia e un microfono davanti, due brani che piegarono ogni potenziale dubbio della giura presente, regalandogli una vittoria netta. Come di consuetudine, quindi, anche quest’anno il vincitore della precedente edizione viene invitato a suonare un pezzo e per questa occasione Zibba imbraccia la sua sei corde e sceglie Nancy, brano che apre il suo nuovo album 'Come il suono dei passi sulla neve', che nella versione su disco vede anche la partecipazione di Roy Paci. Una pioggia di applausi accompagna Zibba giù dal palco dando così a Roberta il tempo per richiamare l’attenzione sui nomi dei sei finalisti di quest’anno, perché adesso la gara inizia davvero.

 

Il primo a salire è ANDREA COLA. Chitarra elettrica a tracolla, due secondi per infilare il jack nel Fender DeVille alle sue spalle, un tocco alla manopola del volume (verso l’altro, ovviamente…) e parte con l’intensa Che eroi. Poche pennate e molto pathos, che raggiunge il culmine con Anna senti che tamburi, brano in crescendo che colpisce per la forza evocativa che Andrea riesce a mettere nella voce mentre il volume e l’intensità della chitarra crescono, lentamente ma in maniera inesorabile, portando l’ascoltatore in una tensione emotiva che lascia il segno. Andrea Cola, cesenate, sarà alla fine il primo e l’unico dei sei finalisti a presentarsi “solo” sul palco, ma quei dodici minuti chitarra e voce rimarranno certamente tra i più intensi delle ultime edizioni del concorso. Questo a dimostrazione che quando c’è la stoffa (e il sarto pure…) si possono confezionare vestiti su misura per ogni occasione. Cola ha più o meno trent’anni e da circa la metà suona in giro per l’Italia, prima con qualche gruppo, poi dal 2007 quasi sempre da solo. Finalista a Musicultura lo scorso anno, Andrea Cola è sicuramente una freccia vincente nel carniere della nuova musica italiana e la sua esibizione a L’Artista che non c’era 2012 non ha fatto altro che confermarlo.

 

Di tutt’altra atmosfera parliamo adesso, visto che il secondo a cantare sarà TIZIANO MAZZONI, toscano, che al suo fianco ha chiamato altri quattro musicisti. E che musicisti! Ricordiamoli, cominciando da Francesco Bocciardi alla chitarra e al dobro (suggestivo il suo contributo agli arrangiamenti quando usa il dobro come se fosse una steel guitar, sedendosi e appoggiandolo sulle gambe…), Andrea Marianelli al basso elettrico, Marco Soldaini alla batteria e, udite udite, una leggenda vivente (e non solo italiana) dell’Hammond: Pippo Guarnera. Un suono inconfondibile, il suo, che ha dato un sapore blues ai due brani presentati, che seppur scritti in epoche diverse sono accomunati da un grande omaggio, quello che Tiziano ha voluto fare a Maurizio Ferretti, storico ricercatore musicale pistoiese - come lo stesso Mazzoni - che ha suonato anche con Caterina Bueno. Il primo pezzo che Tiziano ha proposto è stato Donna, scritto da Ferretti nel ’72 dal forte impatto sociale, seguita da Ad occhi aperti che Mazzoni ha composto l’anno scorso e dedicata al ricercatore toscano che veniva a mancare proprio mentre Tiziano stava ultimando il suo secondo album. Quel brano divenne poi quello d’apertura del album 'Goccia a goccia' (2011), riuscito esempio di come si possa convogliare tradizione e nuovi spunti musicali. Una scelta coraggiosa quella di presentare in finale questi due brani, che meritano attenzione per la cura degli arrangiamenti e per i testi davvero toccanti.

 

Dopo le prime due proposte in gara, Roberta Giordano ha chiamato sul palco Gianni Zuretti, presidente di giuria nonché stimato critico musicale, da anni impegnato a divulgare musica italiana ed internazionale su varie testate e siti, tra cui Mescalina, Buscadero e L’Isola, oltre a curare molte direzioni artistiche di locali e rassegne commissionate da amministrazioni comunali dell’area milanese e del varesotto. Zuretti ha letto i nomi di una quindicina di giurati (circa la metà dei nomi presenti, lasciando ad un successivo intervento gli altri nomi), spiegando che uno dei punti di forza di questo concorso sta proprio nel chiamare a raccolta un alto - e qualificato - numero di addetti ai lavori, che abbiamo esperienze lavorative diverse per ambito e professione. Ed ecco allora produttori, artisti, uffici stampa, musicisti, arrangiatori, management, organizzatori di festival, booking, giornalisti di carta stampata, radio e web, editori, gestori di locali pronti ad ascoltare le proposte giunte in finale e semi-finale. Ben 34 i nomi che componevano la Giuria di quest’anno e avremo modo di elencarli nella parte finale dell’articolo.

Torniamo ora agli artisti e agli scatti che Ottavio Tonti ha creato (le foto di questo servizio sono tutte sue, tranne dove segnalato), riuscendo – crediamo – a trasmettervi la tensione ma anche la serenità con cui hanno affrontato questa finale.

 

Si riprende con una delle due proposte femminili in gara. Parliamo di BARBARA CAVALERI, charme e voce che non passano inosservate. Accompagnata da Alberto Pirovano e da Ugo De Crescenzo, Barbara ha colpito per la sua proposta decisamente internazionale, con brani cantati in un ottimo inglese (ha vissuto a Londra per qualche anno). Molto riuscito il contrasto tra la chitarra di Alberto e l’Ipad suonato, maneggiato, accarezzato da Ugo De Crescenzo, un mix di elettronica e tecnica chitarristica che riesce nel difficile compito di diventare un pop raffinato, dove la voce di Barbara è la classica ciliegina sulla torta. Il primo brano, per esempio, intitolato So rare, disegna un viaggio sonoro che difficilmente si ascolta in Italia e che si spinge ulteriormente più in là con Up, il secondo brano, dove ritmo, voce, presenza scenica e la doppia voce di Alberto danno vita ad un sound (riuscitissimo il ritornello sincopato) che lascia ben sperare per la nascita di un nuovo album che dovrebbe vedere la luce entro l’anno. Un plauso sincero a questa artista completa (scrive testi e musiche) che sta cercando una strada personalissima lontana da logiche mainstream, ma che la porta dritta verso un mondo sonoro capace di intercettare chi ha voglia di ascoltare qualcosa di nuovo. Nata a Novara ma residente ormai stabilmente a Milano, Barbara ha già all’attivo un album uscito nel 2006. Dopo di allora nessuna esperienza discografica di lunga durata, ma solo un gran lavoro di scrittura, di concerti, di ricerca musicale sui suoni e sulla voce, fino a quest’anno e ai due bellissimi brani presentati in questo concorso che segneranno una nuova strada musicale per Barbara e i suoi musicisti.

 

Palco, spazio e applausi adesso per LUBJAN, tra l’altro una delle vincitrici di Musicultura 2012. Voce calda e potente, Giovanna Lubjan (in arte solo Lubjan) scrive testi, musica e suona ormai da molti anni e nel tempo ha messo un punto una perfetta sintonia con Floriano Bocchino, compagno di musica e anche nella vita, che con il suo Rhodes Fender regala agli arrangiamenti un gusto personalissimo. Per la performance di questa sera al Carroponte, oltre a Lubjan e a Floriano, sul palco c’era Stefano Calore, giovane chitarrista che dalla sei corde riesce a tirar fuori i suoni giusti che servono a completare al meglio il grande lavoro del Rhodes. Un suono magico quello del Rhodes e a sentire certi passaggi di Floriano questa sera, sembra abbia masticato jazz rock da colazione a cena per vent’anni. Formidabile. Su tutto poi c’è lei, Lubjan. Lei, la sua voce e la sua chitarra acustica, che imbraccia come una madre culla la sua creatura. Ma come una madre sa anche essere dura, quando serve… ed ecco che una buona tecnica, messa al servizio della mano destra, gli consente di dettare il ritmo e di cambiarlo anche all’interno dello stesso pezzo. Lubjan ha un grande controllo della voce, calibrando l’indubbia estensione vocale passando senza problemi da una frase sussurrata ad un crescendo perfetto come nel secondo brano che chiude la sua esibizione, Parole assenti. Il pezzo d’apertura, invece, è Il veleno del tempo, forse meno d’impatto rispetto all’altro, ma certamente più vicino al sentire di questa artista padovana in questo momento, vista l’intensità con cui l’ha interpretato e su cui punterà per la nascita dei prossimi pezzi. Una grande potenzialità che siamo certi troverà la sua massima concretezza nel nuovo lavoro che già scalpita sotto le dita…

 

Arriva poi il momento di ENRICO FARNEDI, che con la sua carica di simpatia e di suoni poco usuali entra subito in sintonia con il pubblico. Il primo pezzo proposto è Corso Sozzi, un brano dedicato a Cesena, la sua città, che già dal primo inciso ti entra in testa e nel secondo ritornello già lo canticchi. Ma qui non si tratta di un banale tormentone, piuttosto di un modo di scrivere che riesce a dare contenuti con leggerezza. Parlavamo però di suoni particolari e quando uno di presenta con un ukulele sul palco certamente il sound che si genera diventa originale. Ad accompagnare Farnedi (anch’egli vincitore di Musicultura 2012) ci sono Marco Bovi al basso e ai cori e Mauro Gazzoni, batterista mancino che riesce a colorare ogni minimo spazio di non-cantato.

Ma il vero pezzo forte di Farnedi è Vendemmia, il secondo brano. Enrico parte con un paio di frasi a cappella che come una lama nel burro arrivano dritti al cuore. La storia è quella di una nonna, forse la sua, che in sella ad una bicicletta cantava e pedalava su è giù per le colline portando pane e uova ai partigiani nascosti nel bosco romagnolo. La dolcezza della donna raggiunge il suo culmine quando ricorda di tener duro perché tra poco è Settembre e giù nei campi la vendemmia li aspetta. Il brano, inserito in una compilation uscita il 25 aprile dello scorso anno, è davvero uno dei più belli dedicati all’argomento che ci è capitato di sentire negli ultimi anni. Questo a sottolineare che se vi capita di vedere un suo concerto non lasciatevi ingannare dal quel viso simpatico e dal suono coinvolgente dell’ukulele, ma piuttosto ascoltate i suoi testi, muovendo pure il piedino, va bene lo stesso. Scoprirete un artista vero, diplomato in tromba e musica jazz, che ha scelto la (difficile) strada della semplicità, della leggerezza, dell’ironia, per dare forma e contenuti al suo modo di intendere le canzoni.

 

Siamo arrivati in fondo alla gara. Manca solo la sesta esibizione, quella delle IOTATÒLA che però richiede qualche minuto in più di assetto palco rispetto agli altri cambi. Roberta Giordano ha così il compito di gestire al meglio quei tre-quattro minuti di vuoto che in uno spettacolo sembrano davvero interminabili. Qualche battuta e un veloce riepilogo dei cinque artisti che si sono appena esibiti, poi uno sguardo ai tecnici e via, si può annunciare questo duo siciliano che si presenta in una formazione alquanto strana e coinvolgente, smembrando di fatto una batteria. Simona Norato suona la cassa con il piede destro e imbraccia la chitarra elettrica, mentre Serena Ganci gestisce “l’altra parte della batteria”, con rullante, timpano e piatti. Un impatto visivo decisamente accattivante che però lascia subito il posto ad una netta percezione, quella cioè di essere davanti a due grandi artiste. Colpisce la struttura delle canzoni (quelle presentate in gara erano Il principe azzurroGiuralo Mario), ricche come sono di una voglia concreta di destrutturare la classica forma strofa-ritornello-strofa, con cambi di ritmo indovinati e testi ora giocati sulla metafora altre volte decisamente espliciti in favore di un’autonomia femminile che si difende da una logica di maschio dominante ormai superata. Altro punto di forza delle Iotatòla sono sicuramente le voci, che prese singolarmente hanno già di per sé una forza intrinseca, ma è quando lavorano all’unisono che riescono a dare il meglio e a creare “un suono” personale, quasi una voce sola messa al servizio di un sound piacevole e nuovo. Vincitrici anche di Musicultura 2010, sono certamente uno dei progetti che più hanno messo d’accordo pubblico e addetti ai lavori negli ultimi due anni.

Giunti alla fine delle sei esibizioni, la sensazione palpabile che si respira nel backstage, tra il pubblico e nella giuria è la stessa, quella cioè che questa sera al Carroponte si è assistito ad uno spaccato di musica italiana che vuole uscire dagli schemi e che grazie a questo concorso ha saputo mettere insieme proposte diverse per stile, genere e anche età… Come dire, un percorso di selezione che non ha guardato in faccia a niente e a nessuno, dando a tutti le stesse opportunità di partenza, mettendo al centro solo la qualità della proposta musicale. Di musica italiana stiamo parlando e non solo di una parte.

E prima ancora che la giuria esprimesse i suoi voti, Roberta ha chiamato sul palco Rosario Pantaleo, storico redattore de L’Isola (è in redazione dal 1997!), ma non solo, visto che da sempre Pantaleo scrive, organizza eventi, conduce dibattiti, insomma un vero operatore culturale (oggi anche consigliere comunale a Milano) capace di unire passione civile e amore per la musica. E la presenza di Rosario sul palco serviva per presentare “L’Isola x l’Emilia”, un progetto che unisce proprio queste due anime, visto che si tratta di un’iniziativa volta a portare sostegno morale e – nel limite del possibile – economico, alle terre emiliane martoriate dal terremoto. Fautore dell’iniziativa è anche il CPM e infatti Rosario chiama al suo fianco Franco Mussida, che del CPM ne è l’anima e il fondatore. Insieme spiegano che questo progetto prevede la nascita di una compilation con tutti e 12 i semi-finalisti del concorso L’Artista che non c’era 2012, che verrà poi veicolata nei modi e nei termini che si andranno a stabilire nelle prossime settimane. L’idea nasce pochissimo tempo fa, nell’Auditorium del Cpm esattamente l’8 giugno, giorno della semi-finale, in una serata in cui l’atmosfera di grande solidarietà artistica tra i 12 protagonisti era palpabile ed è venuto naturale pensare che grazie alla musica ascoltata quella sera si potesse far nascere un piccola, ma significativa testimonianza (tre di loro, per pura coincidenza, erano emiliano-romagnoli). Un’iniziativa che aiuti a ricostruire una scuola di musica, un piccolo teatro o una qualsiasi struttura che possa ri-dare a quelle terre un luogo per socializzare, che aiuti a condividere le emozioni che solo la musica sa creare. Prima di scendere dal palco Mussida ha ricordato che di questo progetto si sono fatti solo i primi passi e che L’Isola e Cpm stanno cercando partner e nuovi soggetti che vogliano dare una forma più compiuta al progetto (stampa del cd, distribuzione tradizionale e web, promozione, eccetera). La platea era ben assortita di addetti ai lavori (i giurati in primis) e sicuramente il messaggio sarà arrivato forte e chiaro…. Vedremo, ma siamo certi che prima dell’estate ne sapremo qualcosa di più.

E mentre Gianni Zuretti, coadiuvato da Daniela Giordani (instancabile segretaria di redazione del’Isola, nonché attiva promotrice di iniziative culturali in ambito letterario e musicale), gestisce le schede dei 34 giurati, Roberta anticipa che tra poco salirà sul palco il “padrino” della serata ma prima di farlo chiama Francesco Paracchini, direttore de L’Isola. Qualche minuto concesso all’ufficialità, che servono giustamente a ringraziare i partner di questa 9ª edizione, dall’Arci Milano alla Coop Lombardia, dal già citato Cpm fino ad un ringraziamento sincero rivolto a tutta la redazione e ai molti collaboratori (non solo milanesi, ma anche quelli sparsi in tutta Italia) che hanno lavorato per rendere questo concorso, e in particolare questa edizione, un grande evento nazionale. Poi invita sul palco uno dei tanti giurati in platea, un nome speciale che già da solo evoca un mondo lungo quarant’anni: Enrico de Angelis, co-organizzatore e guida artistica del Premio Tenco, uno dei massimi riferimenti (anzi potremmo dire tranquillamente “il”…) della canzone d’autore in Italia da ormai quattro decenni. Enrico non ha perso l’occasione per ricordare il rischio concreto di assistere ad un (brutto) film già visto l'anno scorso, quando per mancanza di fondi la prestigiosa manifestazione rischiò seriamente di essere cancellata, per poi essere recuperata in extremis. E se le sue parole sono state crude e precise, non riusciamo ancora a credere che il Premio Tenco non possa avere un appuntamento annuale stabile, nella sua sede naturale che è Sanremo. De Angelis ha però sottolineato come il direttivo del Tenco porti avanti il nome e il brand del Premio attraverso molte iniziative itineranti, come ad esempio “Il Tenco ascolta”, serate che servono a testare live molti degli artisti che ciclicamente mandano materiale al Direttivo.

De Angelis scende, ma l’applauso viene prolungato perché è ormai tempo di far salire l’ospite finale: Pino Marino.

Sorriso sornione e con la chitarra tra le mani, Pino ha raccontato la sua esperienza vissuta all’Artista che non c’era. Il primo vincitore di questo concorso, infatti, è stato lui nel 2004, dove in una finale emozionante e una giura presieduta da Fernanda Pivano, a spuntarla su Piero Sidoti, Mirco Menna, Terramare, Je Ne T’Aime Plus e Marian Trapassi fu proprio il cantautore romano. “Ricordo bene anche il momento in cui Pacifico, ospite di quell’edizione, mi consegnò la targa. Oggi mi trovo io in questa situazione e anche se non so ancora a chi dovrò consegnarla… sarò felice di farlo, sperando di portare fortuna al vincitore”.

Tutti giù dal palco ora, suona Pino.

L’attacco è di quelli potenti, con la mano destra che vibra sulle corde e lancia il riff di Canzone # 8, apertura del suo secondo, bellissimo, album 'Non bastano i fiori' (2003) nonché brano con cui partecipò al concorso otto anni fa. Perfetta l’esecuzione, così come il suo classico movimento del piede sinistro che alzandosi ritmicamente da terra crea un movimento quasi teatrale, oppure come la trovata di cantare Piove - cover di modugnana memoria - a cappella, solo con un mangianastri su cui era incisa la melodia suonata da una chitarra quasi giocattolo. Piccoli particolari che ci ricordano, se mai ce ne fosse bisogno, di come questo artista sia molto più di un cantautore, ma piuttosto un funambolico guitto che sa mescolare parole e suoni come pochi in Italia e la tournée di questa primavera con Daniele Silvestri lo ha consacrato, finalmente, tra gli artisti di punta della canzone d’autore italiana. Nel suo set c’è spazio anche per presentare Resilienza 451, nuovo pezzo che farà parte del suo quinto album che, incrociamo le dita, dovrebbe vedere la luce entro l’anno. Un ultimo pezzo Pino lo regala chiamando sul palco anche Zibba e insieme propongono Non ho lavoro, dissacrante pezzo che Pino Marino ha scritto ormai da qualche anno ma che rimane sempre attualissimo(“Non ho lavoro, quindi non ho paura di perdere il lavoro…”, un brano che sarebbe la sigla ideale del Concertone del Primo Maggio, anzi lanciamo un invito agli organizzatori per riascoltarsi testo e musica…

Vedere il primo e l’ultimo (anzi ormai il penultimo) vincitore de L’Artista che non c’era suonare insieme è stata un’emozione fortissima, che ha fatto da apripista alla proposta lanciata da Paracchini prima di passare alle premiazioni. Quella cioè di mettere in piedi una serata totalmente dedicata ai vincitori de L’Artista che non c’era (oltre a Pino Marino e a Zibba ci sono stati Pilar nel 2005 e poi via via Veronica Marchi, Piji, Marcosbanda, Erica Mou, Paolo Pallante e…. le Iotatòla). Un cast eccezionale che sotto la direzione artistica di Pino Marino potrebbero davvero regalare una serata unica e indimenticabile. L’occasione sarà l’anno prossimo, anno del decennale del concorso. Vedremo, il tempo c’è e per quel che abbiamo potuto vedere anche la stima reciproca tra alcuni dei potenziali protagonisti….

 

A riportare un po’ tutti alla realtà, lasciando i progetti futuri appunto al futuro, ci ha pensato Roberta Giordano che richiama tutti gli artisti sul palco per ricevere la targa di partecipazione e per lasciare a Pino Marino la proclamazione del vincitore. Il grande palco del Carrroponte accoglie tutti e a tutti riesce a dare visibilità, e il lungo applauso del pubblico sembra davvero abbracciare questi sei artisti che hanno saputo regalare due ore di musica di ottimo livello. Ma quando Pino legge il nome del vincitore, le Iotatòla, allora gli sguardi vanno a queste due siciliane di Palermo che hanno saputo vincere e convincere la giuria, seppur non all’unanimità. Ma forse è proprio questo il bello, no? Una finale per nulla scontata che vedeva 34 giurati, 34 teste pensanti che hanno ovviamente gusti differenti e che alla fine decretano che sì, sono loro comunque quelle che hanno convinto di più.

 

Siamo ben consapevoli che due brani da soli non spiegano e non raccontano assolutamente il percorso artistico di un artista, di un gruppo e quindi l’ascolto di un concerto intero, per esempio, o di un album con dodici tracce, potrebbero sovvertire certi giudizi epidermici, ma quando di tratta di un concorso, allora i fattori in campo sono precisi, emozionali, crudeli anche. Con due brani a disposizione devi arrivare subito, colpire senza strafare, emozionare senza emozionarti troppo, essere anche un po’ ruffiani se vuoi, giocarsi cioè tutte le carte che uno ha a disposizione. Stiamo pur sempre parlando di spettacolo e non di letteratura! La musica deve emozionare e se hai due pezzi a disposizione non hai molto tempo per farti conoscere. Quello potrà avvenire dopo. Anzi, ne siamo certi. Andrea Cola, Tiziano Mazzoni, Barbara Cavaleri, Lubian, Enrico Farnedi e le Iotatòla hanno suonato davanti ad una Giuria qualificata, ad una quindicina di collaboratori de L’Isola e ad un pubblico tra cui molti addetti ai lavori, quindi hanno certamente seminato.

Ognuno dei presenti avrà avuto sensazioni diverse e che per ognuno si trasformeranno in maniera diversa. Chi in curiosità, chi in approfondimento artistico, chi nella richiesta di contatti futuri. Ce lo auguriamo. Per noi dell’Isola la certezza è una sola, quella di aver trovato nuovi artisti su cui lavorare nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Intanto cominciamo con l’assicurare alcuni bonus importanti e non solo per il vincitore, a cui andranno comunque un premio in denaro e alcuni momenti live di grande suggestione. L’apertura di tre concerti del management Cose di Musica, per esempio, o la partecipazione al Festival “Verso l’altro” che si terrà ad Adro (Bs), una manifestazione dedicata al tema del volontariato che si svolgerà dal 21 al 23 settembre. E poi c’è allo studio una serie di date da gestire per la promozione della compilation “L’Isola x l’Emilia” che coinvolgerà tutti e 12 i semi-finalisti, con un occhio di riguardo soprattutto per i 6 finalisti.

Cala il sipario su questa 9ª edizione del concorso ma già da domani si aprono dieci, cento occasioni per dare visibilità agli artisti che più ci hanno colpito per talento e creatività. La base su cui scegliere sarà ampissima, aggiungendo ai 6 finalisti di questa sera gli altri 6 semi-finalisti e con loro tutto l’elenco dei 30 (anzi 31 per un ex-aequo) selezionati della prima fase.

E chiudiamo quindi questo lungo ricordo di martedì 26 giugno con i nomi di tutti gli artisti che, di volta in volta, sono passati alla fase successiva giungendo alla finale del Carroponte. Un grazie sincero comunque a tutti i 262 iscritti per aver creduto in questo concorso e per averci dato ancora una volta la voglia e la forza di migliorarci sotto il profilo organizzativo e logistico, ma soprattutto per averci confermato con i loro brani che in Italia c’è ancora tanto da fare per dare voce e spazio a chi crede nella musica.

 

Elenco dei artisti selezionati (prima fase)

Acoustic Spirit Duo - Aldo Rossi - Andrea Cola - Barbara Cavaleri - Barbara Gobbi - Consuelo Orsingher - Cristina Nicoletta - Doc Brown - Effettoloto - Ennio Salomone e Musicomio - Enrico Farnedi - Etnoritmo - Galoni - Giuseppe Cucè - Ila Rosso - Iotatòla - Kento - Les SansPapier - Locomotif - L'Orage - Lubjan - Mandrake - Massaroni Pianoforti - Nashville & Backbones - Quartetto Desueto - Roberto Scippa - The Monkey Weather - Threesome - Tiziano Mazzoni - Valentina Amandolese - Walter Leonardi

 

 

Elenco dei artisti semi-finalisti

Andrea Cola - Barbara Cavaleri - Ennio Salomone e Musicomio - Enrico Farnedi - Iotatòla - Les SansPapier - Lubjan - Mandrake - Nashville & Backbones - Quartetto Desueto - Roberto Scippa - Tiziano Mazzoni

 

Elenco dei artisti finalisti

Andrea Cola - Barbara Cavaleri - Enrico Farnedi - Iotatòla - Lubjan - Tiziano Mazzoni

 

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Elenco della Giuria della 9ª edizione

Franco Mussida (musicista), Claudio Buja (direttore Universal Publishing), Fabio Costanza (Arci Milano), Luca Gemma (artista), Matteo Speroni (Corriere della Sera), Enrico de Angelis (direttivo Premio Tenco), Massimo Genchi (Salumeria della Musica), Gianmarco D’Alessandro (Cose di Musica Management), Rosario Pantaleo (operatore culturale), Giorgio Cordini (musicista/arrangiatore), Paolo Iafelice (produttore/arrangiatore), Anna Prada (Circolone Legnano), Luigi Schiavone (musicista), Daniele Parascandolo (Big Fish Management), Fabio Gallo (Uff.St. L’Altoparlante), Enrico Deregibus (giornalista), Luca Trambusti (Ufficio strampa), Vito Sartor (sito mescalina.it), Fabio Vergani (Uff.St. A Buzz Supreme), Alessandro Cesqui (Novunque Produzioni), Clara Moroni (artista), Antonella Marautti (Uff.St. Welldone Promotion), Alex Gorletta (dj radiofonico), Francesco Caprini (Rock Targato Italia), Claudio Fucci (Vololibero Edizioni), Pier Angelo Cantù (giornalista Jam e Late For The Sky), Susanna Parigi (artista), Elisabetta Galletta (Uff.St. Ultra), Lucia Carenini (sito bielle.org), Francesco Sainini (Terzo Millennio Edizioni), Cristina Spagna (Festival Parola Cantata), Elena Barusco (Radio Popolare), Lele Battista (musicista/arrangiatore), oltre ai due artisti ospiti, Zibba e Pino Marino. Qui di seguito invece i nomi dei cinque giurati presenti al CPM nella semi-finale, ma non al Carroponte: Franco Zanetti (Rockol), Diego Baiardi (musicista), Paolo Jachia (scrittore/saggista), Antonella Bubba (Cose di Musica) e Tommaso Sacchi (consulente musicale).

 

 

 

 

Andrea Cola

www.andreacola.it

https://www.facebook.com/andrea.cola.39

 

 

Barbara Cavaleri

https://www.facebook.com/pages/Barbara-Cavaleri/329399540411213

http://www.myspace.com/barbaracavaleri

 

 

Enrico Farnedi

http://www.enricofarnedi.it/

https://www.facebook.com/pages/Enrico-Farnedi/147049725336162

http://www.myspace.com/enricofarnedi

 

 

Iotatòla

http://www.iotatola.it

https://www.facebook.com/pages/Iotatola-Serena-Ganci-Simona-Norato/152764644743243

 

 

Lubjan

https://www.facebook.com/giovanna.lubjan

http://www.myspace.com/lubjan

 

 

Tiziano Mazzoni

www.tizianomazzoni.it

http://www.myspace.com/tizianomazzoni


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