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Un'arco tra le mani per parlare al mondo. Buon compleanno Tina!

Una vita vissuta nella musica e per la musica

Simone Rossetti Bazzaro, violinista talentuoso ed appassionato raccoglie l'eredità artistica della nonna.

 "La cosa più bella è parlare con le persone. Ti siedi, bevi un bicchiere, ti guardi in faccia, parli, ascolti. E scopri che ci sono gli altri, scopri le vite della gente, di chi è più vecchio o ha vissuto più intensamente e sa più cose. Cose di vita, imparate con le mani e con i piedi, con il cuore prima che con il cervello” (Io che conosco il tuo cuore, A. Cervi)

La stanza, confortevole e ordinata, è illuminata dalla luce di un tiepido sole di inizio Giugno e scaldata da tante foto ricordo di un’intera esistenza; ma la vera luce proviene dal sorriso di una piccola donna che con dolcezza velata da leggera malinconia torna con il pensiero e le parole ad una vita vissuta per la musica.

Agostina Aliprandi, nata il 27 Giugno 1920, soggiorna da più di quindici anni a Casa Verdi, la casa di riposo per Musicisti nel cuore di Milano fondata da Giuseppe Verdi nel 1896 e uno dei più importanti monumenti architettonici in stile liberty.
Il compositore volle che la casa fosse destinata ad ospitare gli artisti divenuti anziani o caduti in povertà ma che questo non avvenisse prima della sua morte, avvenuta nel 1901. La cripta conserva oggi la tomba del celebre musicista e della seconda moglie, Giuseppina Strepponi. Nella Casa, animata dagli illustri Ospiti, si respira un’atmosfera intrisa di arte. Avendo disponibilità di camere, Casa Verdi ospita anche giovani musicisti di diverse nazionalità arrivati in Italia per studiare, e nonostante le differenze culturali e linguistiche che potrebbero rappresentare un ostacolo, consente loro di intrecciare esperienze e sinergie musicali. La Musica rappresenta l’esperanto, un linguaggio universale.

La Signora Tina ama la solitudine della sua stanza, ma ogni tanto accoglie degli studenti e narra loro della sua lunga e intensa vita che abbraccia quasi un secolo.
Nasce e vive i suoi primi anni a Milano in una casa dove risiedono altri musicisti; all’età di sei anni comincia a studiare violino e per arrivare a lezione con sua mamma deve percorrere un lungo tratto di strada a piedi ogni volta. A soli undici anni viene ammessa nella classe di violino del M° Michelangelo Abbado presso il Conservatorio di Milano, dove grazie alla sua propensione allo studio e ad una certa facilità di apprendimento si diploma brillantemente. Sono però anni difficili per le donne che vogliono compiere una carriera musicale: alla Rai e alla Scala non erano contemplate presenze femminili e nelle orchestre la priorità era data agli uomini.

La Signora Tina però non si arrende e grazie allo studio della viola riesce ad avere una via privilegiata per entrare nell’orchestra Angelicum, composta di sole donne. Si sposa con un violista e poco dopo, a causa della scarsa offerta di lavoro nel dopoguerra, si trasferisce con lui in Brasile, dove riesce ad ottenere un’audizione per entrare nell’orchestra sinfonica di Rio.
Vi rimarranno per tre anni e mezzo per poi tornare nella loro Milano, con una nuova ricchezza per quanto appreso in terra brasiliana sia a livello musicale che come stile di vita. E infatti lei stessa ammette di essere ancora molto legata alla musica brasiliana, dal repertorio molto ricco. Amore per la musica carioca trasmesso anche al figlio Marco Rossetti. (qui sotto una bella foto con le tre generazioni insieme)

 

Una vita pervasa dalla Musica. Musica che è medicina, perché, come ci dice Tina, “mentre si suona non si pensa più a niente”. Musica che è riparo, come quando quella volta “suonando in orchestra in tempo di guerra ad un certo punto è suonato l’allarme anti-aereo ma noi musicisti non abbiamo smesso di suonare. E gli ultimi tre ottavi sono arrivati insieme ai botti dei bombardamenti. Nessuno del pubblico, molto affollato anche in tempo di guerra, si è alzato”.
Musica che può anche essere salvezza e infatti Marco accenna all’episodio in cui suo padre, durante l'ultima guerra mondiale, sarebbe dovuto partire per la campagna d’Africa: “all’epoca era già però un fisarmonicista affermato (fu il primo a suonare la fisarmonica alla Scala nell’opera Woyzeck) e rimase così in Italia nell'orchestra del reggimento. La nave sulla quale si era imbarcata la sua compagnia venne purtroppo attaccata e affondata”

La grande eredità artistica di Agostina Aliprandi viene raccolta dal figlio Marco Rossetti, ma soprattutto dal nipote Simone Rossetti Bazzaro, violinista e violista (proprio come la nonna), compositore e didatta. Sotto la guida del M° Claudio Marzorati si diploma in violino con tanto di lode presso il Conservatorio di Milano e da quel momento comincia una serie di collaborazioni con gruppi emergenti ma anche con i più importanti artsti della scena musicale italiana: Mau Mau, Sursumcorda, Saba Anglana, Roberto Vecchioni, Marco Ferradini e tanti altri. Tra i nomi da sottolineare troviamo sicuramente Zucchero, che Simone segue nel suo 'Chocabeck World Tour' del 2011 suonando la viola e Giovanni Nuti, musicista raffinato che ha musicato le poesie dell'immensa Alda Merini, al quale è legato da grande affetto e con il quale continua dopo tanti anni a suonare, tanto da essere considerato "il violinista di Alda". Attualmente suona in maniera stabile anche nei Khora Quartet, un quartetto d'archi che parte dalle radici classiche per dare nuova vita ai migliori brani del mondo rock, riarrangiati con suoni jazz-rock, passando per il pop e il tango.

Il grande talento di Simone risiede, oltre che nella sua evidente bravura e perfezione tecnica, nella capacità di rendere unico e straordinario qualunque stile e genere egli affronti. Ecletticità unita ad una grande passione per ciò che fa e un suono che rapisce.  E infatti Simone coltiva l’amore per la musica classica, repertorio che gli deriva dagli studi compiuti e che continua a portare in scena; ma soprattutto non dimentica gli anni, forse i più preziosi e formativi, in cui, con suo padre Marco, formava il Duo Bazzaro (nella foto un giovanissimo Simone con il padre).

Tina Aliprandi, Marco e Simone Rossetti, Ernesto Bazzaro (uno dei protagonisti più rappresentativi della scultura lombarda allo scorcio del XIX secolo e bisnonno di Simone: una famiglia vissuta nell’arte e per l’arte. Arte che non ambisce al ruolo di innocuo passatempo, ma che, come sostenne con grande fermezza il M° Claudio Abbado, costituisce un mezzo di liberazione, di educazione, di dignità.

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http://www.casaverdi.org/it/index.html


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