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La Rivoluzione di Daniele Ronda

Dopo l'album La rivoluzione e un lungo tour nuovi progetti per il cantautore piacentino

Da ottobre Daniele Ronda e Alberto Bertoli insieme in uno spettacolo che omaggia il grande Pierangelo Bertoli.

La rivoluzione di Daniele Ronda comincia da lontano, quando nel 2011 decide di cantare in prima persona i testi che scrive e pubblica il suo album d’esordio Daparte in folk, che lo consacra tra le voci più interessanti ed autorevoli del folk italiano. L’anno successivo esce La sirena del Po, album che ancora prolunga la sua scia fortunata e i cui brani fanno cantare e ballare il pubblico che sempre più numeroso ed affezionato lo segue nei concerti.
A coronare questi due anni di produzione artistica numerosi premi tra cui il Mei come “miglior progetto musica giovanile sul dialetto”, il Premio Leo Chiosso di Inedi-TO Premio Colline, il disco d’argento per La Sirena del Po e sempre nel 2013 il Premio Lunezia per il suo stile “popolare”, nel senso di ritmi, strumentazioni ed intenzioni artistiche che derivano dal posto in cui si vive e dal popolo che lo abita.

Nel dna di Daniele e perciò nelle sue canzoni emerge costantemente lo stimolo a trovare dentro se stessi la forza d’animo per risalire dai pendii cui la vita a fasi alterne ci espone, “perché tempo e occasioni sprecate quasi mai ti ritornano indietro, e se resti a guardare da dietro quel vetro appannato hai perso” (Ora credo).
Ed ecco che nel marzo 2014 comincia una nuova rivoluzione, che coincide idealmente con la data di presentazione del suo nuovo disco La Rivoluzione a Milano. In un periodo caratterizzato da una forte crisi non soltanto economica, ma soprattutto sociale, culturale e di valori, Daniele racconta la sua personale ricetta per superarla. Una ricetta che non prevede l’uso della violenza, ma che parte da noi stessi, dai nostri gesti quotidiani, dalla consapevolezza di non accettare compromessi, dalla voglia di guardarci attorno e capire, alla ricerca di quella felicità a volte così a portata di mano, che nemmeno siamo in grado di  riconoscere: “la troverai lì, nei movimenti del volto quando sorridiamo, nei gesti della gente, nelle canzoni, tra le pagine di un libro sfogliate in fretta…”
Una rivoluzione in parte anche musicale e stilistica, visto che in quest’ultimo disco tutte le canzoni sono in italiano e le sonorità folk si sposano ad arrangiamenti in chiave rock ed elettronica, con una resa ed un impatto internazionali rispetto ai precedenti.
Ma senza mai prescindere dalle proprie radici, territoriali e familiari. La nostra casa, il nostro punto di partenza, sempre. Come nel brano Il fuoco e il tempo, che racconta una delle più note ricette piacentine: i pisarei e i fasò. E proprio da una ricetta parte una trama di storia che si intreccia con quello che siamo e che saremo, con il nostro costante bisogno di punti fermi e di equilibrio. In vista di un futuro che però senza memoria non è possibile, come viene suggerito ne Gli occhi di mia nonna, a dimostrare che ci sono persone ed esperienze che nella nostra infanzia ed adolescenza costruiranno parte di ciò che diventeremo, permettendoci di guardarci allo specchio sempre con dignità.
La Rivoluzione è un disco che sa di casa e che, pur non affidandosi al dialetto, abbraccia appieno la tradizione. E che permette a Daniele di vincere il Premio Enriquez 2014 – Città di Sirolo nella categoria musica pop e contaminazioni “come miglior album dell’anno per la profonda ricerca compositiva dei testi e delle musiche”.
Ma la rivoluzione di Ronda e del suo Folklub continua e questa non è che una tappa importante alla quale ne seguono molte altre. A cominciare dall’anteprima del tour il 5 Aprile nella sua Piacenza con uno spettacolo ricco di sorprese e che registra come ad ogni data il sold out di pubblico.

Per culminare nell’esibizione sul palco del Concertone del Primo Maggio insieme ai TaranProject, dove dialetto piacentino e folk calabrese si uniscono in un inno alla musica popolare e annullano le distanze, e nell’apertura dei concerti di Ligabue il 31 Maggio allo Stadio Olimpico a Roma e l’8 Giugno a San Siro a Milano, dove “un muro di mani” lo accoglie con grande affetto. “E mentre il tempo batte il suo tempo, tutte le donne italiane ballano…”, perché si sa che “le donne italiane hanno un cuore danzante e non sanno smettere di ballare”, come recita la pizzica salentina nata in terra emiliana , cantata insieme ad Alessia Tondo, voce simbolo della musica popolare del Salento.

La chiusura del tour estivo ha luogo al Carroponte di Milano in una serata tiepida di settembre dal sapore magico, perché racchiude tutta la storia musicale di Daniele Ronda. Nell’occasione si avvicendano sul palco tutti i musicisti del Folklub che l’hanno accompagnato fin dagli esordi, in un alternarsi di gustosi siparietti con l’irresistibile Sandro Allario, dapprima in versione rap, in stile un po’ bagnino alla Panariello a dirla tutta, e successivamente in una sala da balera. Ad impreziosire il tutto si aggiunge la presenza di Ylenia Lucisano e Sciacuddhuzzi, ospiti che aprono la serata ed intervengono in vari momenti ad accompagnare i vari brani, per non far mai mancare quel collante musicale di diverse derivazioni popolari tanto caro all’artista piacentino.

Questa rapida carrellata di eventi basterebbe a raccontare un anno denso di emozioni e di raccolti, se non fosse che questo ragazzone dai sogni grandi e dallo sguardo di bimbo a fermarsi proprio non ci riesce. Per Daniele scrivere, cantare e calcare palchi è come un karma, è il suo modo per sfidare la vita: “E allora alzati e cammina, alzati e respira / Riprendi la partita gioca un’altra monetina / Alzati e cammina, alzati e respira / Alzati e grida”. (La monetina)
Ed eccolo dunque ad affiancare con grande entusiasmo il modenese Alberto Bertoli, conosciuto nel backstage del concerto del Primo Maggio, in un progetto dal titolo Bertoli-Ronda: A muso duro, che li porterà in scena insieme a partire da ottobre con uno spettacolo in una fusione inedita di immagini, suoni e parole, che andranno a ripercorrere  brani del loro personale repertorio senza però tralasciare ampio spazio per i grandi classici di Pierangelo Bertoli, padre del giovane Alberto.

E comunque siamo sicuri che la rivoluzione di Daniele non si fermerà certo qui: godiamoci quindi nel frattempo questo scenario con la certezza che presto qualcosa di nuovo accadrà, e continuerà ad accadere finché avrà voglia di salire su un palco con quel sorriso che “strappa le nuvole”, perché poi, va detto, la vera rivoluzione è nell’essere sempre se stessi.

(Foto di Alessio Pizzicanella, Fabio Beretta, Andrea Brusa, Elisa Cattaneo)

 


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