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Elisa Rossi è la vincitrice della X edizione del Premio Bianca d’Aponte

A Elsa Martin il Premio della Critica

Per il testo, l’interpretazione e la composizione premiate rispettivamente Flo, Anita Vitale e Alfina Scorza

C’era grande attesa per questa edizione del Premio Bianca d’Aponte, la decima, nell’intrecciarsi fitto di un programma davvero intenso di esibizioni, cause importanti da sostenere, premi da assegnare, artiste in gara, e tanti ricordi da portare sul palco. Ma come ripeteva Gaetano d’Aponte nei giorni precedenti, «non mi preoccupo, perché poi alla fine ci pensa sempre Bianca». E così è stato: anche quest’anno la polverina magica che sembra cospargere ogni cosa durante la due giorni aversana ha svolto il suo consueto lavoro. E ha reso tutto fluido e come sempre colmo di serenità ed emozione.

E già che ci troviamo sul web e scriviamo a distanza di qualche giorno dalla chiusura del sipario, vi invitiamo a leggere articoli, commenti e riflessioni di artisti, giornalisti e spettatori condivisi su internet in queste ultime ore, perché proprio attraverso le parole e l’urgenza di raccontare di chi c’era si può avere un’idea piena di quale sia il margine emotivo della manifestazione; che nulla cede, però, all’alto livello delle canzoni in gara e dello spettacolo straordinario che non per nulla vanta da nove anni la direzione artistica di Fausto Mesolella.

Proviamo anche in questa occasione, dunque, a dare un’idea a chi legge del clima davvero unico in cui si svolge questo evento riservato alla canzone d’autore al femminile. A cominciare dalle persone e dalle organizzazioni chiamate a raccolta.

C’era Alberto Salerno, che con sua moglie Mara Maionchi (assente per un imprevisto dell’ultimo momento) sono stati i discografici che per primi intuirono il talento di una Bianca ancora neppure diciottenne, e quest’anno qui per assegnare un premio a una delle cantautrici in gara a nome dell’organizzazione no profit “Muovi La Musica”, di cui sono cofondatori. C’era Gianfranco Reverberi, uno degli autori storici della nostra canzone, legato stretto al Premio e pressoché sempre presente e attivo. C’era Emergency, l’associazione di cui Bianca era sostenitrice in vita e che continua a sostenere oggi con i ricavi delle vendite dei cd delle varie edizioni del suo Premio. C’era Enrico de Angelis, direttore artistico del Club Tenco, che da molto tempo non manca l’appuntamento; e c’era pure il collega e amico e cofondatore del Club Sergio Sacchi con in mano un dono anche lui, e di grande valore: portare le canzoni di Bianca fuori dall’Italia, e in particolare a Barcellona, dove lui ha creato una piccola tana chiamata “Cose di Amilcare”: dimora anche lì, ora, lo spirito di Amilcare Rambaldi, e proprio nell’Auditorium catalano l’8 marzo prossimo prenderà vita l’iniziativa “Bianca d’Aponte Internazionale”, in cui vari artisti canteranno le canzoni di Bianca tradotte in diverse lingue.

E c’era come sempre Mariella Nava, una delle prime “madrine” del Premio e tra le presenze più fedeli e prodighe di iniziative, che già lo scorso anno aveva inaugurato qui la nascita dell’etichetta “Suoni dall’Italia” e istituito la consegna di un contratto discografico quale riconoscimento a un’artista scelta tra le ragazze in gara. Ma in occasione del decimo anniversario, ha fatto un gesto di inestimabile valore su cui ci soffermiamo un poco. Alla conferenza stampa di presentazione di questa edizione, Fausto Mesolella aveva detto: «Mai avrei pensato che Mariella Nava un giorno avrebbe stampato un disco con le canzoni di Bianca. Questo è il più bel regalo per il decimo anno del Premio, il più bel regalo per Bianca». Si tratta di Anima Bianca, un cd che raccoglie quindici canzoni della cantautrice aversana – di fatto un’opera prima postuma – di cui una, Un chicco di caffè, cantata dalla stessa Bianca, quattordici quelle interpretate dalle madrine del Premio anno dopo anno, e infine l’omaggio amorevole di Mesolella, che ha voluto cantarne una anche lui, Benvenuto, a modo suo, sul suono inconfondibile delle sue dita sulle corde, sussurrando, quasi voce narrante del pensiero di Bianca. Un lavoro «tutto da gustare», aveva detto la Nava, «perché è la musica nuda, la musica bella con il cuore di Bianca, e il cuore di Fausto che accompagna noi; la chitarra che non sporca, ma aggiunge, e sottolinea il peso specifico di questa cantautrice, Bianca d’Aponte. E poi questa è solo una partenza, perché mi piacerebbe via via incidere il disco delle vincitrici... insomma, poi vedremo».

E veniamo ora allo svolgimento delle serate.

Una prima sorpresa ha accolto la platea all’apertura del sipario: è Antonio Silva, lo storico presentatore del Premio Tenco, che dopo essere passato di qui per la prima volta lo scorso anno si è appassionato allo spirito di questa manifestazione e si è prestato subito ad assumere il ruolo di filo conduttore tra passaggi di artisti e cambi di palco. Al suo fianco – una sera per ciascuna – due presentatrici già in forze negli anni precedenti: Maria Cristina Zoppa, per la serata di venerdì, e Roberta Balzotti, in scena il sabato.

Protagoniste assolute della prima serata sono state le undici le ragazze finaliste e le loro canzoni in gara: Alfina Scorza con Suona forte; Alice Clarini con Se mi guardi così; Anita Vitale con Quanto Custa; Elisa Rossi con Pensi sia possibile; Elsa Martin con Cjante; Flo (Floriana Cangiano) con Quale amore; Giulia Daici con Aiar; Marlò (Federica Di Marcello) con Il pozzo nell’anima; NaElia (Eliana Tumminelli) con Arcobalenò; Sara Fochesato con MirataMente; Tonia Cestari con Capate nel muro. Tra di loro, a sostenerle in una sorta di abbraccio fatto di note, prima la vincitrice dello scorso anno, Federica Abbate, e poi tanti artisti che citiamo in ordine di apparizione: Joe Petrosino, molto attivo e sempre più apprezzato (già prima finalista e poi vincitore nelle scorse edizioni del Premio Botteghe d’Autore); Mimmo Cavallo, cantautore e autore che con la chitarra ha raccontato in sintesi i suoi maggiori successi in entrambi i ruoli, da Uh mamma’ a Caffè nero bollente per un’esordiente Fiorella Mannoia; Fausta Vetere, ex madrina e fedelissima del Premio, accompagnata da Corrado Sfogli, voce e chitarra storiche della Nuova Compagnia di Canto Popolare; il gruppo campano Doppiopasso; il cantautore Alessio Bonomo, sempre profondamente poetico nel suo cantare fuori dagli schemi usati; Mauro Ermanno Giovanardi, ex Joe dei La Crus, interprete e autore tra i più apprezzati nel panorama della migliore canzone d’autore nostrana; Tony Bungaro, che non smette di entusiasmare con la sua bellissima Guardastelle; e infine Tricarico, che con i Letti Sfatti ha dato vita a un “set” singolare e apprezzatissimo dal pubblico.

Nella mattina di sabato tutte le concorrenti sono state invitate a esibirsi nell’Auditorium Bianca d’Aponte con un brano diverso da quello in gara – un rito già provato con successo negli anni precedenti – e in quella circostanza le giurie (due, per la precisione: una composta da giornalisti e critici musicali cui è affidata l’assegnazione del Premio della Critica, e una composta da artisti per la designazione della vincitrice assoluta e l’assegnazione degli altri premi) sono state invitate a effettuare eventuali ritocchi prima della votazione definitiva. Una tradizione che piace certamente ai giurati, ma che è innanzi tutto un momento importante per le concorrenti stesse, che in questo modo hanno l’opportunità di far ascoltare un’altra loro composizione e ancor più di sottolineare la loro singolarità artistica: la raffinatezza musicale di Anita Vitale, l’originalità intrigante di NaElia, la freschezza di Flo, la profondità di Elisa Rossi, il gusto elegante di Alfina Scorza, la ricercatezza tecnica di Elsa Martin...

La serata finale è stata dedicata alla celebrazione del decimo anno. Mentre le concorrenti erano accomodate in platea in attesa del verdetto delle giurie, sul palco – sotto lo sguardo e la guida di Fausto Mesolella – si sono succedute quasi tutte le vincitrici degli anni passati, scorrendo all’indietro il calendario giù in fondo fino alla prima vincitrice; o meglio alle prime due, perché si trattò dell’ex aequo Veronica Marchi e Germana Garno; quindi Charlotte Ferradini, Claudia Angelucci, Momo, Erica Boschiero, Eleonora Beddini e Chiara Morucci; e tra di loro ancora grandi artisti, molti dei quali sono degli habitués che non perdono un’edizione. Una serata, questa, all’insegna dell’emozione e della commozione se possibile ancor più di sempre: Enzo Avitabile, dopo il suo «canto randagio» Don Salvato’, ha cantato una canzone tutta per lei, struggente, che si intitola semplicemente Bianca. Commozione esplosa in una standing ovation infinita quando la minuta Momo è salita sul palco e ha cantato Non ricordo, nata dalla dolorosa vicinanza alla madre malata di Alzheimer, con la semplicità disarmante che le è propria e che sa colpire profondamente il cuore del pubblico; un’esibizione così toccante da convincere Mariella Nava a offrirle di slancio, del tutto fuori programma, un contratto discografico. Emozioni ancora, e ancora commozione indicibile tagliano a metà la serata quando le immagini della bellissima Bianca e la sua voce densa (ed eccezionalmente matura, come la sua scrittura) che intona Canto di fine inverno, riempiono d’imperio un grande palco vuoto, sfiorato solo dalla presenza discreta di Mesolella che l’accompagna alla chitarra. Ci si alza per l’intervallo ancora stupiti per la bellezza della canzone appena ascoltata, a conferma – l’ennesima – della straordinarietà di questa cantautrice.

È anche la serata dei duetti per la più celebre cantante sarda, Elena Ledda, altra ex madrina e componente della famiglia del Premio: ha cantato con Kaballà, con Enzo Avitabile, con Erica Boschiero e con Petra Magoni. La Magoni è un’altra ex madrina e familiare; il suo “set” con Fausto Mesolella, poi, è stato uno spettacolo nello spettacolo: lei è una virtuosa del canto, ma nessuna ostentazione c’è qui, solo la voglia di dare il proprio contributo in moneta d’amore, mettendo tanta ironia nello spirito di un gioco fatto di parole e ghirigori di suoni, tra voce e corde di chitarra, interpretando Papaveri e papere. Bravissima; semplifichiamo così per non rincorrere a superlativi che tanto non renderebbero comunque. Ed è tradizione lasciare infine il palco a Mariella Nava, che mani sul pianoforte e voce intensa regala al pubblico ogni anno momenti di grande suggestione.

Il finale di serata è riservato all’attesissima madrina di quest’anno, Andrea Mirò. Asciutta e sofisticata insieme, seduta sola al centro del palco, con la chitarra e la sua inconfondibile voce profonda e calda ha intonato la splendida Come Dorothy di Bianca; poi, alternandosi con il pianoforte, due tra le sue composizioni più intense, Faust e Prima che sia domani.
Le vincitrici sono state annunciate nel corso dell’intera serata, punteggiando lo spettacolo di consegne di premi e di ulteriori emozioni: Alberto Salerno ha consegnato il Premio “Muovi La Musica” a Elisa Rossi; il Premio della Critica, con una borsa di studio del valore di 1.000 euro, è stato assegnato a Elsa Martin, mentre il Miglior Testo è stato giudicato quello di Flo, che si è guadagnata così anche una borsa di studio di 500 euro, come pure la vincitrice del Premio per la Miglior Interpretazione, andato ad Anita Vitale. Borsa di studio da 500 euro anche per Alfina Scorza, alla quale viene assegnato il Premio per la Miglior Composizione, e che si è aggiudicata inoltre il contratto discografico di “Suoni dall’Italia”.
Infine, Andrea Mirò ha annunciato la vincitrice assoluta del 2014: è Elisa Rossi, con il suo raffinato brano Credi sia possibile. Piange felice sul palco, lei, e mentre riceve il trofeo dice di essersi sentita protetta e accompagnata dalla stessa Bianca; a lei spetta anche una borsa di studio da 1.500 euro.

Concludiamo dicendo che per le premiazioni finali è salita sul palco, per la prima volta, la signora Giovanna, la mamma di Bianca: lei e il suo sorriso luminoso sono stati accolti dal pubblico con un’ovazione di affetto.
Un’edizione speciale davvero dunque, questa decima, ricchissima e composita; per dirla con parole di Gaetano d’Aponte, «ogni elemento del Premio rappresenta un tassello di questo mosaico che prende sempre più le sembianze del volto di Bianca».

(Foto di Mary Addari)

Giuria: Giuseppe Anastasi, Tony Bungaro, Angelo Franchi, Mauro Ermanno Giovanardi, Kaballà, Elena Ledda, Gianluigi Loriga, Bruno Marro, Andrea Mirò, Alfredo Rapetti Mogol, Mariella Nava, Giovanni Poggio, Marco Ragusa, Gianfranco Reverberi, Pierre Ruiz, Alberto Salerno, Corrado Sfogli, Tricarico, Roberto Trinci, Fausta Vetere

Premio della Critica: Enrico De Angelis, Mauro De Cillis, Tonino Delle Donne, Enrico Deregibus, Andrea Direnzo, Elisabetta Malantrucco, Nino Marchesano, Martina Neri, Francesco Paracchini, Valentina Casalena Parodi, Duccio Pasqua, Fausto Pellegrini, Sandro Petrone, Timisoara Pinto, Alessia Pistolini, Ivan Rufo, Sergio Sacchi, Paolo Talanca, Silvia Tessitore, Dario Zigiotto



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