I virtuosi di San Martino
La lezione dei Gufi, del cabaret milanese e del teatro-canzone gaberiano, le maschere del teatro partenopeo, gli orrori della contemporaneità e l’enciclopedica capacità di citazione sono – ancora una volta, forse ancor di più – gli ingredienti del nuovo capitolo discografico de I Virtuosi di San Martino. Dopo il divertito Nel nome di Ciccio e l’acuto Carogne, l’ensemble partenopeo mette in scena il suo bestiario teatral-musicale, frutto di una preziosa esperienza sui palchi dei teatri di mezza Italia, con l’album 5 in condotta, edito dalla Polosud Records di Ninni Pascale.
Tredici brani e due brevi episodi (esilaranti le conversazioni telefoniche di Minimal 1 e Minimal 2) per un’ideale colonna sonora di un film in cui si muovono i grotteschi e iperreali personaggi ideati da Roberto Del Gaudio. 5 in condotta è il titolo del nuovo spettacolo dei VdSM, in cui si ripropone una formula ormai collaudata per la formazione: le musiche elaborate dal violoncellista Federico Odling (ormai partiture-cult tra i fan del quintetto) incorniciano gli irresistibili protagonisti delle singole tracce.
Che sarà che sarà e La storia di uno di noi citano il Franco Migliacci di Che sarà e il Celentano del Ragazzo della Via Gluck e di Azzurro trasformandole rispettivamente in un canto alpino ad alto tasso alcolico e in un’allucinata ballata della contemporaneità più meschina.
Le dissennate scelte degli Assessorati alla Cultura delle città del Mezzogiorno e conseguente spreco di denaro pubblico in nome di una non ben identificata idea di arte sono messi sfacciatamente alla berlina nei due brani Minimal 1 e Minimal 2.
Ma la galleria “virtuosistica” è davvero lunga: in Ventitre il geniale professore della Normale di Pisa dispensa saggezza e non sa, banalmente, valutare uno studente in fase d’esame; ne La femminista una cinquantenne è a caccia di marito ma pensa a Julio Iglesias; il Liberista ‘nnammurato è un rampante imprenditore che apre una casa di tolleranza nel quartiere Posillipo e “dà impiego” alle sue tre figliole. E ancora: il delizioso pastiche di citazioni sonore e testuali di Peppino di Bari, seguito ideale del Peppino di Taiwan apparso sul primo album dell’ensemble napoletano e perfetta fusione tra il celebre Nicola de La prima cosa bella e il caprese Peppino di Nun è peccato.
Tra i solchi dell’album sfilano le orchestrazioni di Odling e gli omaggi sonori al musical Aquarius, alla disco-music dei Seventies, alle melodie balneari degli anni Sessanta, al teatro napoletano e alla ‘canzone di giacca’, ai canti di protesta e alla tradizione brasiliana…
01. Che sarà che sarà
02. Pagatemi
03. Minimal 1
04. La femminista
05. Lo sforzo democratico
06. Ventitre
07. La storia di uno di noi
08. Peppino di Bari
09. Comprala
10. Coro della verità
11. La papessa
12. Minimal 2
13. Lo zecchino di piombo
14. ‘O liberista ‘nnammurato
15. Il grande errore
Roberto Del Gaudio: voce, cori Vittorio Ricciardi: flauto, cori Antonio Gambardella: violino, cori Dario Tannini: chitarra, cori Federico Odling: violoncello, cori