Partiamo dallo strumentario, e relativi abbinamenti, assai inusuali. Per iniziare, manca ovunque il contrabbasso (o suoi surrogati) e in un solo caso (brani 7 e 12) uno stesso organico si ripete. In totale registriamo infatti la bellezza di dodici diversi assortimenti strumentali: un solo, due trii, tre quartetti, quattro quintetti ...
Bologna, autunno 1977: un gruppo di baldi giovani scavezzacollo “sciammannati” si incontra nelle cantine della città. Grande voglia di suonare (pur senza saperlo fare... fatta eccezione per qualcuno dei componenti), di divertirsi e infine di emergere. Un'energia che li porterà a diventare band di culto, pionieri del rock demenziale ... Leggi tutto »
Prima di cominciare a scrivere qualcosa sul disco in questione, è neccessario dire due parole su chi è Franco Del Prete. Musicista di spicco della musica italiana, negli anni ‘60 incontra un altro straordinario artista, James Senese, con cui formano il gruppo The Showmen (come non ricordare la loro versione ... Leggi tutto »
Nessuna intro “sognante”... nessun approccio soft... i Sinestesia attaccano subito, e senza indugio: tempi dispari, ritmica “a palla”, chitarre e tastiere a giocare con la melodia alternando raffiche velocissime a brevi sospensioni, voce subito lì, ad inerpicarsi verso i “piani alti”; ma The Day After Flower non è solamente questo ... Leggi tutto »
Slow migration è il titolo di questo primo lavoro dei Roggiu de mussa pin-a, un eterogeneo (per provenienza geografica e musicale) gruppo di cinque musicisti: Davide Bonfanti alla ghironda acustica ed elettrica, Giampiero Sicurella alla chitarra acustica, Gabriele Zamboni alla fisarmonica e alla chitarra acustica, cui si sono poi uniti ... Leggi tutto »
Il pregio di questo lavoro che salta per primo all’occhio è indiscutibilmente la sua unicità: se nel jazz, per fare un esempio, l’abbinamento con l’elemento-banda è stato infatti più volte tentato, con esiti in genere ragguardevoli (da Eugenio Colombo a Battista Lena, da Minafra a Trovesi), questo dovrebbe proprio ... Leggi tutto »
Diciamolo senza timore di essere smentiti: è difficile trovare in giro un disco d’esordio così compatto, calibrato, suonato con decisione e profondità espressiva. White Lines è il frutto del lavoro svolto dai Margareth in un periodo di tempo dove, oltre a metabolizzare diversi cambi di line-up, hanno registrato una ... Leggi tutto »
Svelata l’anima rock nel precedente album Officine meccaniche, Le Vibrazioni continuano il loro percorso con il nuovo Le Strade del Tempo, non senza rivoluzioni. Cambia il bassista, con l’ingresso di Emanuele Gardossi in sostituzione di Marco “Garrincha” Castellani. Cambia anche l’approccio di Marco Trentacoste, che torna dietro ... Leggi tutto »
Quando si creano atmosfere, in un certo senso, decadenti, quando si incrociano più o meno in modo ravvicinato le esperienze di artisti quali Nick Cave, Television, certi Joy Division, quando, superato il blues classico e le asprezze del post-punk, si viaggia su coordinate che possono condurre ad una certa visionarietà ... Leggi tutto »
Le note del primo album degli aversani Iris’Tea scorrono come su un velo luminescente a colori pastello o un caleidoscopio fantastico di stelle. D’altronde frutto dello stile volutamente indie-homemade e di una fantasia fumettosa è la copertina del disco con l’artwork di Francesco Nappa, tra colori tenui ... Leggi tutto »
Dopo aver scritto ed interpretato “Pensieri, musica e parole di Fabrizio De Andrè”, il giovane artista salernitano con sicura maestria pubblica il suo album d’esordio. Cantautore impegnato su più fronti, miscela tradizione ed innovazione, con impegno e un’ottima ricerca. Se in un certo qual modo Antony and the ... Leggi tutto »