Silvia Conti
La libertà che si respira ascoltando alcuni dischi è una sana botta d’ossigeno di cui si ha bisogno soprattutto quando nell’asfittico panorama musicale di “casa propria” tutto è ormai prevedibilmente statico e uniforme. Inutile accendere la radio o, peggio ancora, la tv. La soluzione – per chi non si accontenta di restare in superficie – è cercare, ricercare, scavare, portando a galla “qualcosa” che vada nutrire la propria fame intellettuale ed emotiva. Se sei all’interno del sistema, ad esempio, non puoi permetterti un’intro parlata di quasi due minuti e mezzo a inizio album. Siccome Silvia Conti è un’artista libera, ecco fatto. Lei, fiorentina, un salto nel sistema – sicuramente molto diverso dall’attuale – ce l’ha pure fatto negli anni Ottanta vincendo un Castrocaro (1983) e partecipando a un Sanremo (1985) con una canzone scritta dall’ex Le Orme Aldo Tagliapietra. Un bel souvenir a cui guardare con un misto di nostalgia, affetto e tenerezza da “Techetechetè”.
Il percorso di Silvia è andato avanti tra musica e teatro, è cresciuto, è maturato, si è evoluto per giungere finalmente alla pubblicazione del suo primo album da cantautrice A piedi nudi, tra parentesi Psichedeliche ipnotiche nudità. La sua voglia di ricominciare si sente tutta in Mattina, manifesto personale iniziale in cui dice un bel po’ di cose a ritmo ben sostenuto con la sua voce così vera, così viva, così sua. Energici e di impatto anche gli altri episodi scritti interamente di suo pugno come Il canto della scimmia e Tom tom o Vai e Borgognissanti in cui viene fuori una calda essenza rock blues. Tra i compagni di viaggio importanti c’è Roberto Mangione, autore di Visioni e Midormi, oltre che co-arrangiatore e co-realizzatore dell’album insieme alla stessa Silvia e a Gianfilippo Boni.
Per capire come rileggere con buongusto e intelligenza un brano del 1937, uno slow-fox della storica accoppiata Giovanni D’Anzi & Alfredo Bracchi (autori di Ma le gambe, Tu musica divina, Ma l’amore no, Ti dirò, giusto per citarne quattro), basta ascoltare la deliziosa e riuscita Non dimenticar le mie parole con tanto di citazione musicale da Duquesne Whistle di Bob Dylan. Quando si è liberi, si può fare tutto. Quando si è liberi, si è veri. Libertà e verità vanno a braccetto e… “a piedi nudi”.
http://www.silviaconti.com/
www.facebook.com/lasilviaconti
01. Mi minore dalla Leti
02. Mattina
03. Visioni
04. Il canto della scimmia
05. Opus sufferta
06. Dancing Barefoot (Ballando a piedi nudi)
07. Vai
08. Tom tom
09. Borgognissanti
10. Non dimenticar le mie parole
11. Midormi
Roberto Mangione, Tiziano Mazzoni: chitarre - Fabrizio Morganti: batteria e percussioni - Lorenzo Forti: basso - Lele Fontana: pianoforte, hammond, clavinet, melodica, rhodes - Gianfilippo Boni: sample, synth - Marco Cantini, Cristina Banchi, Tiziano Mazzoni, Mani Naimi, Francesca Macconi, Roberto Mangione, Silvia Conti: cori
Altri musicisti e collaboratori: Dario Castiello, Giovanni Vaccari, Claudio Giovagnoli, Hugolini, Cristina Banchi, Letizia Papi, Cristiana Ionda, Luca Bracco, Salvo